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Scuola. Una collaborazione possibile

Libere riflessioni sulla scuola di un genitore presidente del CdI della scuola media Vinciguerra

Intervento a margine dell'incontro sulla scuola pubblica organizzato dal gruppo Vitaminek
il 15 maggio 2011

Quella che stiamo vivendo è una crisi di valori prima ancora che una crisi economica; la conseguenza è il disfacimento dello stato sociale. Si taglia sull'istruzione, sulla sanità e sulla ricerca e si fa poco o nulla per arginare la corruzione. Dai dati della Corte dei conti risulta che la corruzione costa all'Italia 60 miliardi all’anno; rispetto all'anno scorso si è avuto un incremento di circa il 30% di casi di corruzione.

La distruzione della scuola pubblica rientra in questo sfacelo generale a favore della scuola privata; lo stesso avviene per la sanità, si smantellano gli ospedali e si favoriscono le cliniche private. In questa situazione occorre l'impegno dei genitori che hanno come arma i decreti delegati, nati nel 1974 sotto la spinta della contestazione giovanile, e ben presto svuotati del loro significato.

Parlo per esperienza personale. Ho accettato la carica di presidente del Consiglio della scuola media Vinciguerra, vero scrigno della cultura locale, minacciata nella sua stessa integrità, soprattutto per difendere il suo modello di formazione delle classi altamente garantista, normalità in altre latidutini ma talvolta rarità nel panorama locale. La mia esperienza mi ha portato ad alcune considerazioni d'ordine pratico sul rapporto tra le varie componenti della scuola.

Insegnanti-Genitori

L'insegnante, in particolare in questi ultimi tempi, si sente come l'ultima ruota del carro, per cui vede il genitore come un rompiscatole che vuol mettere becco in cose che non sono di sua competenza. Sono anche giustificati perché sono abituati a genitori magari aggressivi che hanno come finalità unica il proprio pargolo, che va difeso a ogni costo. Il genitore, però, non è una figura professionale, egli può essere a sua volta professore o professionista assai valido e impegnato nel sociale. Inoltre la mancata collaborazione con i genitori (consiglieri e rappresentanti) può comportare per i professori il rischio di perdere un utile alleato nel rapporto sempre più subordinato con il preside. Il rapporto preside-rappresentanti dei genitori è solo di collaborazione e non di dipendenza. Vorrei fare un esempio pratico: l'anno scorso si verificarono alcuni episodi che crearono qualche problema. Il preside e i docenti si rimpallavano le responsabilità del mancato intervento, fino a che alcuni professori hanno richiesto la collaborazione dei consiglieri dei genitori, e in questo modo si è arrivati a una soluzione veloce del problema. Questa collaborazione però è un'eccezione; la gran parte dei docenti non conosce neppure i consiglieri della componente genitori. Per superare questo problema nella nostra scuola si è incluso nel POF, che il preside organizzi un incontro con il collegio dei docenti per presentare i consiglieri appena entrano in carica.

Preside-Genitori


La figura del preside è quella di un manager, che ha molti poteri sui professori e sul personale scolastico, ma non sui genitori. Nella formazione e approvazione del POF ad esempio ogni singolo genitore del consiglio d'istituto ha lo stesso potere decisionale del preside, tutti contano uno, e in caso di parità il voto del presidente vale doppio.

Nella formazione delle classi il preside spesso ha praticamente un potere assoluto, per cui è fin troppo chiaro che può diventare una forma clientelare per accrescere il proprio potere anche fuori l'ambito scolastico. La Vinciguerra ha risolto il problema con il sorteggio delle classi e con una commissione di genitori, insegnanti e preside che ne garantisce la regolarità.

Per evitare piccole furbizie possibili dopo il sorteggio, l'anno scorso abbiamo aggiunto al POF che ogni eventuale passaggio successivo deve avere il parere consultivo dei consigli di classe di uscita ed entrata. Queste norme, però, hanno bisogno di essere difese e anzi diffuse da tutti i componenti scolastici compresi i genitori.

Certo tutte le scuole hanno il loro POF in bella mostra. Ma talvolta il sorteggio viene aggirato, non pubblicizzando la data dello stesso e chiamando solo genitori che formano le classi a loro piacimento. I genitori con cui si può instaurare una collaborazione al fine di salvaguardare la scuola nel senso generale sono pochi. Molti si occupano solo del figlio: che abbia i migliori insegnanti e i compagni preferiti. Il presidente CdI è l'unica carica effettivamente eletta democraticamente da tutte le componenti della scuola . La sua importanza non è solo simbolica: è una sorta di garante, che deve difendere l'anima della scuola in tutte le sue componenti.

Il mio consiglio è quello di partecipare alla vita scolastica e di impegnarsi negli spazi consentiti. Non è vero che non si può fare nulla, come si vuole far credere anche all'interno della scuola. Ad esempio le indagini Arpa presso la sede dell'Osteria della Fontana sono frutto della collaborazione preside e genitori. E l'interessante progetto sull'educazione stradale "Il colore può salvare una vita", che farà parte anche della programmazione futura, è nato per iniziativa di un genitore.

Carlo Ribaudo

Commenti

  1. Condivido in pieno il pensiero di Carlo e ribadisco che insieme si può cambiare.
    Invito tutti i genitori ad essere più partecipi alla vita scolastica dei propri figli, consiglio loro di entrare a fare parte della vita quotidiana della scuola, interessarsi dei programmi scolastici, entrare a far parte dei consigli di classe e d'Istituto, aiutare gli alunni ed i professori nelle piccole battaglie di tutti i giorni ecc..
    La rivoluzione cultutrale e sociale dei nostri figli dipende da noi, la scuola è stata abbandonata dalle istituzioni che ne dovrebbero garantire la vitalità invece al contrario ne garantiscono a forza la sopravvivenza forzata.
    Queste lobi di potere hanno scelto di non investire più sulla scuola pubblica, di non investire sul futuro culturale dei nostri figli ed abbandonare definitivamente la ricerca ed i finanziamenti alla scuola pubblica.
    Per garantire il successo di questa linea politica distruttiva queste lobi di potere politico/privato fanno leva sul nostro silenzio assenzo, loro puntano sulla nostra abbitudine al "....ma si restiamo a guardare che forse qualcuno ci salverà" ma vedete quel qualcuno non esiste più ma ci siamo solo noi e la nostra speranza in un futuro migliore.
    Vogliamo o NO garantire una speranza di vita ai nostri figli?
    Vogliamo o No garantire un futuro culturale e sociale alla nostra Nazione?
    Vogliamo o No salvaguardare la nostra storia culturale?
    Dipende da noi e dalla nostra partecipazione alla vita sociale partendo da tutti inostri diritti per primo quello allo studio ed alla cultura.
    Abbiamo il diritto di studiare nelle scuole pubbliche e lo stato ha il dovere di garantire il nostro diritto allo studio.
    Tocca a noi non deludiamo le nuove generazioni, non restiamo a guardare.
    N.Lauretti

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