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Impedite che i bambini vadano a loro

Insomma ora basta. Chi l'ha detto che la Chiesa non è al passo coi tempi? Prendete la cricca degli appartamenti. Venduti, affittati, comprati, ristrutturati. Per pochi spiccioli e per pochi amici. E' questione moderna, modernissima. Anzi contemporanea. E ci trovate coinvolta la Chiesa. Le finanze vaticane. I soldi vaticani. Il potere vaticano.
Non vi basta? Ok. Prendete il reato grave della pedofilia. Reato antico come il mondo, ahimè, ma mai passato di moda. Quindi attuale, attualissimo. Ebbene. Anche qui la Chiesa è presente. Assai. Ma non per difendere le vittime, attenzione. Per, come dire?, alleggerire il peso di quello che non può più essere occultato. E dunque potete scegliere. Vi piace di più la Chiesa che gioca al Monopoli oppure quella che gioca a nascondino?

A fare davvero impressione, comunque, è la purezza. Meglio. Il sogno di una purezza che non è mai esistita, ma della quale la Chiesa ha, da sempre, avuto l'appalto esclusivo. Nel mondo esiste un solo stato governato in modo talmente assolutistico da non avere, neppure per finta, un parlamento. E' lo stato della città del vaticano. E non esiste, nel mondo, un monarca più potente ed assoluto come il papa. La sua infallibilità è dogma di fede, addirittura. E l'obbedienza gerarchica dei fedeli, in questa dittatura asfissiante, è questione scritta nei libri sacri. Tutti voi devoti, inoltre, sapete bene che, in nome della fede, qualsiasi scempio è lecito (historia magistra vitae).

Ebbene. In questo contesto ultracontrollato ed ultragerarchico il papa, poverino, non sa. Non ha mai saputo. Non ha neppure mai sospettato. Neppure un dubbio piccolo piccolo. Mai una denuncia. Mai un'ammissione di colpa. Mai la consegna al braccio secolare di una singola mela marcia. Che sia un altro dogma di fede? Negli USA gliel'hanno detto chiaro e tondo, al papa: «Complice e corresponsabile di una cultura di impunità». E così, giro giro tondo, adesso a scandalizzarsi solo loro. I preti. Quale autorità terrena può permettersi mai di perquisire gli eletti da un'autorità divina (a scrutinio rigorosamente segreto, s'intende)? Come si permette la giustizia di quaggiù di processare e magari di condannare pure coloro che, per procura, sono i funzionari della giustizia di lassù? Nessuna pulizia è partita dalla Chiesa. Si sono limitati, e continuano a limitarsi, ad arginare lo scandalo. Non negano più (come potrebbero?). Non difendono più (con quali argomenti?).

Ora si limitano a chiedere scusa. Chiudono gli occhi. Fanno un sospiro. Congiungono le mani con una gesto che hanno imparato da secoli. E tacciono. Ma del cesto dal quale continuano a venir fuori mele marce continuano a far finta di non sapere nulla. Non ne scansano neppure una, di mela, per vedere (e far vedere alla giustizia) il marcio che magari si annida sul fondo. Naa. Aspettano che siano gli altri ad accorgersene. Insomma la Chiesa rimane passiva. Neutrale. Non belligerante. Proprio nel momento, invece, in cui ci sarebbe bisogno di dichiarare una bella guerra. E di fare piazza pulita.

Ma già. Le sue guerre la Chiesa le combatte su altri fronti. Altre trincee. Altre violenze. I finanziamenti pubblici alle scuole private, che debbono aumentare ogni anno, nonostante i tagli a quelle pubbliche. I proventi dell'8x1000, dei quali fa man bassa perchè si prende anche i soldi di chi non destina. E poi ci sono le trincee contro il preservativo. Contro una seria e responsabile educazione sessuale (problemi di una gravità sconvolgente, come si vede chiaramente). E poi ancora si combatte accanitamente contro la pillola. Quella del giorno prima e quella del giorno dopo. E poi ancora il testamento bilogico. E l'eutanasia, in nome della quale è stato negato (come dimenticarlo?) il funerale cristiano ad un povero Cristo come Piergiorgio Welby.

Ecco. Per tutte queste mele marce, vostre santità, ci saranno i funerali in Chiesa? Ci saranno per costoro le vostre benedizioni? Eh, che tristezza. Mi sa che pure la fede, alla fin fine, come popolarmente si dice di un'altra cosa, c'è chi ce l'ha di latta.

E chi ce l'ha d'oro. [Ave]

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