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Regimi. Quo usque tandem abutere, Berlusconi, patientia nostra?

Anno 63 aC. Cicerone entra nel Senato romano. Ha la faccia scura ed un po' titubante. Non è proprio tranquillo, perchè sa che il momento è delicatissimo per la Repubblica, ed un niente potrebbe spazzarla via. E quel niente sta lì. Davanti a lui. Isolato dagli altri senatori come se fosse un appestato. E' Catilina. L'unico cittadino romano che abbia mai tentato un colpo di stato popolare. Catilina ha tramato. Ha organizzato un esercito. Ha programmato la rivolta, che dovrebbe scoppiare a breve. I due si conoscono e si scontrano da tempo. Fin da quando Catilina si presentò alle elezioni consolari promettendo populisticamente la remissione totale di tutti i debiti. E la distribuzione coatta di terra a tutti i cittadini. Il Senato, spaventato da questo avventuriero che non aveva paura di nulla, audace, spregiudicato e fortunato con le donne, valutò che solo Cicerone avrebbe potuto contrastare la sua ascesa. Ed infatti Catilina perse le elezioni. Due volte provò. Due volte fu battuto da Cicerone.
Catilina allora tentò l'azzardo rivoluzionario, ma la storia aveva già deciso che, ancora una volta, proprio Cicerone sarebbe stato chiamato a fermarlo. Dunque i due sono lì. Uno di fronte all'altro. Nel Senato non vola una mosca. Cicerone si alza, prende la parola ed inizia uno dei discorsi più belli e più decisivi di tutta la retorica antica. Iniziando con le celeberrime parole Fino a quando, Catilina, abuserai della nostra pazienza?

Il discorso sarà di una durezza inusitata per il protodemocristiano Cicerone. Che giungerà a gridargli in faccia, lì nel Senato, in un silenzio ed in una tensione surreali, che doveva morire. Che doveva essere giustiziato seduta stante, per tutto il male che stava facendo alla Repubblica. E' finita che Catilina morirà da eroe del male, combattendo fino all'ultimo secondo in una battaglia che non avrebbe mai potuto vincere. E Cicerone sarà acclamato pater patriae, il più alto ed ambito riconoscimento romano.

Berlusconi Silvio ha introdotto una norma, nella finanziaria, che prevede la sospensione automatica di risarcimento per tutte le cause civili al di sopra dei 20 milioni di euro. Perchè la sua Mediaset sta per essere condannata al pagamento di oltre 700 milioni di euro. Una moderna remissione dei debiti nati da colpe. Tutto questo mentre il regime impone gli ennesimi sacrifici ad un paese già in ginocchio per gli sprechi e le schifezze immonde di una casta di vecchi bavosi schiavi del denaro del ducetto.

Quel Senato che secoli fa fu teatro di uno scontro di democrazia di altissimo livello, sarà oggi il palcoscenico dell'ennesima, umiliante mortificazione di quello stesso spirito di diritto e democrazia che Cicerone aveva difeso tanto tempo fa.

Un manipolo di vecchi senza idee, senza coraggio, senza dignita politica s'inginocchierà ancora una volta davanti alle esigenze del satrapo, nello spregio più totale ed assoluto del diritto, della democrazia, della giustizia, del buon senso, della responsabilità.

Fermate l'ennesimo vilipendio alla Costituzione italiana. Al popolo italiano. Alla democrazia ed al diritto. Fermatelo in nome dei sacrifici che tutti gl'italiani sono chiamati a fare coi loro stipendi da fame. Coi loro tagli alle pensioni. Coi loro ospedali chiusi. Colle loro scuole disastrate.

Fermate questo scempio prima che sia troppo tardi. Perchè davvero questa è un'indecenza che produrrà altro odio. Altro spirito di vendetta. Altra rabbia in un popolo mortificato dall'essere abbandonato alle sue difficoltà, al suo tentativo di sopravvivere.

Cicerone, purtroppo, non c'è più. Purtroppo non c'è più neanche Catilina. Che seppe essere eroe pur nelle sue colpe. Che pagò fino in fondo: «Catilina vero longe a suis inter hostium cadavera repertus est paululum etiam spirans ferociamque animi, quam habuerat vivus, in voltu retinens».

«Ma Catilina  fu ritrovato lontano dai suoi, circondato dai cadaveri dei nemici, ancora agonizzante, ma trattenendo ancora nel volto quella ferocia d'animo che aveva avuto da vivo».

[Ave]

Commenti

  1. Prof ma lei che è per la legalità e la giustizia che ne pensa si questo: Inchiesta Enac, l'amministratore delegato della Rotkopf Aviation, Viscardo Paganelli, ha detto ai giudici: "Ho dato soldi a sette politici del Pd e alla fondazione di D'Alema".
    Giovanni

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  2. Per la Rotkopf c'è al momento un'ipotesi del PM Ielo (e francamente speriamo che ci levi Massimino dalle palle).
    Per il Berlusca c'è una sentenza di primo grado e c'è una consolidata consuetudine ad aggiustarsi i **zz* suoi, a spese nostre.

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