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Anagni-Taranto. Gemellaggio di diossina

Faremo la fine di Taranto? Questo mi è venuto da pensare, ieri, mentre leggevo questa cronaca sul Corriere. Lo confesso: mi sono impressionato. Perchè ai nomi tarantini potreste sostituire quelli anagnini, ed il gioco è fatto. Stessi indizi. Stessi veleni. Stesse malattie. Stesse vacche. Addirittura stessi fumi e stesse popolazioni inferocite da anni di menefreghismo ed incuria.
Non cambia una virgola. L'unica cosa che sembra diversa, nei due casi, è l'ARPA. Che a Taranto sembra funzionare, mentre qui da noi, invece.
Ma c'è almeno una lezione di cui far tesoro. A Taranto ispettorato del lavoro e tecnici universitari hanno fatto, letteralmente, un'incursione nello stabilimento sospettato. Qui da noi, ricordate? Su segnalazione precisa di una cittadina intossicata, i tecnici dell'ARPA furono fatti aspettare un'ora, davanti ai cancelli chiusi. E si dovettero chiamare i Carabinieri. Incredibile, eh? Eppure è successo. Così come è successo che laggiù gli operai siano stati i primi a pretendere controlli ed un monitoraggio continuo, supportati dai sindacati. Qui da noi, invece. Fresche brezze di primavera, respirano a ciclo continuo.
Altro che francesi, polacchi o giapponesi. E' con Taranto che ci dovremmo gemellare. [Ave]

Commenti

  1. In questi giorni sto ritinteggiando la facciata della mia casa, visto che era diventata più nera che bianca. Al momento della pulizia delle ringhiere, delle soglie, fatte con lavoro di gomito c'è stata la realizzazione di quanto inquinamento c'è ad Osteria della Fontana, la realizzazione che se sui muri c'era tutto quel nero, quanto ce n'era sugli ortaggi, sui foraggi che diamo ai nostri animali, ma soprattutto quanto ne respiriamo?
    Nonostante tutto, anche solo facendo una ricognizione attorno alla chiesa di san Giuseppe, si vedranno case che del rosa o del bianco originario delle facciate non hanno più nulla, i tetti sono neri, persino i secchioni dell'immondizia sono neri, ma di lenzuoli bianchi per protestare...pochi!
    Perché non mandiamo le fatture per il ritinteggiamento delle nostre case a chi ha prodotto tutto quel "carbone nero"?
    Perché ognuno di noi non manda una lettera al Sindaco (responsabile della salute pubblica)con i nomi dei familiari deceduti o malati per malattie che possono avere qualche nesso con il degrado ambientale in cui viviamo?
    Penso che davanti a malattie così gravi ( nessuno può essere sicuro che ne resterà fuori) nessuno si preoccuperà di mantenere la privacy.
    Ma allo stato delle cose come si possono promuovere, ad Anagni, mercatini di prodotti biologici del teritorio, come quello di domenica scorsa, se il territorio è quello fortemente inquinato della Valle del Sacco.
    P.S. Qualche medico si deciderà a fare un'ordinanza che vieti l'attività fisica, sempre più frequente, di persone che stimolate a camminare, decidono di camminare per ore nelle strade di Osteria della Fontana?

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  2. Condivido tutto. Anche la tristezza e l'assurdità della nostra situazione.

    Osteria della Fontana è il quartiere di Anagni che sta conoscendo il maggior sviluppo. Prima sono arrivati i grandi magazzini, fuggiti da un centro città caotico, disordinato e claustrofobico.

    Quindi sono arrivati, e stanno continuando ad arrivare, grandi costruzioni residenziali. Tanti nuovi appartamenti per una popolazione che cresce. Una cosa assai simile accade anche qui a San Bartolomeo, se si esclude il deserto commerciale. Crescono palazzine come funghi, e gli abitanti aumentano in numero ed esigenze.

    Ebbene. Non è paradossale che aumenti il numero di residenti proprio nei due quartieri che più di ogni altro sono a rischio per la loro vicinanza con l'inquinamento da diossina? La ciliegina sulla torta: ad Osteria hanno persino trasferito la scuola media Vinciguerra. E ci pagheremo, in 5 anni, persino la bellezza di 1.000.000 di euro d'affitto!

    Quando si parla d'incapacità progettuale a tutto questo ci si riferisce. Un'amministrazione capace ha il dovere di gestire il presente mentre pensa il futuro. Che è cosa ben diversa dal timbrare licenze ed accontentare l'amichetto di turno.

    Occorrerebbe un confronto serio e partecipato su un progetto possibile per questa città. Invece, che accade? Senza il minimo straccio di progetto futuro, ci si limita ad intervenire (male, in ritardo, e disordinatamente) sull'immediata emergenza. Ma mettendoci una pezza. Mai un intervento strutturale. Solo palliativi momentanei che, con le prime piogge oppure alla minima fuoriuscita di nerofumo, vengon giù come l'ultima neve di primavera.

    Dice bene, il commento, a proposito dei mercatini domenicali. Erano stati ideati per coniugare turismo e prodotti tipici del territorio. Idea validissima. Realizzazione ridicola. Perchè quest'amministrazione pensa di lavarsene le mani autorizzando quattro bancarelle la domenica. E no, ragazzi. Bisogna lavorare. Bisogna darsi da fare. Mica basta una roba del genere.

    Il turismo va incentivato. Ad esempio con una politica culturale che già solo il nome di Anagni potrebbe far risplendere. Ce l'abbiamo? Abbiamo un'estate anagnina, come ha persino il più minuscolo e sperduto e sconosciuto paesino del Trentino, o della Toscana, o dell'Umbria?

    Cosa si sono limitati a fare, invece? Quattro bolli per una manciata di bancarelle, e via. Tutti al mare. E, paradosso dei paradossi, hanno scelto di favorire la produzione tipica e biologica mentre il paese, e la valle del Sacco tutta, è sotto assedio di veleni innominabili e portatori di cancro. Mentre sussistono divieti di consumo e produzione, mentre gli agricoltori e gli allevatori sono in ginocchio a causa dell'inquinamento.

    Mentre, e questa sarebbe tutta da ridere se non fosse tragica realtà, nella città di Roma, ossia nella città che è la base di partenza naturale dalla quale potrebbe arrivare quel famoso flusso turistico che tanto farebbe bene ad Anagni, ci sono numerosi bar che espongono cartelli del genere: «in questo bar NON si vende latte ciociaro».

    Ma di che stiamo parlando? Il comune si spremerà tanto le meningi per invitare il primo D'Alessio che passa per le fantasmagoriche feste di SanManno. E punto. Alla faccia del turismo. Della cultura. Dell'estate anagnina. Del commercio. Dei prodotti tipici. Della diossina. Della bonifica che mai si farà.

    Buona estate. [Ave]

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  3. bene questi commenti però vi state scordando 2 cose da fare molto importanti, la prima è deviare la casilina,la seconda bloccare l'inceneritore di BONOLLO ,che strano ma nessuno ne parla...

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  4. Strano è anche che nessuno si indigna se ad Anagni viene scoperta una frode fiscale da um milione di euro e sicuramente, sarà uno dei tanti ricconi italiani che andrà a concordare con l'erario un condono.
    L'ennesimo scandalo italiano a danno dei poveri cittadini che per un ritardo minimo nel pagamento di una cartella, si vedono comminare more, tagli di corrente, gas, telefono e anche confisca dell'unica macchina posseduta.
    OK, per quanto riguarda Osteria della Fontana.
    Sarebbe bene formare un comitato di quartiere fondato e organizzato che lavori in maniera capillare, informando e coinvolgendo tutti gli abitanti per non abbassare la guardia...ci sono tante "marangoni" in agguato!

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