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Emilio Fede. L'uomo che non deve conoscere. Mai

Ogni tanto riciccia fuori. Confinato com'è nella trincea di Rete4, a sparare i suoi coriandoli esilaranti contro un nemico che se n'impippa proprio di lui e dei suoi complici, ogni tanto sente il bisogno di tirar fuori la testa e sparare qualche colpo così, a casaccio, tanto per rinfrescare la memoria del nemico. Come per dirgli: «Ehi, ci sono anch'io. Colpisci qui: al petto, se hai coraggio!».
E' iniziata la campagna di primavera, evidentemente, e l'Emilio ha sparato i primi due colpi. Il primo è stato clamoroso. Ha mirato niente poco di meno che su Saviano. Roberto Saviano, quello di Gomorra. Ma, ahimè, mal gliene incolse. Il colpo partito si è trasformato in un boomerang. Una bordata di pernacchie, le stesse che accolsero una simile sceneggiata del suo padrone, lo ha risospinto nei bassifondi della trincea. La cosa umiliante assai è che maledizioni gli sono giunte persino dai suoi amici. Andate a leggervi  cosa scrivono oggi Filippo Facci ed Antonio Socci (non è uno scioglilingua: lo giuro) su Libero. Non toccherebbe a me dire una cosa simile, che gli sfascioleghisti mi fanno vomitare, ma queste loro parole le ho apprezzate moltissimo.
Che farebbe una persona equilibrata di fronte ad una cosa del genere? Rifletterebbe un pochino, magari.
Ma il nostro Emilio, macchè. Indossato un nuovo elmetto, ha preso la mira ed ha sparato il suo secondo colpo. Bersaglio basso, stavolta. Se l'è presa col film della Guzzanti, «Draquila», difendendo la scelta del ministro della cultura (un certo Sandro Bondi: ma voi lo conoscete?), il quale ha rinunciato ad un viaggio di prima classe per Cannes a causa dell'offesa, a suo dire, arrecata all'Italia dal film in questione.
L'Emilio non ha perso tempo. Onore e gloria al Bondi (ma Bondi chi?). E critica feroce al film «Draquila». Ma ancora una volta, ahimè, l'Emilio riesce a fare una gran brutta figura. Ed ancora una volta la fa davanti ad amici. E' sul Giornale di oggi, a pagina 12. Paola Setti gli fa una piccola intervista. Verso la fine, ingenua, gli chiede: «Lo ha visto?». Qualche dubbio, conoscendo il personaggio, evidentemente dev'esser venuto pure a lei. Ed infatti, come volevasi dimostrare, ecco la risposta del mitico: «Ma figuriamoci, io non vado a vedere certe cazzate, basta conoscere la fanciulla, lì...».
Insomma. Ha sparato a zero su una cosa che non conosce, che non ha visto e non ha alcuna intenzione di vedere. Tecnicamente parlando, ha espresso valutazioni senza la benchè minima competenza di fatto. In pratica: ha tirato fuori solo pre-giudizi. Probabilmente ha applicato lo stesso criterio col quale dirige il suo tg.
Personalmente non ho visto «Draquila». Magari è una cazzata, come dice l'Emilio. Magari no. Ma se decidessi di applicare il suo stesso metodo critico, probabilmente voterei per l'Oscar alla Guzzanti. La speranza è che l'abbia visto davvero, il film, almeno quello dal quale è partito tutto, il ministro della cultura.

(Gira voce che sia un tal Sandro Bondi. Ma io non ci credo mica. Mi sa tanto di scherzo di carnevale.)


[Ave]

Commenti

  1. Draquila?Dovrebbero proiettarlo in tutte le scuole e le università italiane! E' la verità , LA VERITA', purtroppo non è quella che ci hanno gabellato fino ad ora , ! Per quanto riguarda Saviano , a differenza di E.Fede che molto probabilmente non l'avrà mai sentito parlare ,sono andato ad un suo convegno, e purtroppo in questo paese si accusa chi da l'allarme dopo un incendio e non chi ha appiccato il fuoco!

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