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I leghisti. Gli extracomunitari d'Italia


Festa della Repubblica. Italiana. I ministri sfascioleghisti non partecipano. Neanche quello dell'interno, quello con gli occhialini fichi. Pare si sia intrattenuto dalle parti di Varese. Ad ascoltare musichette varie, tra le quali arie tratte da canzoni di Gino Paoli. Cantante benemerito, certo, ma che non risulta parente del Mameli. Che fu nordista, ma non leghista.
Pare anche che il tipo dagli occhialetti fichi abbia fatto spallucce. «Embè?», avrebbe detto, «son dieci anni che non vado all'evento istituzionale della parata. Che novità sarebbe mai questa?».
Se è per questo, neanche il signor Napolitano dieci anni fa, e nove, ed otto, e sette è andato alla parata e si è seduto nel palco d'onore, al centro, con accanto il presidente del consiglio. Forse perchè non era ancora Presidente della Repubblica.
Ora. Chi glielo va a dire, agli occhialetti, che esiste una cosa che sia chiama senso dello stato? Che esistono delle cose che si chiamano istituzioni? Che esiste una specie di dovere particolare che si chiama dovere istituzionale? E che, infine, fare il ministro non significa solo andare in giro a mostrare gli occhialetti fichi e poi, a fine mese, passare ad incassare il megastipendio, magari per andarsi a comprare altri occhialetti, ancora più fichi? 

Naa. Troppe cose. Tutte insieme, poi. Non è per loro. E' proprio vero. Nessuna speranza per i leghisti. Persino gli scienziati allargano le braccia, sconsolati. «Nulla possiamo». E dunque, dopo l'ennesimo insulto, ora possiamo dirlo ufficialmente. La LegaNord è extracomunitaria. Nel senso che è fuori della nostra comunità. Che c'entra con la comunità italiana? Che c'azzeccano i leghisti con l'Italia? Sono fuori. Sono sempre stati fuori. Sono loro i veri, unici extracomunitari d'Italia.
Andatevene. Per una volta, contenti?, voglio darvi ragione. L'Italia agli italiani.
[Ave]

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