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Cara Anna Rita, ma di cosa stiamo parlando esattamente?

Questo intervento è la risposta a quanto pubblicato da Anna Rita Leonardi sull'HuffingtonPost di oggi. Pertanto andrebbe letto DOPO aver letto il precedente. Il sottoscritto si augura, peraltro, che questo intervento di Curzio Maltese, sempre sull'Huffington Post di oggi, che vorrebbe aver scritto lui, sia una profezia sostanzialmente diversa da quelle, divenute oramai mitiche, di Piero Fassino.  

Cara Anna Rita Leonardi.

Faccio subito un appunto. Doverosissimo. Io sono un semplice cittadino italiano. Che, anche per effetto delle dinamiche politiche osservate molto da vicino qui sul territorio, non solo non è mai rimasto ammaliato dal trasformismo piddi, ma anzi ha definitivamente e profondamente fatto proprio lo slogan "MAIPIUPIDDI" dopo la disgustosa ed umiliante distruzione della scuola pubblica avvenuta con la famigerata riforma.

Detto questo, cara Anna Rita, leggo le sue ultime dichiarazioni sul suo piddi e la domanda che mi viene spontanea è: di cosa si sta parlando?

Ecco Anna Rita, mi permetta di dirle il mio pensiero. Davvero secondo lei l'arroganza, se esiste, non è certamente da attribuire al comportamento di Renzi? Raramente, in questi anni, ho visto un leader politico così strafottente, arrogante e presuntuoso rispetto a tutti coloro che non sono disposti ad inginocchiarsi di fronte a lui, militanti compresi. Basterebbe citare Ignazio Marino, il sindaco cacciato perchè non gradito al ReSole, oppure il famigerato «Fassina chi?», per simboleggiare il calpestamento di qualsiasi dignità attribuita all'«altro».

L'arroganza, mi permetto di dire, è attribuibile ad una politica verticistica che ha completamente e volutamente ignorato la semplice e nuda realtà. Preferendo la difesa ad oltranza, oltre ogni limite di buon senso, non solo politico, di quei grandi potentati economici, in primis le famigerate banche di famiglia, contro i legittimi interessi dei cittadini, della gente semplice che non conosce banchieri e non possiede banche. Ma solo uno stipendio frutto di lavoro. E non di vergognosi vitalizi.

In questo contesto, cara Anna Rita, sorpresa! I "pacchetti di voti" che il ReSole non si è neppure mai guadagnato sul campo, non essendo stato votato neppure da un solo cittadino italiano, quegli stessi "pacchetti di voti" che il ReSole riteneva gli fossero dovuti per diritto divino, a prescindere, non funzionano più. Anzi, più la gente vede, e sente, le battute sul nuovo, sull'onestà, sulla competenza, sulla sanità pubblica, sulla scuola pubblica, sul lavoro, sulla crisi ch'è passata da tempo, più monta la rabbia per l'ennesima presa per il @@@@, e scappa via dal piddi. E continuerà a scappare, garantito. I cittadini non vi vogliono, proprio perchè umiliati ed offesi dall'arroganza del "qui comando io" di un ReSole qualsiasi, autonominato.

Lei poi nega qualsiasi "scollamento con la base" e pure qualsiasi "perdita d'identità" del suo piddi. E qui mi domando: ma la "base" chi e cos'è? Non è forse il senso del partito sui territori? Ecco. L'esempio più luminoso di questo scollamento col paese reale, quello dei territori, ce l'ha sotto gli occhi. E' sufficiente che si vada a ripassare tutti i risultati (effettivi, concreti, pieni di numeri) di queste amministrative testè conclusesi. Raccontano di un piddi, del suo partito, ch'è precipitato in tutta Italia. Insomma. Un partito scollegato non solo dalla "politica", ma addirittura dai territori.

In tutto ciò, al suo piddi non rimane più molto da dire, mi pare. Quella che doveva essere la rottamazione delle vecchie logiche inciuciesche s'è rivelata solo una umiliante manovra di potere. Adesso che la poltrona ce l'ho, me la tengo bella stretta. Magari pure con l'aiuto di un vecchio amico come Verdini. Tant'è che la sistematica e matematica sconfitta in tutti i ballottaggi contro il M5S dimostra, in soldoni, che colui che pretendeva d'esser il rottamatore dovrebbe, ahimè, esser rottamato.

Ma la rottamazione non si gioca sulle apparenze dei carini, pettinatini, a modini, in perfetto yankee style. L'unica rottamazione che può ancora avere un senso sta nelle logiche. Nei metodi. Insomma, nelle scelte. Nella politica. Perchè non c'è alcuna novità nel distruggere la sanità e la scuola pubblica, ed i diritti dei lavoratori, e la Costituzione Repubblicana, e l'indipendenza della magistratura, in favore dei grandi poteri economici. Dei "padroni" confindustriali. Delle banche. Dei grandi baroni della finanza internazionale. Tutto questo è un programma antico, che discende da Licio Gelli. Dalla peggiore DC gladiatoria. Giù giù fino al più sgangherato berlusconismo di ventennale memoria. Un programma già 
ascoltato. Già visto. Già combattuto. In primo luogo, ed in prima fila, da quei grandi personaggi che hanno fatto un'altra storia, quella del PCI. Della quale, evidentemente, il novello ReSole si vergogna, e non vuole essere assolutamente erede. Ecco. Almeno in questo senso può stare serenissimo, il ReSole. Perchè, in effetti, nessuno di noialtri pensa che lo sia.

Il berlusconismo è durato un ventennio. Ma era lento. Pacioso. Arruffato. S'è intruppato nelle barzellettacce, nelle figuracce, nelle nipotine, nelle fidanzatine, nelle olgettine. Politicamente una commedia all'italiana, ma tenuto in vita da uno spasmodico lavorìo di gossip che ha avuto una ricaduta economica di qualche punto di pil. Il novello ReSole, invece, tempo due anni ed ha già il tipico fiato corto di chi, come l'indimenticabile Innominato manzoniano, non vede «mai nessuno sopra di sè, nè più in alto». Doveva correre verso le riforme, ha sempre detto lui. Verso la distruzione dei principi democratici della Repubblica, abbiamo sempre detto noialtri.

Bisogna dargli atto, comunque, che ha sempre fatto proprio tutto di corsa. Anche le interviste. Fatte "al volo" per rinsaldare quest'immagine svolazzante ed irrefrenabile. Ecco. Forse, cara Anna Rita, ha davvero corso un po' troppo. Con la testa per aria. Finchè s'è ritrovato da solo. Del tutto scollegato dalla realtà. Come il maratoneta nello sprint finale, adesso è entrato nello stadio. Ma sta correndo da solo. E, sugli spalti, quei pochi che ci stanno per lo più lo fischiano. Se ad ottobre inciamperà nella fossa che si è scavata da solo, ebbene, potrà essere l'unico motivo per il quale resterà imperituro nella storia di questo paese.

Una meteora che ha brillato, intensamente. Ma che s'è spenta alla velocità della luce. Una velocità alla quale la natura non ci ha abituati.

Neppure la politica.

[Ave]

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