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Anagni. Fiori nel deserto

A me la storia piace molto. Anzi. Moltissimo. Per questo mi capita spesso di fermarmi a riflettere sui tanti momenti storici di cui mi capita di parlare in classe. E provo ad immedesimarmi. Tento di entrarci proprio dentro, in quel momento. Annuso l'aria. Sento l'odore e l'umore di genti lontane. Ed alla fine mi viene sempre da chiedermi la stessa cosa. Ossia se, in quel momento particolare, la gente s'è resa conto di vivere un evento che sarebbe stato ricordato pei secoli. Se ha avuto la percezione che, a distanza di secoli, avremmo continuato ad annusare l'odore delle sue strade. A sentire il battito del suo cuore. A spalancare la mente ai suoi pensieri, per capire meglio. Si saranno resi conto dell'eccezionalità, oppure avranno spento il lume e si saranno addormentati come al solito? Al termine di una banale, solita, noiosa, forse solo un po' più agitata, giornata?
E' per tentare di cogliere la prospettiva. Per provare ad allontanarmi dall'evento e verificarne la consistenza storica, che ho lasciato passare qualche giorno. Perchè a volte c'è bisogno di essere lucidi. Freddi ed implacabili come il tempo. Ed il tempo, si sa, non prova emozioni. Di che sto parlando? Dell'evento. Del consiglio comunale aperto di giovedì scorso. Quello sull'ospedale. Perchè forse vi siete lasciati scappare qualcosa. Vi siete distratti. Ma quello, ragazzi, è stato un momento storico. Ed io ho aperto ben bene gli occhi, e la mente, per raccontarvelo.
Sono già uscite diverse considerazioni. Comunicati stampa. La città ne parla e ne sussurra in abbondanza. Ed io posso confermarvelo: quel consiglio comunale è un evento storico. Perchè da esso probabilmente è nata la prossima storia di questa città. Storia politica. Sociale. Culturale.

Vorrei partire dall'inizio. E, per una volta, l'inizio è rappresentato dalle forze dell'opposizione. Da quella minoranza che, per la prima volta da quando si è insediata questa consiliatura, è stata degna del suo ruolo e della responsabilità che questa città le chiede. Non solo perchè il consiglio comunale aperto è stato il risultato di una sua esplicita iniziativa. Una richiesta alla quale il comune non ha potuto dire di no.

Ma anche, e sopratutto, per la qualità degli interventi che tutto il gruppo di minoranza ha messo in campo. A partire dal consigliere regionale Francesco Scalia, ch'è venuto a sostenere la sacrosanta causa del nostro ospedale con parole molto semplici ma chiare. Avete potuto leggere, perchè l'ho pubblicato l'altro ieri, il comunicato stampa ufficiale del suo intervento. Ebbene. Posso garantirvi che il suo discorso, dal vivo, è stato molto più efficace.

Scalia ha dimostrato con precisione e tranquillità che non è affatto vero, come tentano disperatamente di diffondere i destri, che il piano Polverini è l'esatta continuazione del piano Marrazzo. Assolutamente. Il piano Marrazzo prevedeva, nero su bianco, un incremento dei posti letto per l'ospedale di Anagni. Per un totale di 93. Oltre al potenziamento dell'organico medico ed infermieristico per consentire all'ospedale di essere pienamente efficiente.

E' tanto vera questa realtà che la stessa Polverini, nel piano di ridimensionamento sanitario regionale, a proposito dell'ospedale di Anagni parte proprio da quel dato. Dai 93 posti letto assicurati da Marrazzo. Ci parte solo per arrivare a negarli. Cancellarli. Tagliarli completamente. Per regalarli alla sanità privata romana. Che non ne ha bisogno perchè già sovrabbondante. Mentre la nostra misera sanità provinciale si attesta intorno alla media di 2 posti letto per 1.000 abitanti. Ossia tragicamente al di sotto di quella media di 3,1x1000 che, secondo il piano delle stesse destre di regime, dovrebb'essere la media di sufficienza per tutto il territorio nazionale.

Ecco. A me dispiace che voi non abbiate potuto ascoltare le parole di Scalia. Semplici. Chiare. Tranquille. Ma precise e taglienti come una lama affilata. Mi dispiace perchè, ne sono convinto, sareste stati orgogliosi pure voi di quelle parole. Che non cercavano nessun voto. Ma si son limitate a difendere un diritto ch'è nostro. Una libertà ch'è nostra. Il diritto di avere una sanità pubblica. La libertà di costruirci un futuro.

Ma mi dispiace anche che voi non abbiate potuto ascoltare gl'interventi dei consilieri di minoranza. In ordine di apparizione: Potenziani, Alonzi, Tagliaboschi, Cicconi. Me ne dispiaccio moltissimo. Perchè, davvero, per la prima volta ho potuto essere fiero di questa opposizione. Che ha saputo realmente salvaguardare gl'interessi della città. Difendendo l'ospedale non da un punto di vista politico. Ma dall'unica parte che un tema del genere dovrebbe coinvolgere: quella della città e dei cittadini.

Per la prima volta dalla nascita di questa consiliatura, io ho potuto sentirmi realmente rappresentato da questa opposizione. Che ha fatto il suo dovere. Ha argomentato. Ha incalzato. Ha posto molte domande. Ha proposto. A nome della città. Per la città. Per questo, in assoluta libertà di coscienza e di pensiero, come sempre, così come in passato non mi son mai sottratto dallo schiaffeggiamento di comportamenti, assenze ed immobilismi che ho considerato politicamente criminali, ora invece sento di non dovermi sottrarre nel tributare a questa opposizione un grande applauso. Perchè mi ha fatto sentire, finalmente, di non essere un cittadino solo. Un cittadino abbandonato.

Ma, come sempre accade nella storia politica dell'uomo, quando una parte vince l'altra perde. Quando qualcuno mostra il meglio di sè, un altro mostra il peggio. E così, mentre la minoranza ha saputo finalmente mostrarsi all'altezza del compito affidatole, le nostre destre locali non sono riuscite a nascondere il più imbarazzante e devastante naufragio della loro storia politica.

I destri cittadini hanno purtroppo dimostrato definitivamente su quale spessore politico poggia la loro azione amministrativa. Hanno evidenziato quanto prestigio ed autorevolezza essi hanno a livello provinciale e regionale. Ma, contrariamente a quello che potete pensare, non considero tutto questo una cosa positiva. Perchè il loro umiliante tracollo politico si è tradotto, e continuerà a tradursi sempre più, nel tracollo di tutta la città. Tutti noi saremo travolti da questa caduta rovinosa. Peggio e più di quanto già non sia sotto gli occhi in questo momento.

Impotenti di fronte alle scelte devastanti dei mitici governi sinergici di provincia, regione e stato, la ragion d'essere dei nostri destri locali è rappresentata dall'assoluto immobilismo politico. Si sono lasciati imporre un consiglio comunale aperto dalle opposizioni, alle quali certo non potevano dire di no. Ed alla fine si sono lasciati imporre un ricorso al TAR persino da un gruppo di semplici, ma coraggiosi, cittadini che, stanchi del loro nulla, hanno deciso di muoversi a nome della città.

Non contenti del disastro che si annunciava, hanno addirittura tentato in tutti i modi di depotenziare il consiglio comunale aperto. Prima l'hanno convocato di mattina, alle ore 11.30. E basterebbe andare a rivedersi gli orari di tutti i consigli comunali del passato per capire bene il senso di una decisione del genere. Quindi ci hanno appiccicato una defatigante ed impropria celebrazione del neobeato Woytila. Evento che, come ha giustamente sottolineato anche il comunicato del PD, sarebbe stato meglio onorato e rispettato con un consiglio apposito. In un altro momento.

Dai banchi dell'opposizione, addirittura, nella stessa mattinata era giunto un altro salvagente. La proposta di completare la celebrazione del neobeato, e di rimandare contestualmente la discussione sull'ospedale ad altra riunione. Niente da fare. I destri, incartatisi nell'inestricabile labirinto politico nato dal loro stesso vuoto progettuale, si son ritrovati nell'allucinante situazione di non poter dire nè si nè no. Perchè qualsiasi scelta li avrebbe visti comunque perdenti. Schiacciati dal peso insostenibile di una città che gli chiede risposte e proposte serie ed impegnative. Ma alla quale essi non sono in grado di offrire assolutamente nulla.

Nel consiglio comunale di giovedì è emersa anche un'altra verità. Con la forza stratosferica della semplice, e pura, realtà. I destri non sanno neanche dire di no. Non sanno neppure opporsi. Al netto dei ringraziamenti che si scambiano vicendevolmente con cadenze prestabilite, essi non hanno idea di cosa voglia dire confrontarsi. Quando proprio non possono fare a meno di rispondere a domande precise, l'unica cosa che riescono a fare è accusare l'altro di strumentalizzazione. Invece di rispondere, di dimostrare che loro è il progetto giusto, loro è l'idea vincente, accusano gli altri per il fatto stesso di aver fatto una domanda. Di volerli costringere a dare spiegazioni. E l'unico modo col quale sanno reagire è, appunto, denunciare la strumentalizzazione. Che è anche l'unico modo che hanno trovato per evitare di rispondere.

Se voi foste venuti al consiglio comunale aperto di giovedì scorso, infatti, li avreste visti. I posti vuoti. Le assenze eccellenti. La sedia non occupata è la corrispondente fisica della risposta non data. Si astengono dalla partecipazione così come si astengono dal rispondere. Ed il senso profondo del tracollo politico di questi destri è simboleggiato dalla solitudine del sindaco. Che, abbandonato dalle truppe, è rimasto da solo a tentare di arginare la disfatta. Unico destro a prendere la parola. Persino su un argomento come l'ospedale, non hanno trovato proprio nulla da dire. Ed hanno abbandonato il loro comandante.

C'è un momento, in ogni evento storico, che segna quasi fisicamente il passaggio da fatto comune a fatto memorabile, destinato a non esser mai più dimenticato. Ebbene. Io credo che anche nel consiglio comunale di giovedì ci sia stato un momento simile. Quando il sindaco della città, il dottor Carlo Noto, durante la sua replica finale, con voce un pochino rotta da qualcosa simile all'indignazione, o forse all'emozione, ha gridato nel microfono che anche lui vuole l'ospedale aperto. Anche lui prova dolore profondo al pensiero che il nostro ospedale chiuderà. Ebbene, ragazzi. Io, in quel momento, gli ho creduto. Io l'ho sentito sincero.

Ma sta proprio qui la tragedia politica. Perchè ad andare in onda è stata tutta l'impotenza di un sindaco, lasciato solo a combattere persino dalle sue truppe, prigioniero di un immobilismo che viene da lontano. Di un vuoto che cala dall'alto. A quella sincerità io ho creduto. E, per questo, un secondo dopo me ne son disperato. Perchè ho capito perfettamente che non potrà essere quest'amministrazione a salvare la città. Anzi. Questi destri non potranno neppure difenderla, questa città. Non potrà farlo neppure il dottor Carlo Noto, lasciato solo persino ad esprimere l'accorato rimpianto per il nostro (già ex) ospedale.

Ci sono momenti, nella storia, in cui il vento cambia. E la nebbia che oscurava la vista improvvisamente si dirada, e tutto sembra chiaro e limpido. Finalmente. Ecco. Il consiglio comunale di giovedì mattina ha squarciato un velo. Ha prodotto uno strappo profondissimo in questa città. Su un piatto della bilancia si mettono i silenzi, gl'immobilismi, le reticenze, le strumentalizzazioni, i terrorismi sanitari. Sull'altro si mettono invece le mobilitazioni dei partiti, delle associazioni e dei cittadini, e poi il ricorso, e tutte le domande inevase.

Ora, ne sono sicuro, lo vedete anche voi. Che la bilancia non è più in equilibrio, se mai lo è stata. Adesso che l'opposizione si sta riappropriando del proprio ruolo, e che la città ha cominciato a (re)imparare la difficile arte dell'impegno e del coinvolgimento, a rimanere nel deserto dell'inazione sono rimasti solo questi destri.

Tanti piccoli fiorellini sbiaditi nel gran mar del deserto politico. Senza più patria. Senza più città. Senza neanche uno straccetto di ospedale.

[Ave]

Commenti

  1. I consiglieri comunali di opposizione hanno fatto la loro parte, ad alcuni di loro non può essere proprio rimproverato nulla, su altri meglio sorvolare.
    Ora aspettiamo che questa rinascita si concretizzi anche su altri aspetti...vedi scuola, ambiente, centro storico, periferie...ecc..perchè è questo che vuole la popolazione, un contatto con la realtà.

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  2. Sono un pò di giorni che rifletto su quello che voglio scrivere, nei giorni passati ho letto e sentito molto sul presente politico e sociale del nostro paese ed effettivamente concordo con chi ha detto che forse stiamo attraversando un periodo storico che segnerà la storia di Anagni e delle nostra politica civica e culturale ma soprattutto sarà un momento che verrà ricordato per un paio di cose. La prima è che la nostra amministrazione ha dovuto ammettere la propria immobilità ed incapacità a gestire questo difficile momento ed ha dovuto dire SI a tutti quei strozzati no che tentava di dire da mesi, poi la seconda cosa è che finalmente si è vista tutta l'opposizione unita e capace di dettare l'agenda del giorno e fare politica sociale.Allora mi vi domanderete dove voglio arrivare e cosa mi turba, perchè in effetti qualcosa mi turba e molto.In tutta questa vicenda c'è stata una cosa che mi ha infastidito non poco ed è la capacità del PD di farsi propria una battaglia in cui non si è voluto mai immischiare ossia quella della chiusura dell'Ospedale di Anagni.Nelle manifestazioni pro-ospedale, negli i ncontri con la città, nella formazione ddel comitato Salviamo l'Ospedale ecc... il PD non c'è mai stato mai un manifesto, un volantino, un consiglio o una strategia e poi all'improvviso dopo sforzi dei cittadini e dell'altra parte dell'Opposizione arriva un manifesto con il simbolo PD e si prende la testa del corteo e mette il comune con le spalle al muro chiedendo ed ottenendo un consiglio Comunale aperto?
    Ma veramente qualcuno pensa che questa cosa passerà cosi sottobanco?Ma per favore almeno la decenza di chiedere permesso o chiedo troppo?Comunque questo è un mio sfogo tutto qui e me ne prendo la responsabilità ma ho veramente provato un gran senso di disagio nel vedere il PD farsi portatore di Bandieera di questa lotta come al soltio la loro politica arrogante e vecchia non è sparita e mai sparirà per far si che il più grande partito di opposizione diventi l'alternativa.Chiedo scusa per lo sfogo ma non è di buon auspicio un inizio da protagonisti...ci vuole umiltà ed Educazione.
    N.Lauretti

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  3. Ma il Pd dove stava quando si facevano i gazebi davanti all'ospedale?
    Dove stava il neo eletto segratario che invece di parlare grida nella convinzione di essere così più ascoltato?
    In quei giorni ho visto rappresentanti di diversi partiti di opposizione ma non quelli del Pd.
    E adesso esce un comunicato dove affermano di aver fatto praticamente tutto loro e ringraziano gli altri partiti per il lavoro svolto insieme?
    Ma ci credono veramente dei deficenti?
    Si rimboccassero le maniche e cercassero di recuperare il tanto tempo perduto invece di ringraziare questo modo di fare politica è ridicolo.

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  4. Carissimo N.Lauretti, se vai a visitare i commenti in merito al Consiglio Comunale ne vedrai qualcuno politico (commenti rabbiosi) e non politico (il mio solamente per ora) ma in entrambi ti renderai conto che non tutti i cittadini hanno accreditato il ricorso al PD. La penso esattamente come te! e se facessi parte del Comitato la cosa mi infastidirebbe non poco. Comunque, per prima cosa, l'importante è avere la propria coscenza a posto. Anche io sto continuando, momentaneamente SOLA, a MONITORARE la situazione per ottenere un diritto che agevolerà molti (ALCUNI dei quali, nel momento in cui e se servirà si esporranno con me)...ma di questo mi sento orgogliosa e volenterosa comunque di andare avanti, pazienza se poi i meriti verranno dati, magari, a chi sa apparire di + (che non è una mia arte). Non so come finirà la mia storia... ma almeno so che sia nel male che nel bene mi guarderò allo specchio senza un minimo di disagio... Se dovesse andare tutto a buon fine ne sarei FELICISSIMA per i bambini e per i genitori che hanno scelto quest'istituto, ma non vorrei neanche nel bene, finire sotto 'i riflettori' non era questo il fine della mia piccola lotta... ecco, questa è umiltà... ma chi non ne ha, non solo ti si da per super eroe nel caso ottiene qualche cosa di suo, ma si prende anche i meriti degli altri... chiaramente, molto spesso l'educazione intesa come sopra, senza umiltà va a sfumare... l'importante è che si riesca a ottenere (anche se poco ci credo) che il nostro ospedale resti ancora il punto di riferimento dei cittadini di Anagni e dintorni... A domenica per la questione scuole!!!! (non arrabbiarti se non riuscirò ad inviarti un mio eventuale intervento che, potrebbe invece, essere improvvisato al momento!!!) ciao!!!isa

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  5. fate fate, vincete mo voi. co ssa capoccia...

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  6. [1] ISA...non sei sola sai che su di noi puoi contare oggi e sempre anche per questioni più serie ed impegnative...ciao a Domenica.
    P.S Perdonata ciao ciao
    N.Lauretti

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  7. sto blog nasconde la politica dietro alla lista civica Vitamine K, non chiamatevi vitamine k, chiamatevi anagnicaputmundi - blog, fate più bella figura e non ingannate la gente

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  8. Complimenti! L'ultimo commento vince il mongolino del mese. Difficile trovare maggiore ignoranza in sole due righe.

    [1] Questo blog nasconde la politica? Ahahah. Proprio il contrario. Sto blog ci sta in mezzo alla politica. Ne parla. Ne discute. Ne fa parlare e ne fa discutere. Insieme ai cittadini ed alla città.

    [2] Lista civica VitamineK? Le VitK non sono (ancora) una lista civica. Se e quando lo diventeranno, state pur certi che sarò il primo ad annunciarverlo. Anche perchè, nel caso, ci sarebbe tutto l'interesse a farci pubblicità, vi pare?

    Certo. Capisco bene che, abituati alle liste civiche fuffe. Quelle che nascono una settimana prima e muoiono il giorno dopo le elezioni. Quelle che chi l'ha mai più sentite? Quelle che, loro si, nascondono la politica perchè mai nulla hanno fatto per la città. Per la comunità.
    Quelle buone per ingannare la gente. Meglio ancora se prese a digiuno completo (di civiltà politica).

    Ecco. Capisco bene che, per chi è abituato ad inutilità del genere, ritrovarsi di fronte qualcuno che, invece, parte dalla politica, dalla discussione, dall'analisi, dalla cultura e dalla città. Addirittura tre anni prima delle elezioni. Per poi, magari, arrivare alla lista civica. Bè, insomma, è un bel colpo a tutte le figuracce e fregnacce spacciate in giro.

    [3] Non chiamatevi VitamineK? Ma ognuno è libero di chiamarsi come piffero vuole. D'altra parte, se pensate che c'è pure chi ha paura di chiamarsi, ed è tanto misero da godere del suo anonimato. Bè, mi pare un gran bel passo in avanti, no?

    [Ave]

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  9. ahahahahahahah, ma lascia perde! le liste fuffe... ahahahahahaha I VOTI, NON LE LISTE FUFFE, HAI CAPITO?! I VOTI CARO MIO, I VOTI...
    LE LISTE FUFFE SO CHELLE DE SINISTRA, CHELLE SO FUFFE, FUFFE DE VOTI, COME TUTTI VOI, AVE.

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  10. Ahhhhhhhh.

    Ora è chiaro. Chiedo scusa.

    Abbiamo a che fare con un vero filosofo. Il punto più alto dell'evoluzione del pensiero destro.

    Prendete appunti. E ricordatevi tutto, quando andrete a votare.

    [Ave]

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