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Referenda. Gl'italiani licenziano il regime

Sembrava pazzesco solo ipotizzarlo, un paio di mesi fa. Eppure è accaduto. Il regime PdL+LegaNord ha preso, in un mese, due schiaffi talmente potenti da lasciare senza fiato. Dopo le grandi città del centro nord, infatti, gli sfascioleghisti hanno perso anche i referenda. Ed in uno dei modi più travolgenti e ridicoli che la storia di questo paese ricorderà nei secoli.
Diciamocelo subito. I referenda non avevano diretta rilevanza politica (nazionale). Ma, s'è per questo, neanche le amministrative avevano diretta rilevanza politica (nazionale). E quindi dice bene Di Pietro quando raccomanda di non strumentalizzare l'esito del voto referendario, al quale hanno partecipato anche milioni di elettori destri, evidentemente, perchè altrimenti certe percentuali non si spiegano.

Ma, contemporaneamente, dicono bene anche Bersani e Vendola. Quando invocano dimissioni immediate ed irrevocabili. Perchè è impossibile dimenticare che il primo ad aver personalizzato l'esito delle amministrative come un referendum su se stesso è stato proprio il signore del Bungabunga. Che, come il suo solito, s'è presentato davanti agli elettori convinto di poterli fregare con le fregnacce tipiche del suo ventennio, ed invece s'è ritrovato coi consensi personali ridotti del 50%.

Ed anche sui referenda occorrerebbe un po' di precisione. Berlusconi e Bossi che annunciano di non andare a votare, al di là dell'esempio istituzionale che dovrebbero dare al paese, è un chiaro ed evidente messaggio politico. Così com'è stato politico il tentativo volontario e persistente d'intralciare i referenda. Continuando a proporre ricorsi ridicoli che le più alte istituzioni dello stato non hanno potuto fare altro che respingere, in quanto basate su presupposti del tutto privi di fondamento.

Così, arrivati alla canna del gas, come si suol dire, i destri di regime hanno pensato bene di scaricare completemente la consultazione referendaria. Libertà di scelta. Per un partito profondamente fascistizzato com'è il PdL, si tratta praticamente di un nonsenso. Anche perchè, se ci pensate per benino, i quesiti referendari non nascono sulla luna. Riflettono, invece, scelte precise che il regime ha fatto negli ultimi due anni. Dunque aver respinto queste scelte assume il significato tipico del referendum. Che dice un chiaro ed inequivocabile NO alle politiche del regime.

Il popolo italiano ha bocciato in modo assoluto e senza scampo le fondamenta della politica destra di questi due ultimi anni. E lo ha fatto sfruttando anche il dissenso di una parte dello stesso popolo destro, evidentemente non convinto della bontà di certe scelte. Dunque la domanda è semplice: può, un esito del genere, non avere alcuna ripercussione sul governo nazionale?

Nel momento in cui gli elettori bocciano in modo così sonoro tutta la politica governativa. Sia a livello locale sia a livello di grandi scelte di fondo, la considerazione non può che essere una: questo regime è stato, di fatto, dimissionato dai cittadini. E nel modo tipicamente ridicolo com'è proprio dei destri. Privi di idee. Privi di prospettive. Privi di progetto. Non sono stati neppure capaci di difendere le loro stesse scelte. Hanno preferito incartarsi in una serie impressionante di autogol per fare di tutto per sabotare i referenda. Ma, contemporaneamente, per non lasciarsene coinvolgere politicamente. Onde poter dire, adesso, che loro non sono sconfitti in quanto non hanno scelto.

Scelta ridicola e dissennata quanto mai, dato che i temi referendari sono stati basati su leggi che lo stesso regime ha voluto, votato ed imposto agl'italiani.

La prima riflessione, dunque, che a caldo mi viene in mente è che questo regime non è più maggioranza nel paese. Ha bruciato interi anni finanziari esclusivamente concentrato sui guai di un vecchio che ama spassarsela con giovani dai dubbi costumi. Non ha saputo progettare una nuova Italia perchè la classe politica che ha espresso è di livello tanto basso e miserevole che la parola che meglio la può fotografare è quella usata dalle opposizioni a proposito delle fiducie votate: mercato.

Una classe politica che non è neppure, a ben guardare, strettamente di destra. Perchè la destra autentica non fa fare carriera politica alle mignotte. Questi in realtà sono un gruppo di affaristi che sognano l'autosufficienza economica, giuridica e morale seguendo colui che, per primo, questa specie di autàrcheia la cerca per sè.

A distanza di un ventennio, è questa l'eredità che ha lasciato il berlusconismo. A parte il fallimento morale, ed anzi l'esaltazione dell'amoralità come tratto distintivo della volgarità, dell'ignoranza, del sopruso di regime, molti altri sono i fallimenti ascrivibili a queste politiche scellerate. Vogliamo parlare della crisi economica? Il regime è stato l'ultimo ad accorgersi che c'era. Ricordate? Era solo una percezione. Riguardava gli altri. Noi continuavamo a stare bene. Anzi benissimo. Di più. Stavamo proprio meglio degli altri.

Ora, meravigliosamente, siamo gli unici che continuano a sentire intatto il morso della crisi. Mentre gli altri crescono con percentuali da capogiro, e si riprendono il terreno perduto, noi stiamo qui a giocare coi numeri infausti di Tremonti, il complice assoluto dello sfascio economico del regime. Il principe nero che qualche anno fa invitava i cittadini proprietari di immobili ad ipotecare la casa per avere liquidi da spendere. Per le vacanze. Per le auto. Per la bella vita.

Vogliamo parlare della scuola? E' una riforma che abbiamo fatto, dicono gli sfascioleghisti. Ecco. Era proprio il caso di non farla, invece. Perchè non di riforma, bensì di controriforma occorre parlare. Qualsiasi mentecatto è capace di tagliare risorse. Non occorre particolare intelligenza. Ed infatti, il regime proprio questo ha fatto. La scuola pubblica italiana ha pagato e continuerà a pagare per anni il prezzo più alto agli sprechi della casta fascista.

Invece di investire per creare basi nuove, stabili, durature, capaci di assicurare un futuro di crescita culturale ma anche economica, il regime ha tagliato indiscriminatamente. Ed ha ridotto la scuola pubblica ad una larva che grida vendetta. I vostri figli li vuole preferibilmente stupidi e senza tutele. Questo è il messaggio. Carne da macello per la nuova industria padronale che verrà, quella stessa che il signor Marchionne, con la complicità dei sindacati embedded, ha già cominciato ad allevare.

Vogliamo parlare di sanità? Basterebbe fermarci alla nostra regione, per rendersi conto di quanti danni hanno fatto e continueranno a fare le scelte criminali delle destre. Dicono di amare la nostra terra, ma alla prova dei fatti sembra invece che vogliano distruggerla. Renderla l'immondezzaio di Roma. Terra di confine nella quale gettare la spazzatura velenosa e maleodorante prodotta altrove. La sanità pubblica è stata letteralmente distrutta dalle destre di regime, ed i conti politici abbiamo appena cominciato a farli. Questa è gente che ha fatto solo scelte dannose. Già abbiamo cominciato a rendercene conto. Basta andare a chiedere una prestazione medica.

Il vecchio sogno col quale il berlusca ci ha imbambolato in quest'ultimo ventennio sta svanendo. L'alba del risveglio è arrivata. Non siamo più ricchi. Al contrario. Siamo più poveri. Il lavoro non è aumentato. Al contrario, è diminuito. E quel poco che c'è è tragicamente precario. Senza tutele. Senza difese. I servizi pubblici non sono migliorati nè aumentati. Al contrario. La scuola, la sanità ed i trasporti pubblici fanno i conti con i tagli straordinari necessari per mantenere il mignottificio fascista. Meno istruzione. Meno salute. Meno mobilità.

Che rimane? Svanito il sogno, rimangono solo le macerie di un incubo che, ma per davvero, è ora che scompaia definitivamente. E con esso tutti i complici. Tutti gl'imbrattacarte prezzolati che hanno ubbidito interessatamente al supremo inganno. Basta. Questo paese non è un giocattolo. Neanche un passatempo.

E' una cosa maledettamente seria. Ed importante. Proprio come il futuro dei nostri figli. [Ave]

Commenti

  1. referenda come plurale non se pò sentì.
    http://dizionari.corriere.it/dizionario-si-dice/R/referendum-curriculum.shtml

    RispondiElimina
  2. Detto bene Prof. è ora che qualcuno iniziasse a frsi due conti e mettesse in un angolo le promesse fatte in questo ventennio e le spulciasse una ad una per poi vedere di fatto coasa ne è stato del sogno Italiano che il sig.B. avevea promesso.Ricordate meno tasse per tutti, un Milione di posti di lavoro, il contratto con gli Italiani, più Libertà dalle dittature di Sinistra che non permettono a questo paese di crescere, il presidente operaio, una scuola migliore per no nparlare poi delle riforme ma bisogna tener presente che Riformare significa cambiare un qualcosa che è vecchio ed inadeguato con un nuov pensiero di civiltà e modernità, riforma significherebbe fare una cosa nuova che tenga conto dei tempi e delle esigenze ecco partendo da questa premessa andate ad analizzare la Controriforma della scuola e la futura delle Università, guardate come vorrebbero riformare la giustizia "...una prova l'abbiamo vista con il SI di ieri sul Legittimo Impedimento", cercate di vedere più in la e capite qual'è il pensiero di riforma Sanitaria che questi [...] vorrebbero per il nostro paese per non parlare di come hanno riformato in un decennio l'informazione scritta e televisiva.
    In poco meno di venti anni hanno sovvertito lo stato di diritto imponendo un programma massonico nel mostro sitema Democratico portando di fatto il nostro paese ad un paese Parzialmente Libero.....
    Ora tocca a noi dopo il Referendum salviamo la Sanità e l'Istruzione Pubblica per il futuro dei nostri figli.
    VitamineK

    RispondiElimina
  3. Ma perchè nun se po' sentì, referenda? Ci sono i curricula, è diventata pienamente italiana, tanto per dire, la parola fondamenta.

    Io invece dentro la parola referenda ci vedo solo il rispetto dovuto al nocciolo fondamentale della nostra civiltà. Ciò che siamo, e ciò che noi abbiamo insegnato all'umanità, sta tutto lì. Nella stagione più alta della nostra cultura. E la lingua latina ne è parte integrante e centrale.

    Smettiamola di vergognarci delle nostre (grandi) origini. I francesi condannano l'uso di parole straniere. Al punto che persino nei loro siti internet, dove l'uso dell'inglese è dovuto per ragioni di comunicabilità e preminenza, essendo nato tutto negli States, al posto di DOWNLOAD trovate TELECHARGEMENT.

    Ecco. Se permetti, TELECHARGEMENT nun se po' sentì. Onore e gloria, invece, alla nostra grande civiltà, della quale REFERENDA è solo un rispettoso (e corretto) omaggio.

    [Ave]

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