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Anagni. Le VitamineK odiano. Gli indifferenti






«Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti».

 Antonio Gramsci 







Rita Ambrosino, persona che mi piace pensare molto sensibile al tentativo delle VitamineK di fondare una politica basata sulla partecipazione e sulla responsabilità, ha letto l'intervento di ieri ed ha voluto inviare un contributo. E' un meraviglioso ed intensissimo brano scitto da Antonio Gramsci. Che riassume in modo definitivo lo spirito col quale è nato il gruppo civico VitamineK. E chiarisce perfettamente perchè tutti noi ci sentiamo coinvolti in un progetto che percepiamo quasi come un dovere.

Questo brano già da tempo, complice anche FB, è entrato a far parte della storia delle VitamineK, e ne rappresenta fedelmente le radici profonde. Decido dunque di riproporvelo in maniera più ampia, adesso, approfittando dell'occasione offerta da Rita.

L'indifferenza è un lusso che non possiamo più permetterci. E' il cancro sociale che ha portato a questo brutto, bruttissimo mondo. Le VitamineK questo mondo vogliono cambiarlo. Per questo le VitamineK non vogliono rimanere indifferenti. Non vogliono delegare ad altri le responsabilità che competono ad ogni singolo cittadino di questo dannato paese. Le VitamineK non cercano alibi e, sopratutto, non ne accettano nessuno. Le VitamineK sono convinte che un altro mondo è possibile. Adesso. Anche qui da noi.

Le VitamineK vogliono fortemente questo nuovo mondo. Vogliono sognarlo. Pensarlo. Progettarlo. Realizzarlo. Perchè in questo nuovo mondo, diverso, migliore, vogliono viverci per davvero. E vogliono lasciarlo in eredità ai propri figli. Le VitamineK sono pienamente consapevoli che solo con il contributo onesto, partecipato e responsabile di tutti i cittadini questo nuovo mondo potrà diventare realtà. Ma sanno anche che, oltre e prima delle chiacchiere, valgono il coinvolgimento e l'impegno personale, che ognuno può mostrare come esempio.

Per questo, due anni fa, è nato VitamineK. Per mostrare a tutti che il cambiamento è possibile. Perchè le cose possono davvero cambiare se anche noi cambieremo. Se ognuno di noi s'impegnerà a rendere tale cambiamento concreto. Perchè non è vero che siamo tutti uguali. E che a nessuno frega niente. Non è vero che il silenzio e la passività e la subordinazione sono le uniche risposte possibili. E che non ci sono idee e non ci sono volontà. Non è vero.

Invece, al contrario, VitamineK è uno spazio civico che vuole contribuire a costruire il futuro. Che si propone come protagonista responsabile di un progetto complessivo della realtà. VitamineK è formato da uomini e donne semplici che, semplicemente, hanno deciso di non rimanere in silenzio. E che quel futuro se lo vogliono andare a prendere con le proprie mani, direttamente, insieme a tutti coloro che saranno capaci di accettare questa responsabilità civica. Per questo VitamineK è uno spazio libero, aperto a tutti coloro che, come noi, hanno deciso che non vogliono più tacere. Non vogliono più voltare gli occhi dall'altra parte. Non vogliono più fare finta di niente.

VitamineK è l'unione di tutti coloro che non vogliono più cercare alibi. E che, sopratutto, hanno deciso di non essere indifferenti. Mai più.

[Ave]

«Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.

L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?

Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.

Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti».

Antonio Gramsci - 11 febbraio 1917

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