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SEL. Ecco Cesare Giacomi


Insomma alla fine ci sono andato, sapete. L'altra sera. Presentazione del candidato anagnino di SEL, dottor Cesare Giacomi. Diversi volti conosciuti. Tanto entusiasmo semplice. Di quelli che puntano all'integrità della persona, senza le elucubrazioni ideologiche nè le retoriche tribali del sono anagnino, tiè.

Giacomi è stato presentato più da amici che da compagni di partito, nel senso che il rapporto è stato molto personale. E le parole sono andate tutte in quella direzione. Così la Ludovisi, che ha tirato fuori questa bella immagine: «Il posto che Giacomi occuperà alla regione, se eletto, non sarà solo il suo, ma quello di tutti noi. Che, attraverso di lui, siederemo insieme per contare davvero qualcosa».

Sul taccuino non ho segnato molto altro. Anche perchè, quand'è finalmente toccato a lui, al Cesare, è venuto fuori il discorso più veloce del west. Davvero cinque minuti. Non di più. E lo dico con una punta di rammarico, perchè avrei avuto piacere di conoscere il candidato un po' meglio. E perchè, tanto per dire, la Ludovisi e l'amica che avevano parlato prima si erano dilungate molto di più.

In compenso, però, sapete come si dice, no? Meglio poche parole. Ma buone. Ebbene debbo confessare che le poche parole di Giacomi, per me, sono state assolutamente ottime. Perchè il Cesare ha evitato di parlare dei massimi sistemi. Del rischio per la democrazia. Della nuova tangentopoli sfascioleghista. Del regime. Di Bertolaso. Del legittimo impedimento. Della crisi economica. Del lavoro che non c'è più. Della sanità e della scuola, pubbliche solo in teoria. Insomma. Ha scansato tutti questi temi che, pure, il pubblico avrebbe senz'altro apprezzato.

Naa. Il dottor Giacomi ha parlato solo di una cosa. Nostra. Nostrissima. Ha parlato della Valle del Sacco. Dicendo chiaramente e semplicemente questo. Che la bonifica e la riqualificazione ambientale della Valle del Sacco è, assolutamente e prioritariamente, il problema numero uno. Non occorre dire niente altro, perchè tutto inizia da qui. Dalla bonifica.

Da una riqualificazione ambientale che significa anche creazione di nuovi, e diversi, e migliori, posti di lavoro. Che significa anche rilancio turistico e culturale. Che significa anche rigenerazione di una vasta comunità destinata, altrimenti, all'annientamento ed allo sbriciolamento verso altre terre, altre regioni, altre culture.

Lo giuro. Cinque minuti soltanto ha parlato il Cesarone, ma le sue parole mi hanno emozionato. Perchè chi mi ha seguito fin dall'inizio. Chi è stato attento. Chi ha provato davvero a confrontarsi. Sa che questa è proprio, esattamente, prioritariamente la convinzione che ho maturato da tempo. Passa tutto da lì. Altro che bruciatori. Altro che termoavvelenatori. Altro che diossina. Altro che amianto. Altro che aeroporto. Non può esistere alcun progetto di rilancio per questa terra che prescinda dal risanamento ambientale.

Tutte le altre cose vengono dopo. La priorità ambientale è lo sfondo obbligatorio ed imprescindibile sul quale si può costruire tutto il resto. Senza bonifica ambientale non si può, semplicemente, progettare alcun intervento sensato sul lavoro e sull'occupazione. Sulla salute. Sul turismo e sulla cultura.

Senza riqualificazione ambientale non può esistere alcun futuro per questa terra. Questa viene prima di tutto. Molto ma molto prima, tanto per dire, del ridicolo tentativo di rilanciare le colture locali, cresciute in un territorio diossinizzato. Chi si vuole prendere in giro? Oggi a chi si vuol male non occorre dare schiaffi. Basta offrire un prodotto locale. Insaporito con diossina. Locale.

Ecco. Cesare Giacomi ha detto proprio queste cose. Solo cinque minuti, ha parlato. Ma il peso ed il valore delle sue parole è stato di gran lunga superiore a tutti i manifesti disgustosamente tribali di chi, a parole, dice di amare questa terra e di esserne orgogliosamente figlio.

Ma senza aver mai mosso un solo pollicino per evitare che la Valle del Sacco diventasse, ahimè, una valle di morte.

[Ave]

Commenti

  1. ho capito senza se e senza ma, ma pure senza indirizzo noi non abbiamo trovato nulla di fronte alla bricofer? l'indirizzo o una bandiera avrebbero garantito due persone in piu, io e rocco.

    il darwinismo delle indicazioni corrette ci esclude a priori

    RispondiElimina
  2. E' vero. Siccome qui vige l'abitudine, in genere, di non farsi mai i ca...lzoncini corti, si presume che tutti sappiano tutto. Di tutti e di ogniddove. Ma in effetti non è mica così.

    Io chiedo scusa per le indicazioni reticenti, ma sono le stesse identiche che sono arrivate a me. Come son arrivate, ve l'ho girate.

    Io stesso ho avuto qualche difficoltà a trovare il locale esatto. Mi ha aiutato il fatto che son capitato insieme ad altri vagabondi. L'unione ha fatto la forza. Alla fine insomma siamo arrivati.

    [Ave]

    RispondiElimina

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