Passa ai contenuti principali

Analisi Regionali 2010. Anonimo Linker

Sotto forma di commento ad un intervento precedente, è arrivata un paio di giorni fa l'analisi del voto regionale che segue. Ho deciso di non pubblicarla come commento, ma di darle una forma più consona per due motivi. Il primo è per la lunghezza impegnativa dell'analisi fornita. Il secondo è per l'organicità e lo spessore di tale analisi.
A me pare che possa essere molto utile e costruttivo presentare questa riflessione in una veste tale da avere la maggior diffusione possibile. Anche se contiene un grave difetto che rischia di minarne lo spirito. L'intervento, infatti, è anonimo. Non so chi sia Linker.

Questo difetto mi pare abbia un grande peso metaforico. La spersonalizzazione e l'anonimizzazione della politica, che pure l'intervento condanna con parole ragionevoli e condivisibili, trova la sua inconscia esaltazione nell'anonimato del suo autore. Rifiutare, od aver paura ad alzare la mano ed a prendere la parola, quando se ne ha la possibilità ed il desiderio, è uno dei risultati che la cattiva politica è riuscita ad ottenere.


La cattiva politica ha instaurato il timore di esporsi. Ma anche la voglia di svuotare comunque, e fino in fondo, il cuore e la mente dei pensieri che vi girano. Così come il desiderio di discutere e confrontare comunque, non appena se ne ha l'occasione, le proprie idee. Per capire e contribuire alla formazione di una opinione pubblica consapevole e responsabile. Farlo in modo anonimo, però, è la grande vittoria dei grandi noti.

Ma per mandare a casa questa cattiva politica. Per sconfiggerla definitivamente. Per dimostrare che siamo ancora capaci di distinguere le persone dalle controfigure. Ebbene, dobbiamo metterci in testa che non possiamo più delegare al primo strapazzoide che passa il pensiero critico. Dobbiamo cominciare a metterci qualcosa di nostro.

Cominciare dal nome potrebbe essere un primo passo. [Ave]

LINKER (?)

Non credevo che il Cavaliere l'avrebbe spuntata un'altra volta. Non dopo altri 2 anni di politica inconcludenti, di scandali, di processi, di leggi ad personam, di intercettazioni quantomeno imbarazzanti, di divisioni nella stessa maggioranza. Pensavo che alla fine sarebbero stati gli elettori di centrodestra a starsene a casa e che a vincere sarebbe stata la sinistra, perlomeno nelle regioni dove l'amministrazione in questi ultimi anni si era dimostrata comunque apprezzabile. Puglia, Piemonte e Lazio, oltre che nelle "regioni rosse". Eppure ancora una volta il Cavaliere ce l'ha fatta. E se non ha trionfato, perlomeno può tirare un sospiro di sollievo e ambire a salire al Quirinale.

Sinceramente ho difficoltà a spiegarmi perché perduri questa fiducia degli italiani in Berlusconi. Non trovo alcun motivo valido per continuare a votarlo; mi si potrebbe rispondere che l'opposizione è debole, divisa, che manca una vera alternativa: eppure, da ogni punto vista, continua a sembrarmi senza dubbio "meno peggio" della destra. Se proprio devo trovare una spiegazione per la vittoria del PDL, mi rispondo che ancora una volta il voto degli italiani è stato fortemente condizionato dallo strapotere mediatico del capo del governo, che controlla ormai cinque canali televisivi. Oltre ad avere una capacità di convincimento personale senza eguali. Su certe persone riesce ad avere una presa impressionante nonostante i suoi discorsi siano generalmente privi di un qualunque spessore.

Lo stesso vale a livello locale. Le spese elettorali della Polverini sono state enormemente superiori a quelle della Bonino. Per non parlare dei giornali locali. E lo stesso dicasi per F.F., che ha potuto schierare risorse finanziarie davvero immani. E, a guardare i risultati, la cosa deve averlo premiato: nonostante si faccia un gran parlare di crisi, di riduzione dei costi della politica, di "sobrietà" nelle spese elettorali, gli elettori continuano a premiare chi urla più forte, chi riesce ad apparire più "potente". Anche se poi i risultati per i cittadini non si vedono.

Date queste condizioni, sembra proprio che per la sinistra ci sia poca speranza e che, come prevede Bossi, sia destinata ad estinguersi. Indubbiamente la destra grazie al controllo sull'informazione parte (e continuerà a partire) 100 metri avanti. Ma questo può spiegarci "perché abbiamo perso". E poi? Che si fa? Si aspetta che la giustizia divina faccia il suo corso?
Chiediamoci piuttosto: "Cosa dobbiamo fare per vincere?"

Difficilmente la sinistra potrà inseguire la destra su questo campo. Risorse faraoniche come quelle dei destri non se ne sono mai avute, televisioni neanche a parlarne, giornali locali nemmeno. E poi rincorrerli sul loro terreno non avrebbe nemmeno senso: i primi a non capire sarebbero proprio gli elettori di sinistra. Che continuano a sperare in una politica che persegua veramente l'interesse comune. Non ci si può nemmeno arrendere a pensare "gli italiani sono fatti così" o come sento dire da qualcuno "tanto peggio, tanto meglio: quando si sveglieranno la reazione sarà più forte"; sinceramente, il vaccino di Montanelli mi sembra non funzionare affatto. Anzi, più si scende in basso e più si scopre che si può ancora scavare sul fondo.

Cerchiamo piuttosto di spiegare agli italiani "perché" vogliamo vincere. Cosa proponiamo di diverso. Quali sono le differenze con la destra. Forse, l'unico che lo sta facendo, è Vendola. E non a caso ha vinto: certo, per lui la partita era più facile, con la destra divisa e un candidato del PDL che dal punto di vista mediatico è a livello zero. Ma un 49% in una regione che "di sinistra" non è mai stata è comunque un buon risultato. E inoltre ho visto crearsi intorno a Vendola (e alle "Fabbriche di Nichi") un movimento di gente veramente appassionata. Forse c'è davvero qualche speranza di far interessare gli italiani a qualcosa di diverso dal Grande Fratello. Proviamo a parlare di precarietà, di ambiente, di giustizia sociale, di onestà, trasparenza, buona amministrazione, diritti civili.

Vendola ha dimostrato che, anche se parlare di "comunismo" oggi non ha più senso (se non da un punto di vista più filosofico che politico), la sinistra non ha esaurito la sua funzione storica. Che ha ancora qualcosa da dire. E da dare. Magari diamo una letta anche ai temi di Grillo, che più di altri riesce ad intercettare il voto dei "disillusi" e dei giovani. Credo che gli sia valso molto più questo che i "vaffanculo" contro i politici; non penso che gli italiani abbiamo voglia di anti-politica, quanto di "buona politica". E magari cominciamo anche a pensare a trovare un buon leader per le prossime politiche, senza ridursi ogni volta all'ultimo secondo: le personalità non mancano, basta volerle cercare. Magari qualcuno con le "idee chiare", la faccia pulita e capace di tenere unita una coalizione larga, possibilmente dall'UDC a Sinistra e Libertà, passando per Di Pietro, senza per questo rifugiarsi nell'immobilismo.

Perché, come dice Bersani, il più anti-berlusconiano è chi lo manda a casa, non chi urla di più. 

Commenti

  1. Linker concordo, ma sono scettico che nel breve period, in territori come il nostro così fortemente sotto ricatto, la sola forza delle idee, ammesso che ne avremo a disposizione di buone, possa contrastare efficacemente lo strapotere e l'arroganza cafona del tanto denaro dei destri.

    RispondiElimina
  2. Battere la destra non è impossibile: ricordiamoci che alle comunali scorse c'è mancato un soffio, con delle liste un po' più forti a sinistra oggi avremmo un altro sindaco; lo stesso vale a livello provinciale, visto che anche lì lo scarto fu minimo (e dovuto anche alle spaccature a sinistra). Il problema è che sembra stia svanendo quel clima di collaborazione ed entusiasmo creatosi intorno a Sansoni. In parte è fisiologico, vista la sconfitta, ma l'importante è continuare a fare opposizione confrontandosi di continuo con gli elettori e non ritrovarsi di nuovo alle prossime elezioni a costruire la coalizione e la candidatura a pochi mesi dal voto.

    RispondiElimina
  3. Ma quando si riferisce al lazio ben amministrato parla della fine di marrazzo con i soldi dei cittadini (fondi per servizi sociali bloccati per indagini) o alla presa per i fondelli ai danni degli anagnini sull'ospedale con documenti falsi senza protocollo? poi ci domandiamo perchè vincono....

    RispondiElimina
  4. il protocollo c'era eccome..... e ora vedremo che bel ospedale all'avanguardia faranno di Anagni, uno di quelli moderni, efficenti, dove i malati vengono curati e i dottori, gli infermieri e i portantini saranno gentili, umili, concilianti, comprensivi con i parenti insomma una struttura che più a un ospedale degli anni 60 assomigli più a una clinica....... una clinica di quelle super, una clinica di quelle come ....come ....come quelle del Ciarra o degli Angelucci insomma.
    Magari faranno un buon affare con l'ospedale nuovo....con il project financing e magari faranno anche nuove sperimentazioni. Un ospedale pubblico, costruito da privati, con i medici della ASL ma con la gestione del privato. Insomma una sanità all'avanguardia. Una di quelle sperimentali che solo a Roma con gli ibridi ospedali vaticani se ne vedono.
    Stiamo avanti ........ troppo avanti per essere capiti!

    Spirito ribelle

    RispondiElimina
  5. se possibile, si può conoscere il numero di protocollo? grazie

    RispondiElimina
  6. http://pdanagni.splinder.com/post/19671934/le-carte-di-marrazzo
    qui c'è qualcosa ....
    Gianni

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Anagni. Aspettando i nuovi barbari

Ritornare (ad Anagni) è un po' come morire

Anagni. Il NON-partito fa NON-propaganda (NON-politica)

Emanuele Mattozzi, reo confesso grillino, ha avuto la bontà di rispondere con una decina di commenti ad un articolo dell'altro giorno . E, sopratutto, ad alcuni commenti seguenti l'articolo stesso. Non ho trovato nessun altro modo per ringraziarlo del primo, vero (ed attualmente unico) discorso grillino diverso dall'insulto, che rispondergli in modo adeguato qui. Per l'occasione, ho tirato fuori dalla naftalina il faccione, come vedete. Spero ne sia valsa la pena.