E no. Mi dispiace, ma ve lo devo proprio dire. V'ha fatto fessi a tutti. Non avete capito niente. Tutti a complimentarsi per la vittoria sul nucleare. Ma quale vittoria? La situazione è il colmo del ridicolo e della vergogna. E, sopratutto, dell'inganno.
Infatti dovrebbe essere spiegato attentamente che il regime non ha affatto rinunciato al nucleare. Ha semplicemente sospeso la questione. Che potrebbe essere ripresa molto presto. Magari in autunno, una volta superati gli scogli sireneschi delle amministrative e dei referenda.
Senza contare che la memoria dell'homo televisivus è quanto mai labile ed impalpabile. Magari a quell'epoca la tragedia giapponese potrebbe essere molto, ma molto, come dire... trasparente.
E' per questo motivo che occorre assolutamente moltiplicare gli sforzi per i referenda. E, dov'è il caso, per le amministrative. Perchè sono altri i messaggi importanti che arrivano da quest'ennesima figuraccia di un regime incapace in tutto.
Il primo elemento che emerge è la paura. Gli sfascioleghisti sono realmente preoccupati per l'esito delle elezioni locali. Il martire Lassini è stato fatto fuori con inusitata e, conoscendo i berlusconisti, del tutto insolita compattezza istituzionale. Lo hanno costretto addirittura a scusarsi pubblicamente. Lo hanno infine obbligato a dimettersi. Viene da pensare, calcolando che il punto di partenza è sempre colui che ne ha combinate, ne combina, ne ha dette e continua a dirne di tutti i colori. Quello che non solo non ha mai chiesto scusa per tutte le nefandezze. Ma, tanto per dire, non ha neanche mai accettato l'ultima vittoria di Prodi, continuando a blaterare per mesi di brogli elettorali.
Persino la siura Moratti ha paura. E stiamo parlando di Milano. La nefasta capitale degli sfascioleghisti. La città perduta. Quella che sta al centro di Sodoma e Gomorra. E che, per legge di compensazione, ha al vertice una signora attempata televisivamente asessuata. E che è inserita in una regione governata da una specie di monaco laico, asessuato con tanto di comunicato ufficiale tramite giornali e tv.
Ebbene anche la Letizia teme molto di non farcela al primo turno. I sondaggi non sono per niente rassicuranti. Per questo è stata costretta a forzare la mano. Non tanto un ricatto inequivocabile al partito («O va via Lassini o vado via io»). Quanto un'esca per quei tanti cittadini disgustati da un'etica individuale ed istituzionale che il berlusconismo ha dimostrato essere carta straccia («Vedete? Io sono diversa. Di me vi potete fidare»). Ma è l'intera ideologia qualunquistica ed amorale del berlusconismo, che mostra segni inequivocabili di crepe profonde e, forse, insanabili. Anche la Moratti, infatti, ha dimostrato di essere degnissima rappresentante di quel nulla. Chiedere al figlio ed al suo scandaloso pasticcio edilizio.
La momentanea rinuncia al nucleare s'inserisce molto bene in tale contesto. Toglie qualche cartuccia alle armi dell'opposizione, sopratutto su un argomento particolarmente televisivo e mediatico. Ci vuol poco a spaventare con qualche mostruosità, antica o recente, piazzata in prima pagina. Ma il punto centrale non è neanche questo. Come al solito quando si parla di regime berlusconiano, il punto centrale sta altrove. Esattamente nel gran capo in persona.
Perchè, giustamente, è stato già sottolineato da molti commentatori che la momentanea rinuncia al nucleare è mossa che si riferisce proprio all'esito dei referenda. Non gliene frega niente al berlusca del nucleare. Così come non gliene frega niente al berlusca dell'acqua pubblica o meno. L'unica cosa che muove le azioni dell'unto è il suo interesse personale. Che s'identifica con l'assoluta necessità di evitare di essere processato. Cambiare tutto. Leggi, Costituzione, partiti, pur di evitare che la giustizia faccia il suo corso. Ma quale nucleare? Quale acqua pubblica? L'unico referendum che terrorizza davvero il dux è quello del legittimo impedimento.
Dunque è necessario fare il possibile per disincentivare i cittadini dall'andare a votare. Perchè i sondaggi, anche quelli riservati e segreti, lo dicono chiaro e tondo. La gente è stanca di questi abusi. Anche a destra. Basta costruire eccezioni per salvare l'amoralità. Basta con questo stupro continuo del paese. Della giustizia. Della libertà. Del senso della responsabilità e dell'affidabilità. E allora. Hai visto mai che, sulla spinta (anche) del nucleare, la gente poi a giugno a votare ci vada davvero? E magari, sulla spinta facile facile del metere SI a tutto, alla fine voti SI anche all'unico, vero, terrorizzante referendum che importa davvero al signore del bunga bunga?
Avere oscurato i referenda nelle tv di regime, pubbliche e private, potrebbe non bastare. Perchè la mobilitazione c'è, eccome. Il passaparola è continuo. Su internet, nei social network se ne parla ogni santo giorno. E poi, cribbio, gli speciali sulla situazione in Giappone non sono ancora finiti. Dunque l'argomento è ancora bello caldo. Praticamente sulla bocca di tutti. Dunque insabbiare, occorre. Insabbiare il più possibile. Finchè si può. Fintanto che si può.
E' questo che sta accadendo nel paese, in questo momento. Ed a sostegno dell'indecenza di tale situazione basterebbe riflettere sul fatto che anche su un problema serissimo come il nucleare non si è aperto alcun confronto. Nessun dibattito pubblico. Nessuna discussione seria ed approfondita. Anzi. Ciò che il regime aveva programmato da tre anni almeno, viene improvvisamente accantonato per motivi che, col nucleare, non c'entrano di fatto nulla. Tutta la politica energetica del regime è stata, da un pomeriggio all'altro, semplicemente buttata nel cestino. Politica d'indirizzo che, tra l'altro, il regime aveva implicitamente confermato pochissimi giorni fa, tagliando tutti gl'incentivi alle energie alternative. Altra scelta delirante e ambientalmente criminale, ma almeno coerente con la (precedente) intenzione di puntare tutto sul nucleare.
Ora, invece, questo (apparente) colpo di scena. Elettorale. Referendario. Giuridico. Ma di attenzione all'ambiente. Di seria programmazione energetica. Neanche per il ciufolo. Non c'è assolutamente nulla di responsabile. Possiamo continuare a stare nelle mani di questa gente?
La serietà (!) con la quale fanno e disfano il nucleare è la stessa con la quale fanno e disfano ogni settore di questo paese. Dalla scuola alla sanità. Dalla cultura al lavoro. Dall'ambiente al turismo. Anche per questo, signore e signori, a votare a giugno dobbiamo andarci davvero tutti. Perchè nucleare o non nucleare, il nucleo del problema sta ancora tutto lì.
Più unto che mai. [Ave]
Infatti dovrebbe essere spiegato attentamente che il regime non ha affatto rinunciato al nucleare. Ha semplicemente sospeso la questione. Che potrebbe essere ripresa molto presto. Magari in autunno, una volta superati gli scogli sireneschi delle amministrative e dei referenda.
Senza contare che la memoria dell'homo televisivus è quanto mai labile ed impalpabile. Magari a quell'epoca la tragedia giapponese potrebbe essere molto, ma molto, come dire... trasparente.
E' per questo motivo che occorre assolutamente moltiplicare gli sforzi per i referenda. E, dov'è il caso, per le amministrative. Perchè sono altri i messaggi importanti che arrivano da quest'ennesima figuraccia di un regime incapace in tutto.
Il primo elemento che emerge è la paura. Gli sfascioleghisti sono realmente preoccupati per l'esito delle elezioni locali. Il martire Lassini è stato fatto fuori con inusitata e, conoscendo i berlusconisti, del tutto insolita compattezza istituzionale. Lo hanno costretto addirittura a scusarsi pubblicamente. Lo hanno infine obbligato a dimettersi. Viene da pensare, calcolando che il punto di partenza è sempre colui che ne ha combinate, ne combina, ne ha dette e continua a dirne di tutti i colori. Quello che non solo non ha mai chiesto scusa per tutte le nefandezze. Ma, tanto per dire, non ha neanche mai accettato l'ultima vittoria di Prodi, continuando a blaterare per mesi di brogli elettorali.
Persino la siura Moratti ha paura. E stiamo parlando di Milano. La nefasta capitale degli sfascioleghisti. La città perduta. Quella che sta al centro di Sodoma e Gomorra. E che, per legge di compensazione, ha al vertice una signora attempata televisivamente asessuata. E che è inserita in una regione governata da una specie di monaco laico, asessuato con tanto di comunicato ufficiale tramite giornali e tv.
Ebbene anche la Letizia teme molto di non farcela al primo turno. I sondaggi non sono per niente rassicuranti. Per questo è stata costretta a forzare la mano. Non tanto un ricatto inequivocabile al partito («O va via Lassini o vado via io»). Quanto un'esca per quei tanti cittadini disgustati da un'etica individuale ed istituzionale che il berlusconismo ha dimostrato essere carta straccia («Vedete? Io sono diversa. Di me vi potete fidare»). Ma è l'intera ideologia qualunquistica ed amorale del berlusconismo, che mostra segni inequivocabili di crepe profonde e, forse, insanabili. Anche la Moratti, infatti, ha dimostrato di essere degnissima rappresentante di quel nulla. Chiedere al figlio ed al suo scandaloso pasticcio edilizio.
La momentanea rinuncia al nucleare s'inserisce molto bene in tale contesto. Toglie qualche cartuccia alle armi dell'opposizione, sopratutto su un argomento particolarmente televisivo e mediatico. Ci vuol poco a spaventare con qualche mostruosità, antica o recente, piazzata in prima pagina. Ma il punto centrale non è neanche questo. Come al solito quando si parla di regime berlusconiano, il punto centrale sta altrove. Esattamente nel gran capo in persona.
Perchè, giustamente, è stato già sottolineato da molti commentatori che la momentanea rinuncia al nucleare è mossa che si riferisce proprio all'esito dei referenda. Non gliene frega niente al berlusca del nucleare. Così come non gliene frega niente al berlusca dell'acqua pubblica o meno. L'unica cosa che muove le azioni dell'unto è il suo interesse personale. Che s'identifica con l'assoluta necessità di evitare di essere processato. Cambiare tutto. Leggi, Costituzione, partiti, pur di evitare che la giustizia faccia il suo corso. Ma quale nucleare? Quale acqua pubblica? L'unico referendum che terrorizza davvero il dux è quello del legittimo impedimento.
Dunque è necessario fare il possibile per disincentivare i cittadini dall'andare a votare. Perchè i sondaggi, anche quelli riservati e segreti, lo dicono chiaro e tondo. La gente è stanca di questi abusi. Anche a destra. Basta costruire eccezioni per salvare l'amoralità. Basta con questo stupro continuo del paese. Della giustizia. Della libertà. Del senso della responsabilità e dell'affidabilità. E allora. Hai visto mai che, sulla spinta (anche) del nucleare, la gente poi a giugno a votare ci vada davvero? E magari, sulla spinta facile facile del metere SI a tutto, alla fine voti SI anche all'unico, vero, terrorizzante referendum che importa davvero al signore del bunga bunga?
Avere oscurato i referenda nelle tv di regime, pubbliche e private, potrebbe non bastare. Perchè la mobilitazione c'è, eccome. Il passaparola è continuo. Su internet, nei social network se ne parla ogni santo giorno. E poi, cribbio, gli speciali sulla situazione in Giappone non sono ancora finiti. Dunque l'argomento è ancora bello caldo. Praticamente sulla bocca di tutti. Dunque insabbiare, occorre. Insabbiare il più possibile. Finchè si può. Fintanto che si può.
E' questo che sta accadendo nel paese, in questo momento. Ed a sostegno dell'indecenza di tale situazione basterebbe riflettere sul fatto che anche su un problema serissimo come il nucleare non si è aperto alcun confronto. Nessun dibattito pubblico. Nessuna discussione seria ed approfondita. Anzi. Ciò che il regime aveva programmato da tre anni almeno, viene improvvisamente accantonato per motivi che, col nucleare, non c'entrano di fatto nulla. Tutta la politica energetica del regime è stata, da un pomeriggio all'altro, semplicemente buttata nel cestino. Politica d'indirizzo che, tra l'altro, il regime aveva implicitamente confermato pochissimi giorni fa, tagliando tutti gl'incentivi alle energie alternative. Altra scelta delirante e ambientalmente criminale, ma almeno coerente con la (precedente) intenzione di puntare tutto sul nucleare.
Ora, invece, questo (apparente) colpo di scena. Elettorale. Referendario. Giuridico. Ma di attenzione all'ambiente. Di seria programmazione energetica. Neanche per il ciufolo. Non c'è assolutamente nulla di responsabile. Possiamo continuare a stare nelle mani di questa gente?
La serietà (!) con la quale fanno e disfano il nucleare è la stessa con la quale fanno e disfano ogni settore di questo paese. Dalla scuola alla sanità. Dalla cultura al lavoro. Dall'ambiente al turismo. Anche per questo, signore e signori, a votare a giugno dobbiamo andarci davvero tutti. Perchè nucleare o non nucleare, il nucleo del problema sta ancora tutto lì.
Più unto che mai. [Ave]
I referendum vanno fatti ed il 12 e 13 giugno ogni cittadino degno di questo nome vada a votare 4 SI altro che le solita promesse del ghepensimì
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