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VitamineK - Scusate il ritardo




Quante volte, nella vostra vita, vi siete accorti che il tempo passa e che le cose cambiano? Innumerevoli, senza dubbio. Ma, allo stesso tempo, e proprio nel momento in cui più forte avete sentito che le cose si trasformano e mutano sotto i vostri occhi, sicuramente avete sentito anche che c'è qualcosa che resiste. Anzi. Qualcosa che, più passa il tempo, più acquista spessore. Qualcosa di cui  sentite, dentro di voi, radici sempre più profonde e salde. Più le cose cambiano intorno a voi, più quelle radici si attaccano dentro di voi. Quante volte v'è successo? Quante radici avete dentro?

Alle nostre avevamo dato un nome. Ch'è stato glorioso. Le avevamo chiamate VitamineK. La loro forma politica, necessariamente contingente, com'è tipico di tutte le cose dell'uomo, l'abbiamo chiusa qualche anno fa. Ma le radici di quelle VitamineK. I semi di quegli ideali, non sono mai morti dentro di noi. Al contrario, di fronte alla deriva insopportabile della politica che abbiamo sotto gli occhi, quelle VitamineK hanno respirato vive, lucide, nel gran mare dell'infinito ideale. Oltre il tempo. Oltre la linea del panorama che sembra chiudere lo sguardo. Esse hanno continuato a germogliare.

E' dunque da quel passato glorioso e da questo presente insopportabile che, come VitamineK, orgogliosamente e fieramente, firmiamo questo nostro comunicato. Perchè ci fu contrario solo il destino, non certo l'onore.

COMUNICATO
del 21 ottobre 2017

E' da qualche tempo che, per la città, girano un po' di amarezze. Numerose sono le persone che, a vario titolo e per motivi spesso opposti, sono amareggiate dalle pieghe politiche all'interno delle quali sono rimaste schiacciate. O, almeno, un pochino ammaccate.

Anche noi, come VitK, abbiamo avute le nostre di amarezze. Come è ben noto e risaputo. Ma non ci riferiamo solo ai risultati elettorali. Quelle, in verità, sono le prime a passare. Ci riferiamo ad altre amarezze politiche, che si sono appiccicate anche ad aspetti che trascendono la politica. Le abbiamo vissute. Le abbiamo affrontate. In assoluto silenzio. Nel chiuso dell'anima. Com'è giusto che sia. Perchè, insomma, quando piove nell'anima non hai un posto sotto al quale ripararti.

Non siamo sicuri che il tempo sia galantuomo. Le scelte possono essere giuste o sbagliate. E questo è tutto. Ma la strada che si sceglie per arrivarci, a quelle scelte, ebbene di quella strada sei responsabile fino in fondo. Interamente. Lì, amico mio, non hai proprio nessuna possibilità di scampo.

Ecco perchè, orgogliosamente e fieramente, oggi possiamo dire che le amarezze non sono tutte uguali. Ci sono quelle che nascono da tradimenti di ideali condivisi, e quelle che nascono da opportunità contingenti. Noi abbiamo affrontato le prime. Altri, oggi, debbono affrontare le seconde. Non ci anima nessuno spirito di rivalsa. Non ci sostiene nessun sentimento di reciprocità.

Al contrario. Sentiamo che un nuovo tipo di amarezza ci affligge. Quello di chi vede la propria città scartavetrata da una politica insopportabilmente lontana dalle legittime esigenze dei cittadini. Estranea a qualunque, equilibrato impegno capace di mettere l'interesse pubblico al primo posto. Eternamente e stancamente concentrata solo sui microcosmici orticelli individuali. E ci rendiamo conto che questa nuova amarezza che ci stringe il cuore è colpa, anch'essa, delle scelte orribili di chi, oggi, sembra piangere le classiche lacrime di coccodrillo.

Non abbiamo nessun motivo per rallegrarci. Non ci consola neppure l'aver verificato, col famigerato senno di poi, che abbiamo sempre avuto ragione noi. E con gli uni e con gli altri. Al di qua ed al di là della barricata. Anche se facciamo fatica a trovarne una vera, di barricata, che sappia distinguere i famosi "uni" dai famosi "altri".

Per il bene di questa città, l'unica cosa che possiamo sperare è che tutti i cittadini di Anagni comincino a sentirsi amareggiati. Per come una certa politica li ha maltrattati. Li ha ignorati. Li ha traditi. Per le macerie sotto le quali una certa politica, che tra poco ricomincerà il suo valzer carnevalesco fatto delle solite finte promesse, le solite finte opposizioni, il solito finto futuro, ha scelto colpevolmente di seppellirla.

Non siamo sicuri che il tempo sia gentiluomo, l'abbiamo detto. Ma certamente il tempo ci ha rafforzato. Ha reso ancora più salde quelle radici ideali che alimentano l'indignazione per la realtà che ci circonda. Abbiamo dovuto piegarci ad un vento che non abbiamo potuto deviare. Ma non ci siamo spezzati. E non ci spezzeremo mai. Quel vento fatto di nulla non ha sradicato le nostre radici. 

Non potrà farlo mai.

VitamineK

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