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Visualizzazione dei post da luglio 19, 2010

Le romene che piacciono al leghista

Lo so, lo so. Vi starete chiedendo, preoccupati: chi sarà mai sto tizio senza occhi? Tranquilli. Ve lo dico subito. Questo signore che vedete in foto si chiama Cesare Biasin . Qui da noi non è nessuno, d'accordo. Ma dalle parti sue, diciamo nel trevigiano. Diciamo meglio: in una piccola e sconosciuta cittadina di nome Silea , questo signor Biasin è una vera star. Garantito. Non a caso, come vedete, porta la fascia tricolore. Perchè è stato pure sindaco. Poi consigliere. Il partito. C'è bisogno di dirlo? Quelle son zone contaminate . E poi la melma, come sappiamo bene, tranne qualche deplorevole eccezione, viene tutta dalla stessa parte. Insomma il Biasin è un leghista. Anzi. Un padano triveneto, razza che alcuni studiosi stanno ricercando anche nella fauna locale, in alcune vacche che ce l'avrebbero molto, molto dure. Senza successo, però. Perchè vi parlo del sior Cesare? O bella. Perchè l'ha combinata proprio grossa. Da leggere tutta d'un fiato. Magari dalle pagi

Chiedete scusa a Falcone e Borsellino

Ma perchè non si riesce a sconfiggere il fenomeno mafioso? Perchè si prendono a martellate le statue di coloro che sono caduti in nome della legalità dello Stato? Come contributo alla discussione, per capire quanto il problema è complesso, vi invito a leggere il seguente articolo apparso sul blog del signor Gianfranco Miccichè (quello con l'accento sulla e). E' il signore che vedete qui accanto. L'articolo non è firmato da lui, ma dal celeberrimo Eusebio Dalì, (quello con l'accento sulla i) che potete vedere qui . Sono l'avanguardia intellettualmente più avanzata (basta vedere la concentrazione nella lettura dell''Eusebio, per capirlo) di quel Partito del Sud che si è di fatto già staccato dal PdL, in Sicilia. Credo sarà molto illuminante leggere che cosa è scritto nell'articolo. Vi svelo solo il titolo, così potete anticiparvene un'idea. S'intitola «Chiedete scusa a Marcello Dell'Utri» . Personalmente mi trovo un po' in difficoltà. Ho

Statue vive

Il gran caldo e la domenica di mare forse non vi ha impedito di provare un brivido di disgusto . A Palermo ignoti hanno danneggiato le statue di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino , appena piazzate. Il gesto vergognoso, nonostante tutto, mi fa ben sperare. Perchè 20 anni fa la mafia se ne sarebbe altamente impippata delle statue. Il fatto invece che, oggi, senta il bisogno di prenderle a martellate lascia intuire una difficoltà. Una debolezza. Una diminuzione di quel potere culturale fatto di omertà, di ubbidienza, di violenza, di illegalità che è contrastato da una cultura opposta. Quella dei due giudici massacrati. Una cultura fatta invece di legalità. Di responsabilità. Di onestà. Di senso dello stato. Ecco. Mi pare che abbattere le statue sia il riconoscimento che esse rappresentano dei valori forti . Non più di una sparuta minoranza. Dà il senso che ciò che quelle statue rappresentano è riconosciuto come avversario, come nemico vero. I due magistrati sono stati nemici veri dell