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Scuola. Le ipocrisie non fanno futuro

Gli auguri che il mondo della scuola ha ricevuto, come al solito, per l'avvio del nuovo anno scolastico, sono il peggio dell'ipocrisia del nostro paese. Regolarmente, adesso ed in occasione delle elezioni, tutti si precipitano ad osservare come la scuola rappresenti il progetto di futuro dei nostri ragazzi. Ma poi, altrettanto regolarmente, tutti si dimenticano di investire davvero in istruzione.
Così ci ritroviamo, come sempre, con edifici vecchi, cadenti e non sicuri. Con risorse che per il pubblico diminuiscono sempre più, a fronte di spese che gioco forza aumentano, a partire dagli strumenti che sarebbero indispensabili per una riqualificazione seria della didattica.


Quella che è partita ieri come una svolta epocale, non è altro che la controriforma definitiva della scuola pubblica. Con la complicità disgustosa dei soliti sindacati di regime. Diminuire le ore di lezione non ha alcun senso didattico. Continuare a mortificare i lavoratori della scuola col blocco di stipendi e scatti per tre anni. Con la trattenuta per la malattia. Con il più ampio e devastante piano di licenziamenti che l'Italia democratica abbia mai vissuto, non aiuterà il dialogo. Esaspererà le coscienze e preparerà reazioni ben peggiori di quelle che sono partite a settembre.

E tutto avviene in una sorta di intontimento sociale. Gli studenti, tranne i pochi intelligenti e svegli, si concentrano sulle gite e non si avvedono che il futuro possibile, per loro, è una fotografia sempre più piccola. Le famiglie, da gran tempo svuotate di idealità e di contenuti, ed assolutamente non in grado di esercitare quella funzione di guida che invece occorrerebbe assai ai giovani, continuano a ricordarsi della scuola solo quando vanno a protestare per un quattro. Quando fanno la fila per i colloqui guardando in continuazione l'orologio e maledicendo il docente che prova a parlare un po' di più dei loro figli. Pretendono che la scuola sorvoli sulle maleducazioni, non veda le sigarette, taccia i sospetti più gravi. Ma rimangono sempre prontissime a bollare i docenti di incompetenza. Di incomprensione. Di negligenza. E sparano sempre a zero su una scuola che oramai non serve più a niente. Un peso che finalmente finirà, prima o poi.
Il senso profondo del perchè è possibile ritrovarsi con una scuola ridotta a queste condizioni, nell'indifferenza della gente, specie di quella parte di popolazione che solo dalla cultura e dall'istruzione potrebbe sperare nel riscatto socio-economico, si capisce bene guardando non dentro, ma fuori della scuola.

Ricordate quando, qualche giorno fa, la deputata PdL Napoli aveva parlato di prostituzione femminile a proposito delle candidate PdL? Ecco. E' incredibilmente simbolico che proprio ieri, giorno d'avvio dell'anno scolastico, un deputato del PdL, il signor Giorgio Stracquadanio (esiste davvero!) abbia risposto pubblicamente ed ufficialmente alla sua collega Napoli, dicendo la seguente cosa:

«E' assolutamente legittimo che per fare carriera ognuno di noi utilizzi quel che ha, l'intelligenza o la bellezza che siano. E' invece sbagliato pensare che chi è dotato di un bel corpo sia necessariamente un cretino. Oggi la politica ha anche una dimensione pubblica. Ci si presenta anche fisicamente agli elettori. Dire il contrario è stupido moralismo. Se anche una deputata o un deputato facessero coming out e ammettessero di essersi venduti per fare carriera o per un posto in lizza - insiste Stracquadanio - non sarebbe una ragione sufficiente per lasciare la Camera o il Senato»

E allora. Se un deputato della Repubblica non trova nulla di male nell'ipotesi prostitutesca della classe politica di questo paese, ed anzi la giustifica e quasi l'incoraggia, nel senso di adoperare "quel che si ha", io mi chiedo che senso abbia il mio entrare in classe a parlare di Cicerone. Il mio riflettere sulle poesie di Leopardi. Il mio correggere con penna rigorosamente rossa gli orrori grammaticali e le scritture da sms che pullulano nei compiti in classe dei vostri figli.

Perchè la cultura che si respira è quella dello Stracquadanio. E la respirano anche i giovani. Se ci si imputtanisce per un seggio ci si può imputtanire per ottenere qualunque cosa. Sarai non più quello che vali, ma ciò che otterrai sfruttando tutto "quello che hai", tette e culi (rigorosamente) compresi.

Quello che non hai, invece. Onore. Dignità. Educazione. Rispetto. Intelligenza. Sensibilità. Cultura. Responsabilità. Non ti servirà in questo mondo. Tanto si sa che Leopardi, in fondo, era solo uno sfigato.

Auguri di buon anno scolastico a tutti. Tranne alle puttane. Che a scuola, come nella vita, forse ci sono andate usando tutto quello che avevano.
[Ave]

Commenti

  1. Caro Professore, perchè se la prende con le puttane, oggi sono una delle categorie più pulite che ci sono in questo merdane che chiamiamo Italia.
    In fondo, loro non nascondono quello che sono e fanno!!!

    RispondiElimina
  2. Sono d'accordo. Per questo mi corre l'obbligo di chiarire che quelle alle quali mi riferisco sono di sesso sia maschile che femminile. E si possono trovare ovunque tranne che, ovviamente, per strada.
    [Ave]

    RispondiElimina

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