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Italia. Ch no salt michel è

[da Repubblica]

Si pronuncerà michel oppure maicol? O, magari, dovremmo avventurarci verso le lande francesi, e dire miscel? Insomma, il dubbio è legittimo. Perchè il signorino Michel Martone è viceministro del lavoro. A soli 29 anni. Ed è pure docente universitario. A soli 29 anni. Ed ha pure scritto un sacco di libri. A soli 29 anni. Chissà. Magari è per questo che, ieri, se n'è uscito con quella che rimarrà, nei secoli, la battutaccia con la quale tutti noi lo ricorderemo eternamente: «...dobbiamo dire ai nostri giovani che se non sei ancora laureato a 28 anni sei uno sfigato...».

Questa frase fa parte di una collezione. Quella inverno-primavera dedicata ai messaggi positivi da inviare ai nostri giovani studenti. In virtù di frasi come queste il giovin signore Michel Martone è convinto che il destino dell'Italia e, va da sè, quello di milioni di giovani, cambierà radicalmente. In meglio.

Mi verrebbe quasi da pensare che si, grazie davvero per l'interessamento, ma non ne sentivamo proprio il bisogno. Perchè questa mania codarda, ecco. Questa moda di lanciare la corsa verso il successo e l'affermazione e l'arricchimento e la felicità come se le strade per raggiungerle fossero lastricate di mattonelle d'oro, morbide e delicatamente profumate. Ecco. Questa mania di far finta che la realtà non esista. O meglio. Che ci sia, certo, ma che sia sempre e comunque superabile ed oltrepassabile da una volontà di ferro. Capace di non lasciarsi rallentare da nulla. Dai disservizi istituzionali. Dalle strutture fatiscenti. Dai trasporti indecenti. Dalle risorse limitatissime, che ti costringono a pagare a caro prezzo la  voglia di fare. E ti creano uno strano strabismo cultural-sociale. Un occhio ai libri. Uno alle offerte di lavoro precarissimo e sottopagatissimo. Giusto per potersi almeno permettere la pizza con gli amici il sabato sera. Ecco. Questa moda di far finta di. Ha proprio rotto.

Che poi, a pensarci. Sentirsi dire una cosa del genere da un giovin signore che si chiama michel. O maicol. O miscel. Insomma. Sarà che a 28 anni io ero laureato, in effetti. Però, uno che non ha neppure uno straccio di nome completo, e s'è perso una vocale per strada. A 29 anni. Bè, ragazzi, a me pare proprio un gran sfigato.

O, al massimo, solo un degnissimo viceministr.

[Ave]

Commenti

  1. Sono molto irritata dalle parole di questo giovanotto, io che giovane non sono più, ma sono(da) molto dottore, anche di ricerca, anche (ri)masterizzata, molto, ma molto precaria, molto ma molto sfigata... più dei giovani non laureati di 28 anni...
    Maria (almeno il nome non me lo sono perso per strada...)

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  2. PS: ah, anche io ho scritto un libro...
    Maria (che sta perdendo la memoria per la vecchiaia...)

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  3. Già.........sono anche io una Maria (non poù giovane) ho un figlio dell'84 che anche lui è sfigato.......io che mi sono presa una laurea a 22 anni non in Italia (Gran Bretagna) ma in Lingue.........sinceramente non lo ho mai considerato uno sfigato.....ho dovuto smettere di lavorare a 57 anni perchè considerata vecchia dalla dirigenza............ e via così mobilità etc.... a 60 ti metto in metto in pensione.............alzare il tetto della pensione per le donne nel privato ? ma se siamo un paese coì arretrato che è vergognoso...........solo in europa questo esiste ...............

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  4. in europa non esiste che oltre i 25 anni ancora sei all'università in attesa di laurearti.....

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  5. @anomino 08.52: sono d'accordo con te, ma solo in Italia persone laureate a tempo debito e iperqualificate sono precarie. E queste persone non possono tollerare la predica di uno che tra i suoi titoli può vantare anche un padre avvocato generale della suprema Corte di Cassazione.
    Maria

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  6. Anonimo delle 08.52 dove vivi ?

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  7. VIvo in Europa da ormai 30 anni.... confermo che oltre i 25 in Europa non sei sfigato, sei pessimo!!! detto questo vorrei anche suggerire che in Europa, in UK e in Germania sopratutto, i laureati che ricoprono per più di 2/3 anni lo stesso ruolo in azienda sono considerati sfigati!! (e pessimi a volte) perchè nel mercato del lavoro se hai un titolo di studio devi saperti migliorare. Se non lo fa la tua azienda te ne vai!!! Chi ha un CV ricco con tante esperienze diverse è considerato un fortunato non un "precario" perchè potresti portare nella nuova azienda competenze e capacità che ancora non hanno. I precari non sono i laureati, i laureati sono flessibili!! perchè dovrebbero avere la capacità di gestire nuovi lavori, nuovi ruoli, crescenti responsabilità. Se in Italia si continua a sostenere l'idea ottocentesca del posto fisso andremo sempre peggio e si prenderanno lauree fino a 40 anni!

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  8. @anomino 10.43: mi confermi che l'Italia non è in Europa: io ho un CV ricchissimo, mi sono sempre riqualificata, ho fatto esperienze lavorative diverse, non me ne sono stata mai con le mani in mano, ma non sono considerata (né mi considero) "fortunata", perché continuo ad essere precaria, in questo momento perfino disoccupata. E credo che gente meno qualificata di me occupi invece posti che non merita, solo per leggi perverse (e spesso opportunistiche, quando non personalistiche) partorite dalle menti ottuse dei politici italiani. Io non voglio il posto fisso, io voglio un posto, e adeguato, professionalmente ed economicamente, alle mie capacità. Perché precariato significa non (solo) lavoro a tempo determinato, ma anche a stipendio insufficiente per vivere dignitosamente.
    Maria

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  9. D'accordo cn l'altra Maria l'Italia non è Europa è peggio del Terzo Mondo, evitiamo di parlare di Anagni ogni giorno vissuto qui (per necessità non per scelta) è una conferma della disonestà e della mania del raggiro che esiste qui Maria

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