Anagni. I figli della Lupa crescono

Coloro che hanno la fortuna di averli ancora, chiedano ai nonni. Chiedano dell'Opena Nazionale Balilla. C'erano i Figli della Lupa. Poi i Balilla. Quindi i Moschettieri. Cose carine, senza dubbio. La militarizzazione della realtà. E della libertà, naturalmente. Tutti in fila col braccio teso a salutare il duce. L'obbedienza gerarchica come valore assoluto. Grazie di esistere, Duce. Che, nella versione moderna, suona Meno male che Silvio c'è.
Che ne dite di quest'altra? Meno male che Carlo c'è. Essì. Perchè, proprio come nella migliore tradizione di regime, anche noi ad Anagni stiamo sperimentando l'imbalillamento della nostra migliore gioventù? E' accaduto, infatti, che i bambini delle classi quinte dell'elementare De Magistris hanno consegnato una lettera al sindaco. Ringraziandolo sentitamente per la cura del sito archeologico degli Arcazzi. La consegna è avvenuta in occasione di un'altra consegna. Quella delle uova di cioccolata che il comune dona ai bambini per Pasqua. Insomma: un regalo per uno non fa male a nessuno.

In questo modo i giovani virgulti si abituano. Assimilano che, quando un'amministrazione fa niente di più niente di meno che il dovere ch'è chiamata istituzionalemte a compiere, è necessario ringraziare. Perchè magari, se non lo fai, poi quelli non fanno più niente. Chissà.

La pratica del ringraziamento, così, che da gran tempo abbiamo sottolineato essere la vera, unica, concreta caratteristica di riconoscimento di questi destri di regime, entra di diritto nell'antropologia della città. Se impari a ringraziare il sindaco quando sei bambino, poi lo farai anche da adulto. Un balilla in più ed un komunista di meno.

Stiamo assistendo, insomma, ad una specie di esperimento scientifico. Creare un elettore geneticamente modificato. Incapace di protestare per le inefficienze. Inconsapevole dei suoi diritti. Ignaro dei doveri di un'amministrazione. Ma, in compenso, assolutamente convinto che un sindaco vada ringraziato quando fa qualcosa che è obbligato a fare.

Tutta la vicenda non sarebbe autenticamente di destra, però, se non ci fosse anche qualcosa di profondamente ridicolo. Ed infatti c'è. Tranquilli. C'è che, nonostante la gran buona volontà dei piccoli, sostenuti ed incoraggiati naturalmente dai grandi, l'amministrazione è riuscita a farsi beccare inadempiente persino in questa circostanza.

Nella lettera dei bambini, infatti, si legge testualmente: «Siamo ancora più contenti di sapere che ha predisposto di rimuovere ogni abuso da questo incantevole monumento della storia, e auspichiamo che si possa pubblicizzare sempre di più questo bene prezioso». Capite? Sono contenti del fatto che il sindaco «ha predisposto di rimuovere» perchè, evidentemente, non ha ancora rimosso. Inoltre i piccolini non possono fare altro che «auspicare» una maggiore valorizzazione turistica del sito. Perchè, evidentemente, il comune non ha ancora provveduto a tale valorizzazione.

E si conclude in bellezza. Il grande assessore al verde pubblico, l'onorevolissimo Versi Roberto, intervenendo sulla questione usa, testualmente, un tempo verbale chiarissimo. Il futuro. «Provvederemo» e «saranno mostrati». Altro segno inequivocabile del fatto che, finora, «non si è provveduto» e «non è stato mostrato». Ciò nonostante, i bambini hanno ringraziato il sindaco. Si sono accontentati dell'isola che non c'è. Che dolci! Che tenerezza!

Ora possiamo dirlo. L'esperimento è perfettamente riuscito. [Ave]