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Prima i cittadini


Sono passate, finalmente. Le primarie che dovevano decretare, coram populo, il grande cambiamento della coalizione del centrosinistra. Sono state un grande sercizio di democrazia. Si, certo. Senza dubbio. Ma sono state anche insopportabili. A chi ha vinto, finalmente, dico che sarebbe ora di ricominciare ad occuparsi del paese e dei cittadini. A chi ha perso, finalmente, dico di mettersi al servizio della coalizione. Per costruire un progetto politico capace di cambiare il paese, e di restituirgli un futuro che non sia oscuro come il presente.

Queste primarie del centrosinistra sono state fin troppo vere. Detto in parole povere, se le son date di santa ragione. Ora. Che sia stato frutto di sapiente regia marionettistica, come qualcuno sussurra. O che si sia trattato di reale competizione. Fatto sta che il risultato è stato inequivocabile. Hanno distrutto più di quanto, probabilmente, abbiano costruito. Al punto tale che continuo a chiedermi se, ma per davvero, i cinque candidati appartengano realmente alla stessa coalizione. Addirittura, nel caso dei finalisti, mi chiedo invece se davvero appartengano allo stesso partito.

Sono stato a lungo indeciso se andare oppure non andare a votare. Poi, dando un'occhiata alle regole stabilite per poterlo fare, ho capito che probabilmente non c'era una grande volontà di portare al seggio un numero di elettori di centrosinistra superiore a quello di precedenti, antiche, primarie. Ed infatti, come volevasi dimostrare. A queste primarie, nonostante i numeri, le folle sono state più piccole. Era questo l'obiettivo che volevano raggiungere?

In un primo momento, dunque, avevo pensato di non andare. Poi avevo assunto una posizione meno intransigente. Vada come vada, mi ero detto. Domenica 25 avevo già una giornata piena. Se avessi fatto in tempo, sarei andato. E' andata così. Ma, arrivato al seggio di piazza Boscaini, ho beccato una grande fila. Avendo una riunione in scadenza, ho dovuto rinunciare. Insomma alla fine non ci sono andato. E, stante le regole, non sono andato neppure ieri.

Se l'avessi fatto, avrei votato Nichi Vendola. L'unico ancora capace di farmi sognare un mondo realmente diverso. Un mondo di sostanza, nel quale le chiacchiere sono solo, appunto, parole. E non riempiono alcuna politica. Quello nel quale, tanto per dire, l'istruzione e la sanità pubbliche potrebbero trovare fondi sufficienti alla propria sopravvivenza semplicemente rinunciando all'acquisto di costosissimi ed inutilissimi aerei militari. Che son capaci di portare morte e distruzione, non certo istruzione nè salute. Senza alcun bisogno di aumentare tasse. O parlare di rimodulazione pensando, in realtà, allo smantellamento.

Dei due finalisti ho poco da dire. Brave persone. Ancorate a schemi, contrapposti, che si sono autoalimentati. Tanto Bersani quanto Renzi mi son sembrati sufficientemente opachi per aver bisogno l'uno dell'altro per certificare il proprio diritto all'esistenza. Politica. Io sono ciò che non sei tu. Io sono altro da te. Che è il segno di una sconfinata debolezza. Se infatti gli si toglie l'avversario, entrambi potrebbero cadere rovinosamente. Come, appunto, farebbero solo delle marionette. Ci avrà guadagnato qualcosa la coalizione? Spero di si.

Nel frattempo la nostra vita non è migliorata. Non ha fatto un solo passo avanti. Anzi. I problemi non sono andati a votare le primarie. Non hanno voluto fare neppure una pausa. Imperterriti. Contrariamente a certe euforie che stanno allagando le dichiarazioni di certi PD, nazionali e locali, le primarie non risolvono alcun problema. Semplicemente, li scaricano sulle spalle di uno solo.

E' stata una grande prova di democrazia, certamente. Ma sarebbe stato bello vedere tanta partecipazione. Tanta mobilitazione. Tanta dedizione. Anche per la soluzione di problemi reali. Anche di uno solo. Scelgo a caso dal mucchio. L'ospedale di Anagni. Per la cui salvezza sarebbe stato assai utile poter contare, in passato, sulla stessa, massiccia mobilitazione popolare delle famose truppe cammellate. Che certe forze di centrosinistra si decidono a smuovere solamente per i propri duelli interni. Congressi o primarie che siano.

E dunque. Alla fine. Le primarie son passate. L'orgia di democrazia è terminata. Ma i problemi rimangono qui. Attaccati alla nostra realtà come zecche maligne. Onore e gloria al vincitore. Soffiate le trombe al passaggio del carro aureo. Cospargete di petali il sentiero dei suoi passi. Ma, per favore, adesso fermatevi ed occupatevi di noialtri. Perchè noi si sta qui. Come sempre. A penare.

L'onore del partito è salvo. La forza della coalizione s'è rinsaldata. Lo spirito della democrazia s'è esaltato. Non disperdete tutta questa forza. Impiegatela. Gestitela. Usatela. Mettetela al servizio di un obiettivo diverso dal decidere chi deve occupare una poltrona.

Per il paese. Per i cittadini. Anche di quelli che non sono venuti a votarvi.
Perchè i cittadini, ragazzi, vengono prima.

[Ave]

Commenti

  1. PROF RACCOLGO IL TUO APPELLO! INIZIEREMO TRA POCHI GIORNI CON LA PRESENZA DI ZINGARETTI AD ANAGNI E STANNE CERTO NON FAREMI DIVENTARE QUESTA VISITA COME UNA PASSERELLA ELETTORALE... EGIDIO PROIETTI

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  2. Mamma mia che povertà di idee, si sono massacrati solo per una questione di potere, altro che rinnovamento.

    RispondiElimina
  3. Comunicazione di servizio:

    dove prima leggevo le antiprima dei commenti mi appare questo:

    Si è verificato un errore nel gadget
    Si è verificato un errore nel gadget

    dipende da Voi o da me ?

    Anziana Ignorante

    RispondiElimina
  4. Può essere una disfunzione momentanea. Ricaricare la pagina in genere è sufficiente. Comunque l'origine è la casa madre. Il server di Blogger, che ospita questo spazio.

    [Ave]

    RispondiElimina

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