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Pape Bersan, pape Bersan, aleppe!

[da Repubblica]
Lo psicodramma politico di un partito che non ha perso le elezioni, eppure si ritrova ad un passo da una vera e propria disintegrazione, è pari quasi alla tragedia umana di un segretario che pensava di entrare nella storia di questo paese da premier. E finirà invece per entrarci come l'ultimo cantore triste di un paese che sta per diventargli irriconoscibile.

Che peccato. Ma che iella, anche per noi. Che una fase tanto aperta e disponibile a trasformazioni decisive, sia capitata nelle mani di questo emiliano onesto ma grigio. Rigoroso ma quasi completamente privo di fantasia. Uno che, probabilmente, non ha mai fatto un sogno in vita sua. Neppure mentre dorme. Per questo non s'è reso conto che lui, un ruolo, se l'era già conquistato sul campo. Poteva diventare il traghettatore. Il Caronte destinato a portare l'anima perduta di questo paese verso il futuro. Verso un nuovo millennio politico. Invece, il signor Bersani, non ha saputo riconoscere la carta che il destino gli ha infilato nella manica.

Ed ha perso la testa. Prima Grillo. Che l'ha umiliato. Poi il PdL. Al quale s'è consegnato mani e piedi. Una scapicollata verso gl'inferi al centro dei quali ha trovato, finalmente, il suo Lucifero. Al quale ha pensato bene di vendere l'anima. La sua e quella di milioni di elettori e militanti di sinistra. Ai quali, fino a qualche giorno prima, aveva assicurato anima eternamente pura. Libera dalle catene asfissianti di un compromesso storico che, oggi, si chiama inciucio.

Ma non tutto è perduto. La mobilitazione popolare che s'è scatenata potrebbe ancora fermarlo. Fargli capire che non è questa la strada. Per una volta, e finalmente, potrebb'essere la gente che guida ed indirizza il partito. E non viceversa. Si scoprirebbe, così, che questo potrebbe essere il primo segnale vero di quel cambiamento profondo che serve disperatamente a questo paese. Ma che le tante anime infernali sperdute nei suoi labirinti impediscono con tutte le loro, invero residue, forze.

E' ora di cambiare, signor Bersani. E' ora di cambiare per davvero. Voltare pagina. Cominciare a risalire uno per uno tutti i gironi maledetti nei quali questo paese ha avvitato la propria storia nell'ultimo ventennio. Per ricominciare finalmente a rivederle, le stelle.

O, almeno, a sognarle.

[Ave]

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