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La lezione di Ginevra


Caro Sindaco, che occasione persa!

Si ricorda della piccola Ginevra? L'ha letta la lettera della piccola cittadina di Anagni? Almeno, gliel'hanno raccontata? Se proprio le è sfuggita, impegnato com'è nei suoi tanti impegni istituzionali, sappia che può andare a darci un'occhiata in qualsiasi momento. Qui.

Che cosa le ha chiesto, Ginevra? Con le sue parole semplici. La sua scrittura minuta. Le ha fatto sapere che lei ed i suoi compagni desidererebbero tanto, ma proprio tanto. Poter avere uno spazio verde in cui poter andare a giocare insieme. Glielo ha chiesto in modo molto educato. Come solo una bambina di otto anni potrebbe fare. E quindi sarebbe stato altrettanto educato. Molto educato. Risponderle direttamente. Anche poche parole. Qualcosa del tipo: «Cara Ginevra...». Per spiegarle come stanno le cose. Per dare una risposta alle domande che le aveva rivolto. Perchè Ginevra aveva fatto delle domande proprio a lei, signor Sindaco. E non al suo responsabile del verde pubblico. Che, invece, ha risposto al posto suo. E lo fatto in modo incomprensibile. Per una bambina di otto anni. Ha tirato fuori polemiche politiche. S'è messo a questionare ed ironizzare con i consiglieri di opposizione. Insomma ha mostrato una verve davvero insospettabile, per essere uno del quale fatichiamo non poco a ricordare gl'interventi durante i Consigli Comunali.

Il suo responsabile ha fatto tutto, caro Sindaco, tranne l'unica cosa che avrebbe dovuto. Rispondere a Ginevra. Che aveva avuto il coraggio di prendere carta e penna. E fare timidamente e rispettosamente delle domande al Sindaco della sua città. Che ne sa la bimba delle polemiche tra i partiti? Cosa può fregargliene delle ironie sugli accompagnamenti alla porta di chi non si adegua agli ordini di partito? Non erano su queste cose che Ginevra voleva delle risposte dal Sindaco della sua città. Che poi, insomma, caro dottore, è preferibile evitare di esprimere qualsiasi valutazione sulla sostanza di tali risposte. La città intera, dopo mesi e mesi di chiusura dei parchi, ha sentito il suo responsabile affermare che tutto sarebbe dipeso dalle recenti, abbondanti piogge cadute su Anagni! Per uno che ha dimostrato tanta verve polemica, pare sorprendente e paradossale che non abbia saputo immaginare una cosa meno fantastica ed incredibile. E poi ha parlato anche di gestione affidata a privati. Che significherà, dunque, altri costi per la comunità. Altra cosa ch'è sembrata pazzesca a tutti, caro Sindaco. Perchè se stessimo parlando di migliaia di metri quadrati di parchi da gestire, si potrebbe capire. Ma per quattro sputacchietti verdi, scoloriti ed agonizzanti, che ci ritroviamo!

Eppure sarebbe stato così facile, signor Sindaco. Tanto facile. Una bambina! Otto anni. Cinque minuti poteva pure trovarli, per darle soddisfazione. Eravamo tutti qui. Potevamo tutti offrire, gratuitamente, una bella lezione di educazione civica alla piccola Ginevra. Fuori dall'aula. Nella città e per la città.

Ed invece, caro Sindaco. La lezione ce l'ha data lei.

[Ave]

Commenti

  1. Ma che bella lezione. Si dovrebbero vergognare tutti: questi sono i nostri bambini.

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