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Anagni. La frana delle sinergie

Non so la vostra. Ma la mia, di nonna, me lo diceva. Quando magari facevo qualcosa che ritenevo fatta molto ma molto bene, e me ne vantavo. Lei mi guardava e poi mi diceva: «Attento, che chi si loda si sbroda». Ci son voluti anni perchè capissi per bene il senso di quelle parole. Ma fin da piccolo avevo percepito il loro valore mefistofelico. Che non prometteva niente di buono. Anzi.

Adesso sentite qua. Siamo su COG del 9 febbraio scorso. Un mercoledì. Un notissimo politico anagnino detta le seguenti parole: «...mi preme ricordare il mio personale impegno per la ristrutturazione dello snodo stradale...», e ancora «...la realizzazione di tutte queste opere pubbliche dimostra ancora una volta quanto mi stia a cuore il nostro territorio ed è per questo motivo che, con orgoglio e soddisfazione, rivendico il mio personale impegno per soddisfare le giuste aspettative dei cittadini di Anagni».
Che ne dite? Notevolissimo, non c'è che dire. Altissimo senso delle istituzioni. Uno spot pubblicitario in piena regola. Con la ridicola aggravante di essere autoprodotto. Neanche un cane che si prenda la briga di dargli soddisfazione. Fa tutto da solo.



Il notissimo politico anagnino, che evidentemente si è reso conto della crisi amministrativa di tutti i sinergici, sembra avere fretta. L'importante è apparire. Rinfrescare. Ricordare che esiste. E così che ti fa? Decide di andare giù duro. Se la va a prendere niente meno che con una associazione di quartiere. Una di quelle che, senza finanziamenti nè assessori, e sopratutto senza neanche una sinergia, vive tutte le difficoltà e le contraddizioni del territorio. Valter Cecilia, di Obiettivo comune per il cittadino, da San Filippo, lamenta che ci son voluti oltre 40 giorni per riuscire a mettere in sicurezza una frana stradale. Periodo durante il quale sono cadute nel vuoto tutte le segnalazioni e gli articoli pubblicati su stampa e web.

Bene. Che ti fa il notissimo politico anagnino? Ti sbalordisce con questo: «...l'amministrazione agisce da sempre con celerità...» (COG, martedì 14). Ha ragione. Cribbio. Era solo una frana. Solo un pezzo di strada che s'è aperto come il famoso mare biblico. Quaranta giorni per riuscire a transennare e segnalare come si deve. E che sarà mai? Che è tutta sta fretta?

Ma mica si ferma. Naa. Va oltre. Molto oltre. Contesta l'esistenza stessa dell'associazione. Che ci state a fare?, gli dice in pratica. Mica devo stare qui a sentirvi: «...non penso che gli interventi da effettuare sul territorio per i cittadini ci devono essere dettati da associazioni...». Incredibile, eh? Ma non era lo stesso, notissimo politico anagnino che, appena qualche giorno prima, sullo stesso giornale, aveva autoesaltato il proprio impegno per «soddisfare le giuste aspettative dei cittadini di Anagni»? Forse Valter Cecilia e tutti gli abitanti di San Filippo non meritano di essere considerati cittadini di Anagni? Dunque non meritano di essere ascoltati? O forse la strada franata non corrisponde ad una giusta aspettativa?

Alla fine arriva la mazzata definitiva. Quella che spazza tutte le sinergie del buonsenso. Lasciate perdere i problemi della città, gli dice. Se li volete risolvere invito «...Cecilia a candidarsi, a farsi eleggere per poi dedicarsi legittimamente all'attività amministrativa risolvendo con un batter di ciglia tutti i problemi del suo territorio...». Capito? Non siamo in un paese civile e democratico. Dove i cittadini eleggono coloro che debbono occuparsi della cosa pubblica. Macchè. Siamo tornati ai tempi dei bounty killers. Quando, per risolvere tutti i problemi, tiravi fuori la pistola e pum pum. Problema risolto. Se vuoi aggiustare la strada, ti devi candidare. Tu personalmente. Come dire: non contare sugli amministratori eletti. Che si occupano di altro, non certo della tua frana.

Bello, eh? Che grande senso delle istituzioni, eh? Dovremmo ringraziare gli dei tutti i santi giorni, per averci dato il privilegio di essere presi per il k**o in modo tanto preciso e professionale. Valter Cecilia, in un comunicato pieno di dignità, ha messo a nudo il nulla ideologico che traspare da certi attacchi: «...quando si ha a che fare con una amministrazione che di ascoltare non ha proprio intenzione, o forse ascolta solo alcuni, ecco che il dialogo diventa a senso unico divenendo monologante. Un assessore che fa "orecchie da mercante" denota la presenza di una classe politica distante dai propri cittadini e noncurante del malessere esistente...».

E' questa l'amarissima verità. Noi cittadini non contiamo assolutamente niente, per queste destre. Le nostre legittime aspettative. Il nostro legittimo interesse a vedere risolti i problemi. Le nostre legittime aspirazioni a veder realizzate le promesse elettorali. Niente. Zero carbonella. Inutile rivolgersi a loro, agli amministratori destri. Dobbiamo pensarci per conto nostro. Candidandoci.

Ricordate, all'inizio? Quanta differenza con lo spot pubblicitario: «...rivendico il mio personale impegno per soddisfare le giuste aspettative dei cittadini di Anagni». Come cittadino di Anagni, allora, voglio rivendicare all'onorevole Cardinali Alessandro la giusta aspettativa che l'ospedale della città non chiuda, e sia messo in condizione di svolgere il suo servizio per la collettività. E rivendico questo proprio a lui. Proprio alla persona che, il 1 ottobre dell'anno appena passato, su COG, annunciava al mondo che, contro il piano sanitario della zarina de noantri, «...non ci faremo spaventare in nessun modo dal colore politico della presidente».

Noi stiamo ancora aspettando, onorevole Cardinali. Che cosa ha fatto per scongiurare la chiusura dell'ospedale? In che modo non si è fatto spaventare? Le giuste aspettative di quali cittadini di Anagni lei ritiene di aver soddisfatto, con la polverizzazione dell'ospedale della città? E quanto suo personale impegno ha profuso per farci chiudere l'ospedale? Ci venga a dire quanto è stato bravo, onorevole. Spieghi davanti alla città tutto il coraggio col quale ha soddisfatto «...le giuste aspettative dei cittadini di Anagni...».

Le frane dell'asfalto. Quelle delle scuole. Quella dell'ospedale. Quella dell'ambiente. E poi del verde. E della monnezza. E dei parcheggi. E delle fabbriche. E dell'agricoltura. Ed il centro storico. Ed il commercio. E la cultura. Ed il turismo. Qui sta franando tutto, caro onorevole. Sta venendo giù il sistema impecettato delle destre. Tante chiacchiere. Tanta pubblicità. E tanto, tanto nulla.

«Chi si loda si sbroda», diceva mia nonna. Che aggiungeva, per farmi tornare coi piedi per terra, anche quest'altro: «Chi troppo si stima, cade in fondo dalla cima». Quasi come cadere in una frana. [Ave]

Commenti

  1. Vivo nel centro storico d'Anagni e grazie alla raccolta differenziata gestita con i piedi da chi si loda senza aver merito, da alcuni mesi debbo sentire il puzzo dell'umido che non ritirano come dovrebbero, poi nei vicoli cani e gatti cmpletano l'opera sparpagliando rifiuti dalle buste messe fuori dai portoni!!!

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  2. Ospedale?
    Non muoveranno un dito per l'ospedale e sono lontani i tempi in cui giravono con le magliette voglio nascere anagnino, solo fumo negli occhi degli elettori.
    VERGOGNA DIMETTETEVI TUTTI...

    RispondiElimina

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