Passa ai contenuti principali

Anagni. Schiume di rabbia

[foto da ilCentro]
Ahinoi, ci risiamo. Indovinate un po'? Ieri è toccato alla Guardia di Finanza. Schiuma bianca e controlli e prelievi. Ancora. C'è qualcuno che ancora non è stato chiamato a verificare la fuoriuscita di liquami altamente sospetti? Forse i bersaglieri e gli alpini. Gli altri, han tutti avuto il piacere. Evviva Anagni, il paese di merda conosciuto in tutto il mondo. Che piace tanto agl'imbecilli che non respirano, non si lavano, non mangiano. Non vivono.
Allora. Noi VitamineK chiediamo una cosa sola, in questo momento. Quali sono i risultati delle analisi dei prelievi fatti in precedenza dall'ARPA? Perchè le analisi son state fatte, vero? Vogliamo sapere. Per filo e per segno. I risultati ci sono? Sono stati consegnati a chi? Al sindaco? Ai carabinieri? Perchè i prelievi si fanno ma i riusltati non tornano? C'è qualche politico, magari uno di quelli che amano tanto questa città, in grado di pretendere che l'ARPA faccia il suo lavoro e comunichi ufficialmente i risultati delle analisi? Anche qualcuno dell'opposizione andrebbe benissimo. A nome dei vostri grandi partiti, potete pretendere questa cosa per noi cittadini?

Già che ho fatto trenta, però, varrà la pena che faccia anche trentuno. Perchè in settimana anche il dottor Magale Gerardo, responsabile dell'impianto Marangoni della città, ha avuto la bontà di inviare un intervento bello corposo. Non l'ho mica trascurato, anzi. Aspettavo solo un po' di tempo e l'occasione giusta. Bè. Mi pare che adesso, finalmente, ci sian proprio tutt'e due le condizioni per rispondere qualcosa.

Si parte proprio dall'inizio. Lei mi rimprovera un atteggiamento da «partito preso», sulla base del binomio «...i padroni guadagnano e inquinano a prescindere...». Binomio del quale, naturalmente, lei nega la fondatezza. Ebbene. Voglio facilitarle il compito e contribuire ad un confronto assai franco. Io non nego affatto il binomio che lei mi attribuisce. Direi proprio che «...i padroni guadagnano e inquinano a prescindere...», ma spero purtuttavia di riuscire a dimostrare che, contrariamente ai sospetti, questo è tutt'altro che un «partito preso». E' uno dei dolorosi, deprecabili, sconfortanti risultati del nostro sviluppo capitalistico. Estremamente concreto, estremamente pericoloso.

Potrei scartabellare tonnellate di documenti che certificano l'alto grado d'inquinamento prodotto da industrie di tutte le latitudini, di tutte le produzioni. Ma sarebbe esercizio noiosissimo e, francamente, inutile. Son cose che sappiamo tutti molto bene. Potrei anche integrare tali documenti coi certificati di morte di tutte le persone colpite, più o meno direttamente, dai nefasti effetti collaterali di questo sviluppo capitalistico, ma sarebbe esercizio tristissimo. Che non ho il pudore di fare, anche perchè conosco bene il dolore che rimane innestato in profondità, come una radice inestirpabile.

Mi accontento allora di farle notare che la vita, in quanto tale, è (anche) produzione di rifiuti. Io, per vivere, non riesco a fare a meno di produrre la mia buona (si fa per dire) quantità di rifiuti giornaliera. Lo fa anche lei. Lo facciamo tutti. E tutti produciamo rifiuti assai diversi fra loro. Da quelli meno invasivi a quelli più ostinati. Ognuno di noi porta su di sè la responsabilità di contribuire, in misura variabile, all'inquinamento del nostro pianeta. Il mio singolo sacchetto di plastica sembrerebbe innocuo ed insignificante, nel contesto dell'universo. Ma basterebbe riflettere sui singoli sacchetti di plastica ai quali ognuno di noi ritiene di avere diritto, per scoprire con angoscia che, nell'oceano, c'è un'isola gigantesca, in alto mare, costituita esclusivamente da matreriali plastici che vanno alla deriva. E di cui non sappiamo cosa fare almeno per i prossimi 1000 anni.

Esiste un individuo la cui vita possa definirsi autenticamente ecocompatibile? Teoricamente, forse, potrebbe. Ma in realtà lo so io, lo sa lei e lo sanno tutti. Che un individuo del genere non esiste. Allora andiamo avanti. Esiste un impianto industriale ad inquinamento zero? Ogni tanto, su qualche rivista, vien fuori qualcosa che vi si avvicina molto. Ma si tratta più che altro di esperimenti unici. E non si parla mai di inquinamento zero. Ma di inquinamento talmente abbattuto da potersi definire zero. Ma che in realtà proprio zero non è.

Non le dico cose nuove, lo so bene. Per questo eviterò anche di farle la domanda diretta che forse si aspetta. Perchè la risposta è già implicita nel ragionamento. Ecco perchè ritengo che ogni impianto industriale, per sua stessa natura, inquini. Perchè questo fa parte della sua stessa vita. Esattamente come anche il sottoscritto, per vivere, non riesce ad evitare la sua quota giornaliera di produzione di rifiuti e d'inquinamento.

Eppure io faccio il possibile. Mi sforzo. Ad esempio, da anni guido macchine che non consumano benzina. Prima GPL. Poi metano. Passi avanti, certo, che non azzerano però neppure la mia quota. Non ci tengo all'ipocrisia. Meglio un apparente e brutale cinismo alla pappetta molliccia dei falsi angeli. Perciò non ho difficoltà ad ammettere che la mia coscienza ecocompatibile è aiutata anche dagl'incentivi economici legati a questi carburanti alternativi e meno inquinanti. Il mio pieno costa intorno ai 14 euro. E vale poco meno di 450 km.

Per questo motivo sono tanto arrabbiato. Perchè i governi mondiali dovrebbero, allo stesso modo, incentivare (ma sul serio e con convinzione) tutti quei comportamenti virtuosi capaci di ridurre sempre più l'inquinamento e la produzione dei rifiuti. Anche (e sopratutto) nel settore industriale. Premiare chi produce inquinando meno. Punire coloro che producono inquinando di più.

Occorrerebbe creare un sistema attraverso il quale ogni industria di questo pianeta trovasse più conveniente spendere ed investire nella trasformazione ecocompatibile della propria attività, piuttosto che pagare sottobanco organi di controllo corrotti. Bisognerebbe rendere più conveniente e proficuo cambiare regolarmente filtri e sistemi di controllo ambientale, piuttosto che mantenere, spenti ed inattivi, quelli vecchi di decenni otturati all'inverosimile.

E' un intero sistema che andrebbe modificato radicalmente. Perchè bisognerebbe cominciare, finalmente, ad orientare per davvero e con serietà le risorse della ricerca tecnico-scientifica verso l'individuazione di metodologie produttive meno invasive e più pulite. Così come sarebbe il caso di ripensare seriamente, evitando gli spot estemporanei, tutta la materia del trasporto individuale e collettivo. Dai carburanti alle macchine. Dal trasporto privato a quello pubblico.

Ma forse mi sto alzando troppo. Rischio lo sbadiglio. Meglio forse ritornare, allora, coi piedi ben impantanati nella melma che ben conosciamo. Dunque dico che, anche qui ad Anagni, occorre spingere verso un cambiamento vero. Di mentalità, di cultura e di atteggiamento, in primo luogo, e poi di conseguenza anche dell'esistente.

E siccome mi rendo perfettamente conto che lei è un direttore responsabile ma non il proprietario, ragionerò in astratto ed in via puramente teorica. E le dico che grande ed importante sarebbe, per questa città, avere un distretto industriale costituito da realtà innovative. Coraggiose nello sperimentare tutte le possibilità ecocompatibili che la ricerca mette comunque a disposizione. Questa terra saprebbe ricompensare chi scegliesse, finalmente, di rispettarla per davvero. Di mostrare la volontà di costituirsi avanguardia innovativa di uno sviluppo che vuole ampliare, e non restringere il futuro. Sarebbe sforzo gradito ed anzi favorito dalla città. Niente a che vedere con coloro che preferiscono invece avventurarsi dietro a tecnologie obsolete che non costituiscono affatto novità, perchè son già preistoria.

Così com'è giusto pretendere di avere servizi pubblici responsabili ed efficienti. Occorre pretendere un apparato industriale responsabile e trasparente. Per non parlare della politica, naturalmente.
Questa terra, da sempre, è stata considerata una specie di prateria selvaggia da conquistare liberamente. Pronta ad accettare qualsiasi padrone. Disponibile a qualsiasi compromesso. Una terra che è stata tenuta sottomessa col clientelismo. Con l'inciviltà. Con l'ignoranza. Coi ricatti.

La strada è lunga e non sarò certo io a percorrerla fino in fondo. Ma almeno adesso la direzione da prendere è visibile. Adesso cominciamo a sapere verso dove dobbiamo dirigerci. E' un cammino ineluttabile ed inarrestabile. E' appena partito. Ma va.

Saremo amici di tutti coloro che questo cammino, anche per un breve tratto, vorranno farlo insieme a noi.

[Ave]

http://ilcentro.gelocal.it/pescara/multimedia/2010/10/16/fotogalleria/melma-e-schiuma-nelle-acque-del-fiume-arielli-26573933/8

Commenti

  1. che facciamo chiudiamo tutte le fabriche? noi cittadini non buttiamo piu' immondizia? quanti di voi del gruppo vitaminek lavorano in qualche fabrica?.secondo voi per come ragionate si dovrebbero eliminare fabriche,tutti dovremmo avere la macchina a metano, e chi non se la puo' permettere?gliela comprate voi? ma che pensate che basta scrivere du cazzate per cambiare il mondo? ma che pretendete.......io non vi conosco e non ho il piacere di sapere chi siete, e sono sicura che nel vostro branco c'e sicuramente non una pecora nera,ma forse qualcosina in piu', tutti nascondiamo qualcosa che prima o poi verra' fuori, non incolpiamo sempre gli altri solo per scaricarci di dosso le ns responsabilita' tacete per un po' vi prego cambiate argomento, sempre le stesse cose.siete come la tv.....e lei professore, cominci a vedere le nuove promozioni scolastiche, si e' gia' al 2° quadrimestre, forse qualcuno si sta gia raccomandando a........

    RispondiElimina
  2. Ecco. Prendete questo intervento. Incorniciatelo. Appendetelo. Questa è una del branco che non ha capito niente. Ma proprio niente.

    E' questo il livello di cui vi parlavo. Questa è la gente che ha premiato i sinergici.

    Provate a chiedervi perchè. E poi, naturalmente, rispondetevi.

    [Ave]

    RispondiElimina
  3. Da ciò che ha scritto la signora nell'intervento sopra, possiamo dedurre che a casa sua non ci si pone nesssun problema riguardo a niente. All'ambiente, alla salute, alla società civile.
    La signora non si preoccupi delle fabbriche. Tanto le fabbriche prima fanno respirare di tutto e di più a chi ci lavora e alle persone che vivono nelle vicinanze, che forse stanno pure zitte, perché devono portare i soldi a casa. Ma la signora ricordi che non è per riconoscenza che poi le suddette fabbriche non chiudono. Chiudono, eccome se chiudono!!!
    La signora, davanti alla scelta che un suo familiare dovesse fare su lavoro o salute, quale consiglierebbe?
    I suoi figli, se li ha, dove preferirebbe portarli? Agli altipiani di arcinazzo per far respirare loro un po' d'aria buona, o magari portarli al parco sotto casa?
    E poi, branco, pecore?
    Cara signora, ad Anagni, le pecore non sono quelle delle Vitamine K, che anche io non ho il piacere di conoscere, ma le pecore sono tutte quelle persone che guardano solo certa TV, perché, cara signora, se sa scegliere, in TV ha anche la possibilità di non sentirle sempre le stesse cose.
    Le pecore sono tutte quelle persone che ad Anagni non pretendono di avere quello a cui hanno diritto. Pecore sono tutte quelle persone che non stanno facendo niente per non farsi chiudere l'Ospedale e le fabbriche.
    Pecore sono le persone che belano e che dicono a chi non lo fa più di stare zitte!
    Spero, visto che le sembra normale, che l'immondizia sotto casa, non passino a ritirarla,vorrei vederla poi come allargherà le braccia e dirà che è Chanel n°5!

    RispondiElimina
  4. Mi sento parte in causa per più motivi [1] perchè faccio parte del gruppo VitamineK [2] perchè lavoro in fabbrica e lavoro per le fabbriche le frequento e le vivo tutti i giorni dunque sò di cosa parlo.
    Vorrei precisare che nesuno ha mai detto che le fabbriche dovrebbero chiudere ma che si può fare industria rispettando l'ambiente e le persone, la tecnologia e la ricerca ci permette di farlo e siamo o perlomeno dovremmo essere obblicati legalmente e moralmente a farlo.
    Per decenni i nostri padri sono stati costretti a lavorare in aziende che illegalmete inquinavano con il benestare di tutti, la loro generazione ha inconsapevolmente contribuito a nascondere materiale altamente inquinante e a volte radioattivo, le nostre falde acquifire sono state contaminate, la nostra terra si è ammalata e le nostre coltivazione nocive per non parlere dei nostri allevamenti che a nostra insaputa sono diventati bombe ad orologeria.
    Vedi cara anonima tutto questo è stato permesso perchè si è pensato che il progresso aveva la priorità, che i soldi avrebbero curato tutto ciò e che la natura in un modo o in un latro si sarebbe curata da sola ebbene ora sappiamo che non è cosi' a questo punto tocca a noi vogliamo continuare a subire ricatti?Vogliamo che i nostri figli crescano in un mondo malato e nocivo per la loro salute?Vogliamo che gli industriali disonesti facciano abcora guadagni illeggittimi sulla salute dei poveri lavoratori?Vogliamo credere alle bugie dei politicanti che ci assicurano con le loro campagne elettorali con poca memoria?
    ORA TOCCA A NOI E VOGLIAMO SAPERE LO STATO DI SALUTE DELLA NOSTRA TERRA E VOGLIAMO SAPERE IL NOSTRO STATO DI SALUTE E CHIEDIAMO CHE QUALCUNO SI PRENDA LA RESPONSABILITA' DI TUTTA QUESTA OMERTA'.
    VitamineK Nik

    RispondiElimina
  5. Caro Professore, il 2011 è stato dichiarato l'anno della chimica, e pur meritando il Suo intervento una riflessione più seria e più articolata, mi viene intanto di rilanciare un vecchio detto di un mio ex collega, maestro di vita e borgataro di nascita, che di fronte ad affermazioni perentorie ed in parte condivisibili sulla situazione ambientale nazionale mi diceva:
    a Gerà, ma te rendi conto che quando il Tevere era biondo la gente a quaranta anni moriva, ed oggi che il Tevere è na cloaca la gente arriva minimo a ottanta anni ed oltre.....
    Mi scuso per la banalizzazione del problema, ma una riflessione dei progressi che comunque le industrie chimiche ed in generale il benessere diffuso hanno permesso negli ultimi decenni andava fatto. Cordiali saluti a tutti ed un augurio per riflessioni serie e serene.
    Gerardo Magale

    RispondiElimina
  6. I progressi della medicina e delle industrie chimiche permettono anche di arrivare ad 80 anni ed oltre, ma qualche residuo dannoso nell'ambiente lo lasciano, nessuno pretende la chiusura delle fabbriche, anzi, ma è necessario da tutti gli attori che gravitano sulla scena economica un maggiore rispetto per l'ambiente.
    Tutti siamo di carne ed ossa e abbiamo il dovere civile e morale di lasciare alle future generazioni un ambiente vivibile.
    Non mi addentro a considerazioni su pecore di qualsiasi colore perchè d'accordo con chi dice che pecora è chi sopporta tutto passivamente!
    Serena riflessione a tutti.

    RispondiElimina
  7. Questa volta vorrei fare una sana e serena filessione bisogna secondo me iniziare a chiamare le cose con il proprio nome e distinguere bene gli argomenti le cause e gli effetti.
    Verissimo che la chimica ha fatto si che l'età media di sopravvivenza si alzasse ed allo stesso modo ha permesso sempre a più persone di ricevere cure per malattie di ogni genere o quasi migliorando in molti casi le aspettative di vita.Una delle più grandi scoperte al mondo, quella che sicuramente ha cambiato il modo di vivere ed ha permesso il vero progresso è stata la scoperta dei pesticidi e quella della penicillina, da quel momento in poi si è potuto coltivare e curarsi ma non si sapeva che tutto avrebbe avuto un costo.
    Nei decenni di grande e selvaggio sviluppo dei paesi occidentali la nostra carissima Italia l'ha fatta da padrona, nel ventennio '60-'80 la nostra nazione si è messa alla pari delle grandi d'Europa, ha permesso alla sua popolazione di uscire da uno stato di povertà e di ignoranza ma soprattutto ha visto la nascita di un nuovo modo di fare soldi; quello del tutto è permesso.
    Per anni si sono prodotti materiali cancerogeni, si sono nascosti bidoni e bidoni di sostanze radioattive nei terreni che successivamente sono stati a costruzioni rurali.
    Bisogna però dire che molte persone erano in buona fede o almeno pensavano di esserlo anche perchè tutti sappiamo che le grandi aziende chimiche producevano medicine nascondendo gli effetti collaterali altamente nocivi per le donne in gravidanza, sappiamo che ci sono state gravi malformazioni in neonati per colpa di quei medicinali e sappiamo che queste aziende alla fine non hanno pagato nulla per quell'orrore.
    Sappiamo che tutti erano a conoscenza dei danni che provocava l'amianto eppure ci sono voluti 10-20 anni per bandirlo, si è rimasti impassibili davanti alle malattie degli operai dell'Alcoa dovute agli effetti collaterali dell'amianto, sappiamo tutti dei danni provocati dai rifiuti radioattivi nascosti nei fondali della laguna di Venezia dove nonostante i divieti si continua a pescare e vendere pesce ecc...
    Per anni le persone hanno dovuto accettare tutto questo, per anni abbiamo creduto alle promesse di personaggi politici che di volta in volta ci promettevano fatti e regole severe poi un giorno qualcuno ci dice che fare un Inceneritore qui vicino a noi a Colleferro porterà lavoro, energia e benessere e poi veniamo a sapere che ha portato morte e che tutti sapevano a che persone che avevano tentato di avvertire sono state allontanate e distrutte per renderle poco credibili.
    Oggi abbiamo un territorio dove forse è vero che l'età media è abbastanza alta ma è anche vero che il grado di malattie tumorali è altissima, dove le leucenie sono più che preoccupanti, abbiamo una reparto specifico del Regina Elena di Roma che si occupa quasi solo delle gravi patologie della nostra valle, a Colleferro si ha una percentuale di morte giovanili per tumori allucinanti, vediamo animali deformi e veniamo a sare che il latte prodotto dalle nostre mucche è contaminato per poi non parlare di altro.
    Allora la riflessione viene semplice e mi viene da pensare che forse la vita si è allungata per quelle persone che hanno in qualche modo prodotto anticorpi per contrastare questo tipo di nocività ma è evidente che la qualità di vita sia peggiorata molto e la mortalità giovanile sai aumentata in maniera preoccupante.
    Riflettiamo?
    Penso sia tempo di chedere spiegazioni o no?
    VitamineK

    RispondiElimina
  8. Egregio dr. Magale, mi permetto di intromettermi nella riflessione tra Lei e il prof. Di fiumi "biondi" come il Tevere e di altri diversamente colorati ne abbiamo anche noi ad Anagni, e non credo che tutto ciò possa essere segnalato come uno dei consenguimenti della ricerca scientifica e della chimica. Il progresso scientifico e tecnologico, come Lei ben sa, è da considerarsi compiuto nel momento in cui è capace di garantire produzioni industriali con il più basso impatto ambientale possibile. Nel nostro territorio ciascun operatore del comparto industriale sostiene legittimamente di esercitare la propria attività nel rispetto delle regole e dell'ambiente: sarà anche vero, almeno fino a prova contraria. E'anche vero, però, che a molti dei miei concittadini non sembra di vivere in un territorio dove si respira la stessa aria di Opi o di Madonna di Campiglio, non si beve la stessa acqua di Pejo, non si passeggia nelle nostre campagne come se ci si trovasse nei giardini di Semiramide. Allora qualcosa che non quadra c'è. Perché non riflettiamo anche su tutto ciò, sulle possibili soluzioni e sulla necessità che la tutela del territorio, della salute, della qualità della vita sia o debba essere una prerogativa ed un impegno per tutti, anche per chi si prefigge quotidianamente di realizzare profitto e produrre ricchezza? Riflettiamo anche su questo, altrettanto seriamente e serenamente. Con i miei più cordiali saluti e le mie più sincere scuse per "l'intromissione". Peppe Russo.

    RispondiElimina
  9. Rispondo volentieri al Signor Peppe Russo poichè l'argomento è interessante, attuale e merita riflessioni. Intanto non ho mai detto che la chimica ed in generale le attività industriali debbano necessariamente creare problemi ambientali, anzi. Se andiamo ad analizzare i gravissimi problemi che affliggono il nostro territorio, non possiamo che constatare che in maggior parte sono stati originati almeno venti se non trenta anni fà, quando il processo di industrializzazione avanzato e galoppante ha permesso la realizzazione di migliaia di insediamenti, agevolati da finanziamenti in conto capitale ed in conto interessi di notevole entità. Chiunque, anche se non di mestiere, si inventava attività delle più disparate per attingere a man bassa a questa grande torta. Logicamente un buon 50% di tali insediamenti sono falliti nel tempo e ben visibili sono i resti di queste cosiddette cattedrali nel deserto. Penso che le uniche aziende rimaste possano essere catalogate come vera espressione di una industrializzazione politicamente corretta e storicamente riconducibile sia a famiglie che a gruppi industriali seri. Tutto questo per dire che rispetto a venti o trenta anni fà, la situazione ambientale dovrebbe essere certamente migliorata se non altro per effetto domino, dovuto alla chiusura di tante attività. Un capitolo a parte per il famigerato inquinamento del Fiume Sacco e dei terreni limitrofi di cui tanto ed a ragione oggi si parla. La Società che ha causato il disastro ambientale, peraltro fuori dalla nostra provincia, era una delle più solide realtà nazionali, che però produceva il famoso "DDT" che nel dopoguerra furoreggiava in tutta Italia, in quanto prodotto altamente efficace contro moschee zanzare, ma che funzionava così bene che ammazzava anche chi lo respirava in quanto altamente cancerogeno. La repentina messa al bando di questa sostanza ha ignorantemente fatto supporre a qualche Dirigente Industriale del tempo che il metodo migliore per eliminare il problema fosse quello di sotterrare il prodotto in fusti di ferro. Il resto lo sapete tutti e non mi dilungo. Per quanto riguarda i problemi di inquinamento della zona industriale di Anagni, secondo me va fatta una riflessione che parte da lontano, quando la Regione progettò due impianti di depurazione di grandi dimensioni, uno per l'agglomerato di Frosinone ed uno per l'Agglomerato di Anagni. Quello di Frosinone fu realizzato e messo in funzione almeno trenta anni fà, quello di Anagni ....non ancora. Quindi tutte le Aziende industriali, artigianali, agricole operanti nella nostra Area sono ancora senza un impianto di depurazione delle acque reflue con le conseguenze ben note. Chi come me ha studiato il "famoso" STUDIO MERLI, può affermare che il vero problema sta nel sottosuolo e non nell'atmosfera, anche perchè migliaia di cittadini non hanno allacci alla rete pubblica e pertanto sono costretti ad attingere da pozzi di pessima qualità. Tutto ciò è nello Studio Merli, non è una mia supposizione. Per quanto riguarda le attività industriali, soprattutto per le severissime normative in materia, credo che oggi si possa affermare che le stesse osservano le regole e le leggi tanto che i casi di illeciti sono veramente minimi e circoscritti. Nessuno del resto ha mai affermato che l'aria che respiriamo è alpina, come anche il Prof. Meazza ammette, ognuno di noi che vive e respira produce rifiuti, figuriamo se una azienda può essere ad impatto zero. Se poi volessimo ragionare sull'inquinamento ambientale, sociale e visivo prodotto dalla maleducazione imperante nella nostra zona ci sarebbe da scrivere un romanzo..criminale. La città e la campagna sono infestate da rifiuti di ogni genere, da manifesti di tre campagne elettorali, da scritte indecenti. Ricominciamo ad insegnare a scuola Educazione Civica. Come diceva qualcuno un pò "in alto" chi è senza peccato scagli la prima pietra. Buona riflessione a tutti.
    Gerardo Magale

    RispondiElimina
  10. Solo una parola all'amico Peppe e a tutti.

    Questo spazio trova la sua ragion d'essere nella riflessione pubblica. Collettiva, aperta, condivisa.

    Dunque ogni "intromissione", specie se di qualità come quelle che si son verificate più sopra, sono state, sono e saranno sempre le benvenute.

    Intromettetevi, intromettetevi. Qualcosa cambierà. [Ave]

    RispondiElimina
  11. Caro prof, ti ringrazio per l'invito e mi intrometto volentieri. ringrazio il dr. Magale per essersi prestato a rispondere con un suo contributo alle mie riflessioni; non capita spesso che rappresentanti della classe dirigente locale si rendano così disponibili al confronto: parlo per esperienza diretta. Per questo non mi lascio scappare l'occasione. Molte delle cose affermate dal dr. Magale rispondono al vero. E' vero che negli anni settanta e ottanta le imprese nacevano e morivano come funghi dopo la pioggia. E' vero che le conoscenze scientifiche ed i progressi della tecnologia ci consentono oggi di migliorare e monitorare la qualità dell'ambiente. E' vero che da troppi anni ormai si parla dell'attivazione di un depuratore consortile per trattare i fanghi derivanti dalla produzione industriale. E' vero che ognuno di noi inquina producendo i propri rifiuti domestici (tale forma di inquinamento, però potrebbe avere un impatto di gran lunga inferiore se i nostri amministratori investissero di più dal punto di vista economico ed organizzativo sulla raccolta differenziata). E' però anche vero che nuove forme di inquinamento hanno aggravato nell'ultimo decennio la situazione del ns. territorio.Circoscrivere la vicenda dell'inquinamento dei nostri fiumi al Sacco e all'avvelenamento da betaesaclorocicloesano mi sembra riduttivo. Il fiume che ha dato il nome alla nostra Valle, infatti, è stato devastato da altri fattori inquinanti che, a quanto si apprende dalla stampa, non sembrano venire poi da così lontano. Senza contare le vicende legate ad alcune recenti contaminazini originate da scarichi su Rio Mola Santa Maria e Fossato delle Tavole. Il dr.Magale dice che lo studio Merli parla di una grave situazione dei nostri corsi d'acqua... e di ninet'altro! Certamente, l'equipe universitaria del prof. Merli non ha potuto poi proseguire la propria indagine sull'inquinamento del suolo e dell'atmosfera, perché l'Amministrazione Comunale insediatasi all'indomani dell'inizio di questa indagine (2001) non ha mai dato seguito a quell'iniziativa promossa dalla precedente Giunta; ma, nonostante tutto, in una fase preliminare, per quello che ci è dato sapere, dall'equipe del prof.Merli era stata messa in risalto una situazione abbastanza preoccupante anche per ciò che concerne la nostra atmosfera, con riferimento anche (ma non solo) all'inquinamento apportato dal traffico veicolare. noi anagnini sappiamo benissimo che la qualità dell'aria che respiriamo rivela dati allarmanti. L'emergenza diossina, che non ereditiamo dalgli anni settanta e ottanta, le cui cause sono ancora tutte da verificare, dimostra come questa mia affermazione non sia certo peregrina. Condivido invece il riferimento ad una "particolare" forma d'inquinamento", quella "da manifesto". Speriamo possa essere messa la parola fine a questa forma di inquinamento da parte di chi ama talmente tanto la propria terra da incartarla come un pacco dono con i manifesti elettorali. Ringrazio e saluto cordialmente. Peppe Russo.

    RispondiElimina
  12. Per quanto riguarda l'inquinamento del Fiume Sacco, ovviamente non si può parlare solo di betaesaclorocicloesano, io lo cito solo perchè è l'unico accertato scientificamente e attualmente monitorato sia con specifiche analisi sulle persone che sui terreni; le altre forme inquinanti che tuttora infestano il Fiume sono dovute a scarichi illegali ed abusivi di tipo industriale, civile, agricolo. Non crederete mica che i centri urbani, ovvero per essere più preciso i Comuni ricadenti nell'Area fluviale siano tutti a norma? Per mia esperienza diretta vi posso garantire che solo da pochi anni il Paese in cui abito (MOROLO) non scarica più tal quale le fogne nel Fiume avendo completato gli allacci fognari anche in campagna con collegamento al depuratore consortile di Frosinone. Vi sembrerà strano ma sono le stesse istituzioni che non rispettano le regole e quindi vi assicuro che il maggiore inquinamento è di tipo civile senza considerare lo svuotamento abusivo dei pozzi neri e delle stalle.Con questo non voglio assolutamente scagionare nessuno, vorrei solo far riflettere che il problema è molto ampio e complesso.Per quanto mi riguarda ho partecipato e penso anche in futuro di partecipare indegnamente alla soluzione del problema dando un mio contributo agli Enti che stanno per progettare il risanamento. Io ho suggerito di rimuovere dall'alveo del Fiume tutto il terreno inquinato, di incrementare nei terreni inquinati coltivazioni no food, per dare ristoro effettivo agli agricoltori, e soprattutto di rilevare, catalogare, attribuire e monitorare on line con apposite sonde i parametri più importanti di inquinamento. Vi assicuro che ciò è fattibile e che sono disponibili anche i fondi.
    Per quanto riguarda lo Studio Merli, non ho assolutamente detto che l'aria non è inquinata, se non altro perchè in alcune zone esiste un traffico veicolare di notevole portata che di per se è già sinonimo di inquinamento soprattutto per quanto riguarda le PM10. Vedi Osteria Della Fontana che ancora attende la famosa variante progettata e respinta dagli stessi residenti, vedi l'autostrada e l'Anticolana. Se mi spiegate come si fa, potrei inviare il file estratto dallo Studio Merli dove queste mie affermazioni trovano fondamento. Credo sia la prima volta che questi dati verrebbero pubblicati. Poichè lo spazio è limitato, in un'altra occasione parlerò della Diossina. Buona riflessione a tutti.
    Gerardo Magale

    RispondiElimina
  13. L'amico BeppeGrilloAnagni mi segnala che sul sito di RETUVASA è presente la pubblicazione del famoso Studio Merli, anche se forse mi pare di aver capito non in forma integrale. L'indirizzo è questo... http://www.retuvasa.org/aria/il-rapporto-merli-studio-ambientale-del-territorio-di-anagni-2001

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Anagni. Aspettando i nuovi barbari

Ritornare (ad Anagni) è un po' come morire

Anagni. Il NON-partito fa NON-propaganda (NON-politica)

Emanuele Mattozzi, reo confesso grillino, ha avuto la bontà di rispondere con una decina di commenti ad un articolo dell'altro giorno . E, sopratutto, ad alcuni commenti seguenti l'articolo stesso. Non ho trovato nessun altro modo per ringraziarlo del primo, vero (ed attualmente unico) discorso grillino diverso dall'insulto, che rispondergli in modo adeguato qui. Per l'occasione, ho tirato fuori dalla naftalina il faccione, come vedete. Spero ne sia valsa la pena.