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Analisi Regionali 2010. Alfredo Santovincenzo


Oggi tocca ad Alfredo Santovincenzo. Il quale, bontà sua, alla fine ha deciso di mandarci il suo contributo per analizzare il voto regionale. L'intervento contiene spunti molto interessanti e sicuramente apprezzabili. Peccato che la premessa posta alle sue parole lasci intravedere, come un'ombra, lo stesso atteggiamento snobistico che tanto male ha fatto e sta facendo ai sinistri.
Atteggiamento al quale i cittadini, in genere, perlomeno quelli meno motivati, hanno risposto con il menefreghismo. Tu mi snobbi ed io me ne frego. Ed alla fine, per quanto buffonesco, mi faccio irretire da chi mi fa vedere le fimmine bbone, da chi mi dice che va tutto bene, che non esiste crisi, che il cancro sarà sconfitto fra una settimana, che questo è il paese migliore nel quale è possibile vivere, che le tasse sono calate e a breve saranno definitivamente cancellate.
C'è tanta responsabilità dei sinistri in tutto questo perchè, pur volendolo fare, non sono più capaci di parlare ai cittadini. Hanno perso il contatto con le persone vere, quelle che vivono i problemi di tutti i giorni. I destri, invece, non hanno bisogno di grandi discorsi. Tv, populismo, fiche e zinne a volontà, un po' di fascismo, una spruzzatina d'acqua santa al momento giusto ed anticomunismo come condimento. Non so se ci avete fatto caso ma, tanto per dire, pur se espressamente invitati, neanche un destro (tranne Valeriano, che però è un superdestro) ha mandato una sua analisi. Così come, nella precedente versione del blog, Noto declinò l'invito a rivolgere il suo appello agli elettori.
Quando i sinistri, finalmente, ritroveranno la strada per ricongiungersi al popolo, e per parlargli con un llinguaggio semplice ma preciso. Quando ritroveranno il percorso smarrito di una politica nuova, nei metodi oltre che nei contenuti. Quando i sinistri torneranno a fare quello che un tempo si chiamava educazione del popolo, e che oggi potrebbe chiamarsi educazione alla cittadinanza, alla legalità, al rispetto, alla solidarietà, alla responsabilità. Ebbene allora vedrete che pure i destri saranno costretti a rispolverare le loro retoriche ed i loro linguaggi.
Per intanto, leggetevi il buon Alfredo, e che gli dei abbiano pietà di noi. [Ave]

ALFREDO SANTOVINCENZO

Dopo le elezioni si celebra il rito dell’analisi del voto, una “liturgia politica” che, nel caso della Sinistra, assume l’aspetto di una liturgia funebre.
Ne ho sentite tante, tutte senza sintesi e senza conclusioni di rilievo: cifre, percentuali, spostamenti di elettorato, fenomeni di astensionismo e quant’altro. Dunque analisi, in quanto “rito”, inconcludenti per una azione politica futura e di nessun aiuto per comprendere la realtà e gli avvenimenti elettorali.
La rubrica del Blog “Anagni caput mundi” non si discosta molto dal rito, ma l’ultimo intervento ha alzato il tono e vedo in esso il tentativo di spiegare la realtà e di trarne le conseguenze. Su questa linea il mio intervento ha la pretesa di contribuire in tal senso.
Premetto che quel che argomento non è tutta farina del mio sacco, ma di fronte all’inarrestabile ascesa della Destra, la ricerca del perché di tale ascesa non può limitarsi, appunto, alle analisi del voto ma deve trovare altre fonti di spiegazione e di motivazione.
A tal proposito ho trovato molto interessante un articolo del compianto Edmondo Berselli sulla rivista Il Mulino n. 5/2008 dal titolo “La società del cinquanta per cento” che riprendeva considerazioni di carattere economico di Laura Pennacchi, della direzione del PD, pubblicate nel numero precedente della stessa rivista, sotto il titolo “Un decisionismo (poco) compassionevole” a proposito della manovra finanziaria per il 2009-2011 di Tremonti.
In sostanza secondo Berselli (e si può ragionevolmente condividere), la Destra si è fatta i suoi conti e, vista la struttura della società italiana, ritiene che l’insieme delle piccole e medie imprese, professionisti, commercianti, partite IVA varie più il sommerso rappresenti il 50% della popolazione. Mettiamo nell’insieme anche chi aspira e chi crede di farne parte.

«Questo insieme è il basamento politico che la Destra vuole trasformare in una maggioranza permanente selezionando senza inibizioni gli interessi da rappresentare e i ceti da privilegiare (...) nell’articolazione della legge finanziaria triennale e nelle decisioni prese dai singoli ministeri si delineano gli elementi del progetto politico e sociale del Popolo della libertà: risultato di una concezione politica marcatamente di destra, senza inibizioni né remore culturali».

In tale contesto il bene comune diventa una finzione.
Si rinuncia alla pretesa interclassista di governare per il benessere di tutta la comunità nazionale poiché conviene dividere nettamente in due la società: da una parte il reddito fisso, ossia il lavoro dipendente e i pensionati, dall’altra imprese e lavoro autonomo (professionisti, commercianti, artigiani, ecc.).
Per facilitare e avere il consenso della seconda parte della società  si attaccano (vedi Brunetta) e si indeboliscono (vedi riduzione delle risorse) tutti gli apparati pubblici e nel contempo si smantella il contrasto all’evasione fiscale lasciando inalterate le aliquote fiscali (tanto le tasse le debbono pagare solo i lavoratori dipendenti).
Anche la crisi in corso è stata utile alla politica della Destra.
Infatti le categorie facenti parte del basamento di consenso non devono temere né la stagnazione né l’inflazione. Attraverso la flessibilità e il lavoro precario le imprese possono affrontare più facilmente i periodi di stagnazione, mentre agli autonomi è lasciata la possibilità di manovrare prezzi e tariffe e scaricare sul reddito fisso le conseguenze dell’inflazione.  

Se si assume come schema logico la facilitazione del 50% della società a scapito dell’altro 50% si riesce a dare una risposta plausibile al continuo affermarsi della Destra, nonostante le promesse non mantenute, le gaffe politiche, gli errori commessi e la crisi in atto.

Proviamo ora a prevedere una riforma costituzionale della Destra alla luce dello schema disegnato e ci rendiamo conto del pericolo che si corre.
Sarà conservato il principio della progressività delle imposte?
Sarà conservato il principio della scuola privata senza oneri per lo stato?
O ci saranno due tipi scuole?
Una privata finanziata con fondi pubblici e una pubblica senza fondi.
Se sarà così possiamo considerare la Chiesa ufficiale nel basamento di consenso alla Destra.

Quel che voglio dire che i responsi elettorali non sono solo il risultato di campagne mediatiche, che le colpe della Sinistra non sono quelli dell’assenza e della mancanza di idee e proposte.
Forse la Sinistra non ha ancora affrontato il problema vero e profondo del successo della Destra.

Se ci spostiamo a livello locale, nella nostra città, dobbiamo considerare altri parametri e diverse aggregazioni sociali, ma sostanzialmente lo schema del calcolo di consenso resta praticamente lo stesso. Il successo di Fiorito non è stato certo determinato dalla campagna mediatica basata sull’amore per la sua città o sulla sua biblica identificazione di “roveto ardente” che non si consuma.
Anche nella nostra città la Destra ha fatto i suoi calcoli, ha individuato categorie da facilitare a danno di altre e con tale sistema prende e conserva il consenso, nonostante tutto.

Individuare tale schema, trovare i punti deboli, sostituirlo con un altro meno ingiusto e più vantaggioso per tutti è il compito della politica della Sinistra.
Ma questo è un discorso successivo tutto da sviluppare.

Alfredo Santovincenzo

Commenti

  1. Non facciamoci ingannare eccessivamente dalle apparenze. Il ragionamento di Santovincenzo, che tra l'altro è il risultato di contributi vari, è molto interessante. Merita senza dubbio un dibattito.

    Tanto per tagliar corto. A me il ragionamento sembra molto più che sensato. Anzi. A dirla tutta mi sembra quasi perfetto. Quasi. E' per spiegare questo quasi, allora, che butto giù queste note.

    Il mondo che viviamo è estremamente complesso. Sono talmente tante le spinte e le controspinte che influiscono sul nostro agire e sul nostro pensiero che riuscire a comprenderle tutte appare impresa disperata. Intendiamoci: il mondo è sempre stato così. La realtà è sempre stata avviluppata in dinamiche terribilmente intrecciate. L'unica differenza tra noi moderni e gli antichi è che noi siamo quasi costretti ad avere piena ed assoluta coscienza di tutta questa complessità. Le circolazione delle notizie ed anzi il loro bombardamento sulla nostra quotidianità e la loro influenza sulle nostre scelte è fenomeno irreversibilmente moderno. Non possiamo più farne a meno ma neppure potremmo sottrarcisi, se lo desiderassimo.

    Per questo dico che il ragionamento di Alfredo, nonostante la ragionevolezza, mi pare non basti. Non è sufficiente a spiegare tutto. Perchè se è vero che la base socio-economica di riferimento della destra è il famoso popolo delle partite iva, è anche vero che a votare i destri sono ampie fette di una classe sociale assai diversa.

    La classe operaia del nord, ad esempio, è passata dal PCI alla LegaNord. Ed il successo elettorale delle destre, col contemporaneo crollo delle sinistre, è tale da lasciar supporre che anche una consistente fetta del popolo dei dipendenti voti a destra.

    Per esperienza diretta, potrei citare il caso della scuola. Non esiste, in Italia, comparto pubblico più massacrato. Quest'anno la finanziaria ha cancellato quasi 50.000 posti di lavoro. Ripeto: 50.000. Quante VideoCon? Quante Alitalia? Nei prossimi due anni il calcolo totale dei posti di lavoro effettivamente tagliati salirà all'incredibile cifra di 240.000.

    Date queste premesse, quale categoria lavorativa dovrebbe essere oggi, in Italia, maggiormente rivoluzionaria? Da dove dovrebbero venire i CheGuevara moderni? Eppure.

    Non occorre stare fisicamente nel mondo della scuola per rendersi conto che la realtà è molto diversa da quello che si può ipotizzare. E' sufficiente seguire i comportamenti dei sindacati della scuola maggiormente rappresentativi. Un vero pianto. CGIL CISL e UIL, nel mondo della scuola, sono delle pecorelle talmente timide e talmente compromesse col potere, che andrebbero azzerati completamente.

    Ma questo loro comportamento, al di là di dinamiche vergognose, clientelari e spartitorie sulle quali preferisco stendere una montagna di veli pietosi, è stato causa ed origine al tempo stesso di un imbarbarimento sindacale dei lavoratori senza precedenti.

    Il risultato è che ancora se ne vergognano, e si guardano bene dal confessarlo pubblicamente anche nel momento in cui si fanno due chiacchiere leggere durante la ricreazione, ma ci sono lavoratori della scuola che continuano a mantenere le tessere sindacali di organismi complici del potere. E che votano a destra.

    Un ultimo esempio, per chiudere con il locale. Alfredo parla del successo della Grande Effe. Ed adduce le stesse motivazioni razionali, quasi nobili, frutto di strategia ideale. Io trovo difficile accreditare i destri di una capacità analitita e politica in grado di leggere la società. Mi sembra che i destri siano ottimi surfisti: sanno sfruttare alla grande le onde che portano in alto mare. In quanto ai progetti...

    Io vivo nel quartiere più fascista di Anagni. Forse dell'intera provincia di Frosinone, stando a certe percentuali registrate nelle ultime regionali. Eppure, del blocco socio-economico di cui ha parlato Alfredo, qui ce n'è poco o nulla. Quartiere operaio è.

    Allora. Per spiegare anche questo, dovremo percorrere altre strade.

    [Ave]

    RispondiElimina
  2. il problema è che continuate a spiegare a leggere ma qui non ragiona nessuno sul futuro..... si fanno le analisi ma solo fini a se stesse non come feedback (è una parola forse complicata?) di azioni, di volontà...analisi come conseguenza di unaqualche causa e analisi punto di partenza per una qualche azione.
    Potete leggere (inventarvi?) gli operai, le partite iva, gli agricoltori, gli industriali ma nessuno tranne forse appena accennato in Roberto Cicconi ha fatto critica della vera realtà.
    IL MONDO è DIVERSO DA 100 O 50 O 30 O 20 O SOLO ANCHE DI 9 /10 ANNI FA (ve lo ricordate il 2001 o no? ma vi rendete conto che è in atto la terza guerra mondiale sotto il punto di vista economico?)
    Io vi dico solo la sera, sopratutto il sabato, sopratutto dopo le 20:30 dopo le 21 venite davanti al tanto citato e bisfrattato PUNTO VERDE oppure il venerdì sera verso l'una fate un giro a Santa Maria, li trovere l'Italia...l'Anagni vera!!! QUELLA CHE è OGGI E NON QUELLA CHE è STATA IERI....

    Hasta siempre.....
    Gianni

    ps: Magari troverete anche Roberto e Valeriano mentre fanno 2 chiacchiere.... ma per questo vi dò una dritta, non fermatevi al punto verde ma proseguite un pò più in là.

    RispondiElimina

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