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Anagni. Lega Osteria Nord? No, grazie

[dal Comitato Osteria della Fontana]
Succede, alle volte, di essere testimoni di eventi ai quali si preferirebbe non assistere. L'unica cosa che rimane, oltre la malinconia, è solo il dubbio privilegio di poter dire «io c'ero». Ma si tratta, appunto, di una ben magra consolazione. A me è capitato venerdì sera. Quando ho assistito all'assemblea del Comitato cittadino di Osteria della Fontana. Ma l'evento non è stato questo, ossia l'assemblea in sè. L'evento vero è stato un altro. Perchè io ho assistito, in prima persona, alla fine definitiva del più grande comitato di quartiere di tutta la provincia di Frosinone.

Si è trattato di un suicidio. Un suicidio civico e sociale di massa. Credo l'unico mai svoltosi in questo emisfero dagli albori della civiltà. Ma non per questo meno doloroso nè meno traumatico. Le facce lunghe, ed anche un po' stanche, che ho visto venerdì sera. Ma anche alcuni discorsi dissennati. Testimoniano senza dubbio che il corpo di quello ch'è stato un Comitato attivo ed importante è minato nelle fondamenta. Non può più sopravvivere. Ed è destinato quindi ad un crollo che sarà tanto più rumoroso quanto alte son state le vette raggiunte.

E' stato sufficiente entrare nella sala della parrocchia di quartiere, giù all'Osteria, per capire che sarebbe stata un'altra serata di sofferenza. Niente a che vedere con le riunioni oceaniche alle quali il Comitato ci aveva abituato in passato. Intendiamoci. Eravamo pur sempre una quarantina di creature, numero che sarebbe straordinario e meraviglioso persino per i partiti politici locali, alle prese con un disamore ed un'indifferenza davvero devastanti. Ma, per quanto ampio, quel numero di presenze è rimasto drammaticamente al di sotto della soglia minima di sopravvivenza (73), indispensabile per poter votare e procedere così all'elezione del nuovo direttivo del Comitato. Ch'era il punto fondamentale della riunione.

La tragedia vera però s'è compiuta poco dopo. Non s'è fermata ai numeri, che pure fanno riflettere. S'è materializzata nel momento in cui il vecchio direttivo ha proposto alcuni cambiamenti al famoso statuto del Comitato. O forse dovrei dire famigerato, come più di qualcuno ha sempre pensato. Lo statuto più rigido e chiuso che mai sia stato pensato da un'organizzazione che, invece, per principio s'è definita aperta. Divieto assoluto a qualsiasi candidato politico, eletto o meno, fino ai precedenti 10 anni, di entrare a far parte del direttivo. Stesse porte chiuse persino al semplice iscritto ad un partito. Uno qualsiasi. Si può stare nell'assemblea, ma non nel direttivo. Questo diceva il famigerato statuto.

Le proposte di modifica, invece, adesso vorrebbero spalancare le porte del direttivo anche agl'iscritti politici. Invece, per quanto riguarda i candidati alle elezioni, si vorrebbe far scendere il limite a 5 anni, dai 10 ch'erano. Intorno a queste proposte s'è sviluppato un acceso dibattito, nonostante l'ora tarda ed il freddo umido che penetrava sottilmente nelle ossa, a causa anche dell'immobilità forzata. Dibattito che, però, non ha portato a nulla di concreto. S'è trattato più che altro di una specie di confessione collettiva delle paure, delle speranze e delle delusioni che il Comitato ha catalizzato ed esorcizzato con la sua attività.

Non lo negherò. Sentire queste proposte mi ha fatto dispiacere. M'ha creato disagio. Per quanto esagerate, insensate e paranoiche, le antiche regole dello statuto  hanno misurato negli ultimi tre anni tutta la grande distanza esistente tra i cittadini e la politica. Hanno fotografato l'indifferenza della politica per le legittime esigenze di un quartiere che si sta trasformando in piccolo borgo, ma che continua ad essere incredibilmente trascurato nei suoi bisogni essenziali. Il Comitato è stato uno strumento utile per provare a riempirla, quella distanza. Obiettivo almeno in parte riuscito.

C'è una cosa che il vecchio direttivo, ossia il gruppo che ha formulato tali proposte di cambiamento statutario, non ha spiegato. Ossia, perchè. Si sono ben guardati dal dire per quale motivo le vecchie norme andrebbero modificate. E nel senso proposto, oltretutto. L'assenza di questa spiegazione ha alimentato, in molti, qualche pensiero dal sapore amarognolo. Fabrizio Savone, intervenuto nella discussione con un intervento che m'è sembrato realmente sensato e persino ispirato, in certi passaggi, ha azzardato tra le righe due ipotesi. Che si voglia, in questo modo, ovviare a quella mortale assenza di partecipazione che, come un virus, sta portando all'implosione del Comitato? Oppure. Che si voglia, calendario alla mano, favorire l'ingresso di qualcuno in particolare? Sono domande che mi sono posto anch'io.

Ma alla ricerca delle cui risposte non voglio sprecare neanche una parola. Perchè uno scadimento del genere non mi interessa proprio. Preferisco guardare un poco più in alto. E notare che, tragicamente, il Comitato di Osteria della Fontana sta morendo per gli stessi, identici e fondanti motivi per i quali era nato. Ossia, detto in parole semplicistiche, a causa della politica. A causa della mancanza della politica, ma contemporaneamente anche a causa della presenza della politica.

Ciò che ha rappresentato, da sempre, la forza del Comitato. Di questo come di tutti gli altri Comitati civici sparsi nella città. E ci metto dentro anche tutte le Associazioni. Ebbene. E' sempre stata la distanza dalla politica. E la vicinanza, invece, ai cittadini. Portare una parvenza, una qualche forma di politica là dove grandi masse di cittadini hanno sperimentato la completa assenza ed indifferenza della politica, è stato il grande contributo che l'associazionismo ha dato alle coscienze di questo paese rincretinito.

Ma questo tipo di associazionismo è nato per colmare una lacuna. Per riempire un vuoto. Non stiamo parlando del dopolavoro ferroviario. Stiamo parlando, nel caso di Osteria, di un Comitato capace di mettersi in prima fila per condurre, ad esempio, una battaglia impegnativa e complessa com'è stata ed è quella contro l'inceneritore Marangoni. Di fronte all'inerzia colpevole ed irresponsabile della politica, un gruppo di cittadini ha saputo mobilitare tutta la città. Ma sempre e comunque attraverso un consapevole ruolo di supplenza. Dove non ha saputo (o voluto) arrivare la politica, è andato l'associazionismo. Che è quindi nato, e si è diffuso e rafforzato, sulla base dell'assenza della politica.

In questo senso, nonostante gli esiti parossistici, ha avuto un certo significato simbolico il famigerato statuto di Osteria. Una specie di certificazione storica della lontananza delle istituzioni. E della classe politica. Testimonianza della reale necessità della nascita del Comitato stesso. Quasi atto dovuto per salvare i cittadini dal decadimento definitivo. Sono state quelle assenze a rendere possibile e fruibile ed utile l'esistenza del Comitato. Ma.

Ma un Comitato non è partito politico. E non lo è perchè, prima di tutto, partito non vuole esserlo. Anzi. Nasce proprio perchè alle inefficienze. Alle indifferenze. Alle logiche incomprensibili del partito. Vuole contrapporre una significativa alternativa. Un modo diverso, partecipato, condiviso. Umile. Di occuparsi dei problemi della città. Questo tipo di associazionismo è una specie di partito politico senza il potere.

La ragion d'essere di un Comitato del genere, va da sè, sta nella sua capacità di aggregazione. Può esistere solo se riesce a mettere insieme le persone. Perchè, come si diceva un tempo, l'unione fa la forza. L'inceneritore Marangoni è stato un grande argomento catalizzatore. La gente ha realmente percepito tutto il peso di una problematica ambientale, già fortemente compromessa, che vive direttamente sulla propria pelle. E su quella dei propri cari. Di fronte ad una situazione che il quartiere di Osteria prima, e poi la città tutta, ha vissuto come un reale attacco alla sua stessa sopravvivenza, la mobilitazione è stata ampia, convinta e compatta. Di conseguenza la mancanza di potere politico propria del Comitato è stata surrogata dalla sua forza numerica. La quale ha infine costretto la politica a prendere in mano la situazione e, almeno fino a questo momento, risolverla positivamente per il quartiere e la città intera.

Ma adesso siamo al dopo. Siamo al secondo tempo. Momentaneamente sospesa la battaglia contro l'inceneritore Marangoni, il Comitato pare avere perso quella forza attrattiva che aveva dimostrato di sapere esercitare nel quartiere e non solo. Come mai? Perchè, adesso, all'orizzonte non c'è un altro inceneritore Marangoni. Non c'è quella battaglia capace di catalizzare e rilanciare l'attivismo del Comitato. Adesso, in realtà, non rimarrebbe altro che la politica. Ossia quella cosa in mancanza della quale il Comitato ha potuto nascere e radicarsi.

Venerdì sera è emersa tutta questa politica. I marciapiedi. Il traffico. Le luci. Le rotatorie. Questioni dignitosissime e sicuramente fondamentali per gli abitanti di Osteria. Ma argomenti che assai difficilmente potranno riuscire a mobilitare le masse che s'erano viste in passato. E, sopratutto, problemi realmente ed esclusivamente di quartiere. Che esistono entro i confini di Osteria della Fontana. E che pertanto non possono avere alcun potere di attrazione nei confronti del resto della città. Degli altri quartieri. Alle prese magari persino con gli stessi problemi. Ma vissuti da un punto di vista diverso. Forse persino in contrapposizione con gl'interessi di Osteria. Insomma. Lo capite anche voi. Alla fine di tutto sto percorso, il Comitato è arrivato alla politica.

Perchè è chiaro. Finchè si riesce a trovare un argomento trasversale. Come l'inquinamento ambientale. O magari come l'ospedale. Problemi che interessano e coinvolgono pariteticamente tutti i cittadini di Anagni. Allora l'associazionismo ha grandi possibilità d'intervento. Può fare molto perchè molto può aggregare. E quindi molto può spaventare la politica. Ma nel momento in cui ci si ferma alle beghe del giardino sotto casa, bè. Per quanto legittime e dignitose esse possano essere, sono limitate e circoscritte dalla loro stessa specificità. E dunque depotenziate.

La marginalità inoffensiva di queste problematiche è data non dalla loro poca importanza. Perchè tutti i cittadini che vivono, ad esempio, in strade senza illuminazione pubblica soffrono, e giustamente, assai di tale situazione. Ma è data dal numero esorbitante di cittadini che potrebbero rivendicare le stesse esigenze. L'illuminazione pubblica assente non è problema solo di Osteria. Riguarda tantissime altre strade e zone della città. Alcune anche molto lontane da Osteria. Tutti hanno buon diritto di lamentarsene. Ma va da sè che, se aggrego cittadini per avere la mia sacrosanta luce pubblica, implicitamente sto lottando anche contro i disagi delle altre zone della città. Perchè voglio che si intervenga prima sotto casa mia. Dopo, chi se n'impippa. Facessero quello che vogliono. Non m'interessa più.

Ecco. E' proprio qui che sta la politica. Perchè è specifico compito della politica mettersi al tavolino. Compiere una approfondita analisi della situazione esistente. Delle criticità. Delle esigenze. Ed organizzare un progetto ampio capace di coinvolgere tutta la città. Non è possibile programmare solo il futuro di un quartiere a dispetto degli altri. Quasi contro gli altri. Spetta alla politica il ruolo di coordinare un progetto complessivo dello sviluppo della città nella sua interezza. Non di una sua parte, dimenticando e trascurando il resto. E queste scelte, questa programmazione, dovrebbero essere trasparenti. Bisognerebbe portarle in mezzo alla gente per discuterle. Per accogliere spunti di riflessione. E poi bisognerebbe ritornarci, in mezzo alla gente, per spiegare le scelte fatte. Per mostrare ciò che sarà. Perchè sarà.

Per tutto questo occorre la politica. Occorre un progetto politico. Occorre, in parole povere, un soggetto politico. Magari un partito. Comunque qualcosa che il Comitato non può essere. Perchè nato proprio dalla contrapposizione alla politica. Nato dal rifiuto della politica. Rifiuto che, nel caso del Comitato di Osteria, è diventato addirittura leggendario, grazie al suo famigerato ed alienante statuto.

Forse la verità, ahimè, è che il Comitato di Osteria, proprio perchè tanto successo ha ottenuto nella sua pur breve storia, è arrivato per primo a scoprire la famosa verità dell'acqua calda. Ossia che non è possibile fare a meno della politica. Che c'è bisogno di più politica. Politica buona, beninteso. Che non può corrispondere affatto alle allucinanti allocuzioni che pure, nella serata di venerdì, sono venute fuori da qualcuno. La soluzione non può essere rinchiudersi in una specie di autarchia. Una sorta di Lega Osteria Nord pronta, almeno a parole, a sbarazzarsi di qualsiasi appartenenza, di qualsivoglia colore. Disposta solo ad inseguire un egoismo perfetto. La luce ad Osteria. Il traffico di Osteria. I marciapiedi di Osteria. Gl'interessi di Osteria.

I problemi della città vanno affrontati nella prospettiva della città. Siamo una collettività che deve recuperare il senso di appartenenza. L'egoismo di tipo leghista è il frutto indecente del fango che il berlusconismo ha rimestato nel suo ventennio. Un veleno che circola nell'aria che respiriamo, e contro il quale non sarà forse inutile avviare una grande campagna di sensibilizzazione. Forse persino di ri-educazione. L'esperienza accumulata e l'esempio eccellente che il Comitato di Osteria della Fontana ha dato di se stesso dovrebbero essere messi a disposizione di tutta la città. Per unire. Aggregare. Coinvolgere.

I profeti dell'egoismo e della divisione non serviranno a nessuno. Nè ai comitati. Nè alla politica.
Tanto meno alla città.

[Ave]

Commenti

  1. Il Comitato si trasformerà in Principato ed adotterà il fiorito come moneta in sostituzione di lira ed euro. Finalmente si è consumata la tragedia della constatazione che i comitati non servono a nulla. Si fanno solo dove non vince la sinistra e per rompere i cosiddetti...all'amministrazione. Candidatevi, fatevi eleggere e cercate di modificare la brutta politica con le idee nuove e l'impegno politico. E soprattutto credete di più nella democrazia che decreta chi vince e chi perde e quando perdete cercate di starci.

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  2. Un Comitato di Quartiere nasce per rispondere alle esigenze di un quartiere.
    Nasce per ovviare alle mancanze di una Amministrazione che non si preoccupa di monitorarne lo sviluppo reale, ma lo considera solo il "pozzo di S.Patrizio" che i piani regolatori garantiscono.
    Ben venga quando un Comitato coinvolge un'intera città, perché il problema la riguarda interamente. Ma esso non è votato a porre ogni questione che interessi l'intera città.
    Il Quartiere in questione è il più popoloso di Anagni. Si sono moltiplicate unità abitative e come conseguenza di esse attività commerciali di ogni genere, che hanno avuto come conseguenza lo spostamento di molta parte della cittadinanza in certi orari di punta - penso alla Domenica, quando un Supermercato aperto si trova solo all'Osteria della Fontana; penso al traffico delle 17.00, quando tutti percorrono la casilina; penso al traffico del Sabato, quando i consumatori si dirigono a fare spesa in un luogo dove c'è Parcheggio. All'aumento di abitazioni e attività commerciali di cui si diceva, non sono corrisposte adeguate infrastrutture (illuminazione, rotatorie, semafori, marciapiedi, fogne, spazi verdi dedicati a bambini che cresceranno nel cemento e ad anziani che nel cemento moriranno) che garantissero uno sviluppo degno di essere chiamato "civile".
    L'Osteria della Fontana è un quartiere (l'unico ad Anagni) attraversato dalla Via Casilina, dove sono morti molti concittadini e molti altri sono rimasti coinvolti in incidenti d'auto.
    Se la cittadinanza anagnina non risponde a una necessità di associazionismo per smuovere un'amministrazione vergognosamente assente, un comitato di Quartiere non può rinunciare a denunciare le proprie URGENZE per evitare di essere apostrofato come "lega osteria nord".
    Non fosse altro che per rispetto alle persone che in quel Quartiere ci sono morte (a causa di disservizi non più accettabili).
    E comunque sono sicuro che la cittadinanza intera sa bene che "se brucia la casa del tuo vicino, la cosa ti riguarda. E molto" (Cit. Orazio Flacco).
    Eravamo in pochi l'altra sera, è vero. Ma eravamo tutti pieni di speranza negli occhi: è alle persone presenti che dedico questa risposta, che non si sentano inutili. Inutili saranno quando il Signor Noto e la sua Amministrazione si degneranno di mandare un vigile per far uscire i bambini di scuola. Inutili saranno quando una mamma potrà andare a piedi con il passeggino, perché un vigile multerà un'automobile che blocca il passaggio. Inutili saremo quando un ragazzo potrà attraversare un quartiere pianeggiante in bici. Inutile sarà un Comitato quando non basterà mezz'ora di pioggia per allagare la strada del "vascone".
    Allora si che non ci sarà più bisogno di un Comitato di Quartiere.
    Sig. Meazza, tranquillizzo Lei e i Suoi lettori: nessuno all'Osteria della Fontana cerca la Secessione. Vorremmo solo smuovere un'Amministrazione che si sbraccia solo per tappare buche sotto elezioni o sfruttare le risorse pubbliche per illuminare un bel giardino privato.
    Ah, per quanto riguarda queste "questioni politiche": credo ancora che il potere sia del Popolo. E se il Popolo bussa, la politica non deve far altro che aprire le porte.
    Carlo Marino, residente Osteria della Fontana.

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  3. Ciao Mauro sono Fabrizio Savone , leggo con piacere che ormai fai "parte" anche tu del Comitato di quartiere Osteria della Fontana e la cosa mi fa enorme piacere credimi. Detto ciò vorrei dire a te e a tutti i frequentatori del blog che il Comitato di quartiere Osteria della Fontana non morirà mai nel suo spirito , ormai fa parte della nostra storia è nella nostra pelle e tutti coloro che cercheranno di distruggere un sogno dovranno passare sui nostri corpi , come si suol dire. E' stato bello vedere che dopo di noi altri hanno seguito le nostre iniziative, e localmente sono nate coscienze critiche ed associative , ed intorno alla Marangoni ci siamo ritrovati. Oggi passato il pericolo , ce lo auguriamo , ognuno pensa al quartiere di residenza , alle sue problematiche a quello che potrebbe essere e che non è . Chiediamoci se dopo il miracolo Marangoni potrebbe esserci il miracolo Anagni .........

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  4. Il Marchese del Grillo9 novembre 2011 alle ore 10:56

    Meazza fa parte del principato di san bartolomeo !!!!!!!

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  5. il comitato dell'osteria non serve a niente ......................poi segue..................

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  6. Sempre tante chiacchiere cari amici, ricordate che quando l'amministrazione Cicconi progettò la variante casilina per liberare il quartiere dal traffico ingente e pericoloso, vi siete opposti, ed avete impedito la realizzazione dell'unica opera pubblica veramente importante per il quartiere. Poi vi siete accontenati di ridicoli marciapiedi che non fanno più nemmeno nel Burundi, o di segnalatori luminosi che servono solo per attirare le zanzare. E poi vi siete pure accontentati di un bell'impianto da dodici megawatt che brucia [...] a due passi ma siccome è proprietà di un residente non si può contrastare. Ed i muri anneriscono e la puzza ristagna ma il comitato è forte perchè ha fatto il miracolo Marangoni. Ma fatemi il piaciere!!!! E [...] che sogna di notte il comitato e di giorno va ad elemosinare un posto in consiglio a Fiorito. Che bello spirito ha sto Comitato!!!!!

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  7. L'anonimo che non si firma ( vigliacco ). Io non elemosino niente , mai fatto e mai lo farò . La variante casilina è stata bocciata dalla comunità europea per l'impatto ambientale , ignorante ( nel senso che ignori le cose ) , esci allo scoperto, qualificati , ma è tempo perso sei e resterai un vigliacco . Quelli come te non hanno idee sanno solo criticare . Vieni te a risolvere tutti i problemi che hai elencato , almeno provaci , oppure i vigliacchi sono rintanati nelle loro stanze cupe e buie a parlare male degli altri ? VIGLIACCO!!!!!!
    Mauro per favore non cestinare Fabrizio Savone

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  8. Ripeto, i commercianti dell'osteria della fontana sono responsabili del degrado e dell'inquinamento del quartiere perchè hanno impedito la realizzazione della variante casilina che avrebbe eliminato il traffico pesante. La comunità europea non c'entra niente con queste baggianate semmai avrebbe assolutamente autorizzato un intervento di alto contenuto ambientale. Le favole raccontiamole ai bambini. Per qualche caffè e qualche giornale in più venduto, abbiamo impedito il progetto, come se i camion che passano a 50 all'ora potessero dare qualche vantaggio economico. E' stata una illusione ed oggi chi ha sbagliato dovrebbe chiedere scusa ai cittadini.

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  9. Ma quale progetto !!! Ti pare che noi commercianti potessimo impedire di fare una variante , ma fammi il piacere sei ridicolo , il tuo Cicconi invece ha consentito la realizzazione dell'inceneritore della Marangoni....., grande progetto ambientale, complimenti , dovresti dire ai visitatori anche questo . Voglio essere più esaustivo in merito dei marciapiedi , noi commercianti offrimmo alla giunta Cicconi l'intera area tra le abitazioni e la casilina , quella che oggi è praticamente inutilizzabile . Chiedemmo solo la possibilità di aree di sosta temporanee per consentire appunto la sosta . Ti sembra così scandaloso ?
    Per di più ancora non è stata fatta la delibera di fine lavori e quasi tutto il tratto dei marcapiedi non è a norma e non è possibile l'accesso ai disabili . Ti consiglio di informarti bene prima di dire una serie di frottole gigantesche . Fabrizio Savone

    Firmati , almeno in questo dimostra coraggio

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  10. Spesso si sentono solo rumori d'aria
    Nik

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  11. Evidentemente quando uno alza la voce ed in questo caso il tiro ha la coda di paglia. Chiedere aree di sosta per comunque non modificare il pesante traffico è una ammissione di colpevolezza. I commercianti, se lungimiranti dovrebbero chiedere infrastrutture più serie ed importanti quali appunto marciapiedi seri ed a norma, parcheggi adeguati, traffico automobilistico limitato per riservare gli spazii ai clienti a piedi, ed appunto la deviazione della Casilina che attualmente taglia in due il quartiere e lo rende invivibile. Se qualcuno misurasse nell'area l'inquinamento da PM10 vi accorgereste che state repirando veleni da tempo, altro che Bonollo e Marangoni che sono ben distanti. Mi meraviglio che nessuno del comitato, Angelo, Franco ecc.., interviene su questo punto. La contrapposizione tra chi vuol vendere quattro caffè in più e chi vuole vivere meglio deve esistere per forza. Il comitato riprenda il vecchio progetto di deviazione della casilina e vedrà che è ancora attuale e realizzabile. Poi la chiusura al traffico la domenica per fiere, manifestazioni ecc. ed ecco che il borgo diventa vivibile. Cucù, ma dove vivi Fabrizio, guarda che Cicconi è stato un grande ed illuminato sindaco e soprattutto onesto. Quelli dopo non so.

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  12. Caro Nik spero che i rumori d'aria si riferiscano a Fabrizio, altrimenti non capisco...

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  13. Anonimo visto che mi conosci sai a cosa mi riferisco e pesno tu abbia capito......cmq sottolineo tutto il tuo pensiero e lo condivido.Cicconi è stato un Sindaco Onesto e una brava persona poi avrà fatto anche qualche sbaglio come è umano fare.
    Nik

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  14. mi fate solo ridere tutti quanti, non sapete piu' dove attaccarvi,i signori del comitato che avete citato prima hanno ben altro in mente.come la prepotenza e l'arroganza quando si presentano in qualche ufficio publico,vogliono tutto cotto e mangiato.......

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  15. Per quanto riguarda Osteria della Fontana , sinceramente il fatto che la Casilina ci passi è veramente fuori dal mondo civile ed è estremamente pericoloso. E tanto per restare nel pericoloso qualcuno di Voi ha notato i lavori che hanno fatto dalla strada che scende da Anagni altezza despar e arrivano sulla provinciale Anagni Paliano.....tutte isolette.......e comunque i vari stop non li rispetta nessuno arrivano come frullatori e mi raccomando con il telefonino all'orecchio.....spiego tutto questo perchè c'è gente come me che va a piedi perchè camminare fa benissimo alla salute e spesso mi allungo fino al supermercato di fronte allo stesso ci sono delle fermate di autobus e comunque quel cavalcavia che passa sulla Anticolana è talmente stretto che le macchine ti fanno il pelo proprio......MA LO VOGLIAMO METTERE IN SICUREZZA ? OPPURE ASPETTIAMO IL MORTO ? A COSA SERVE FARE QUELLE ISOLETTE (ci avevano messo prima gli alberi per il giro d'italia sono tutti morti chiaramente non li cura nessuno)per incanalare il traffico verso gli stop che tutti attraversano senza nemmeno rallentare, per non parlare della anticolana dove esiste il limite di 50 ma se minimamente lo rispetti vieni insultato , ti suonano etc.......questa è Anagni ancora ,è la inciviltà del popolo anagnino.......e via così Pompadour

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  16. il problema e' uno solo ..... sono gli anagnini fatti male,ma proprio male, non ho mai visto delle persone cosi,sono abituati ad incolpare gli altri mentre sono proprio loro ad essere sbagliati,io gli cambierei il cervello a tutti..... i primi sono gli osterini,e i signori che si credono sto.....

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  17. Il problema è che sono gli anagnini fatti male che si credono sto............ come dice lei , non sanno nemmeno parlare in italiano anche nelle scuole mi hanno detto che questo avviene che gli stessi insegnanti non parlano in italiano ma in dialetto nulla contro il dialetto ma l'italiano forse sarebbe meglio no ? e se non li capisci si offendono ..........ma io non so proprio........volete ridere ? questo per farvi capire l'ignoranza che regna.....sono andata a chiedere in comune cosa serve per fare la carta di identità.......l'impiegato mi ha detto "mi raccomando senza burka con il viso scoperto" io lo ho guardato e chiesto "cosa dice scusi??" mi risponde "ma lei è nata in egitto" e io " e allora ? ci sono nata e basta......" ecco qua il solito sei nata in nord africa e sei di quel paese ma come mai questo problema di no capire esiste solo in Italia ? a presto Pompadour

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  18. sanno parlare a scuola e molto bene...pur di far promuovere i propri figli fanno di tutto,[...], si raccomandano,regalano uova prosciutti, pensano solo ai loro affari, e specialmente i signori dell'osteria, quelli che si credono di essere i padroni del mondo, non rispettano nemmeno la fila all'ufficio postale, comandano loro e basta,all'osteria ce ne sono tanti di questo tipo ecco perche' fa cosi schifo come quartiere........30 non era cosi, si stava tanto bene poi sono arrivati i signorini e ....pafte tutto sie e' sfasciato.

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  19. E' evidente che un odio così radicato e devastante deve avere qualche origine molto profonda e molto precisa. Che solo uno specialista può essere in grado di trattare adeguatamente.

    Nella mia esperienza di docente, tanto in terra ciociara quanto nella capitale, non ho mai (e sottolineo mai) avuto in dono prosciutti nè un solo singolo uovo.

    Che mi sia perso qualcosa?

    [Ave]

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  20. eh si professore evidentemente si è perso qualche cosa .........!!!!!!!!!ma cosa c'entra il fatto di saper parlare per far promuovere i propri figli quando l'argomento era l'italiano a scuola........è un periodo che la gente non legge tutto ma la prima riga......idem per altri post Pompadour

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  21. e' giusto far sapere alla gente come funziona il sistema ad anagni

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  22. Carlo Marino futuro sindaco di anagni e san cisari !!!!!

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  23. In tutte queste belle "parole", che più di qualche persona ha scritto in questo blog, l'unica cosa che sono riuscito a capire volete sapere qualè? Sono sempre più convinto che girano per strada liberi e molto pericolosi per la collettività tutta..... una marea di imbecilli. Franco di Osteria della Fontana

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  24. L'inceneritore di Osteria della fontana non è stato approvato dalla Giunta Cicconi caro dott. Savone.
    Prima di parlare informati.
    Il consiglio comunale di allora non diede parere favorevole, vatti a vedere le carte.
    L'apporvazione venne data dalla regione Lazio, e dall'allora presidente Storace.
    Prima di riempirti la bocca con il nome di chi non c'è più fammi un favore.
    Pensa.
    Roberto Cicconi.

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  25. Ovviamente mi riferivo all'inceneritore Marangoni.

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  26. E già Roberto, qui si parla a vanvera, l'importante è delegare le responsabilità. Di certo, dopo queste affermazioni, mi ricredo molto sulla qualità del comitato. Il Sindaco Cicconi, come già ti disse mio marito, è stato l'ultimo vero sindaco!!!! ISA

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  27. Il Marchese del Grillo18 novembre 2011 alle ore 12:07

    Un quartiere costruito su un pezzo di strada statale,senza un piano regolatore, senza uno spazio verde, senza servizi, senza strade, dove ci sono solo supermercati, neanche un cinema, un teatro, un posto di aggregazione per i ragazzi del quartiere; dove per spostarsi da un posto ad un'altro, devi attraversare 50 volte la casilina. Cosa pretende caro professore che la gente del quartiere non sia schizzata!!!!! Osteria della fontana non è un quartiere di Copenaghen!!!!! ma assomiglia di più a Tor Bella Monica, caotica, inquinata e pericolosa....... Fanno bene i cittadini del quartiere a stimolare quest'amministrazione che, a tutto pensa, meno a quello che c'è da fare per rendere il quartiere più civile e confortevole!!!!!!!

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  28. Gentili sig.ri la voce ufficiale del Comitato sono ancora io Angelo Galanti, almeno fino a quando non verrà rinnovato il Direttivo. Leggo attentamente il Blog del Prof. Meazza, tuttavia cerco d'intervenire il meno possibile. In questo blog si è detto molto del comitato, ma l'unico post che condivido è il terzo, ovvero quello del sig. Marino. In merito al pericolo che il Comitato diventi uno strumento politico potete stare tranquilli, almeno fino a quando il Consiglio Direttivo rimarrà composto dagli attuali membri.
    Il Comitato non costituirà mai un "Lega" perché non ha questo tipo d'interesse, tuttavia credo che un quartiere così popoloso dovrebbe avere la giusta attenzione da parte della nostra amministrazione. Non esistono cittadini di serie A o di serie B in base alla zona della città che abitano, tuttavia è innegabile che L'Osteria negli ultimi anni sia stata vittima di una speculazione edilizia selvaggia ed oggi sembra una favela, poiché priva di quei pubblici servizi che dovrebbero caratterizzare una Città civile. Vi risparmio l'elenco di tutto quello che manca. In merito all'inceneritore della Marangoni, non credo sia corretto additare chi purtroppo non può più difendersi, se qualcuno vuole verificare come stanno le cose può andare al Comune e verificare con un semplice accesso agli atti.
    Alla frase scritta "Vivere ad Anagni" posta sui manifesti pubblicitari all'Osteria aggiungerei che "è vivere da faveladi".

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  29. Sono daccordo con Isa, come al solito, anche il comitato migliori la qualità dei componenti il direttivo, che, con tutto il rispetto dei residenti, è molto scarso. Per ottenere qualcosa bisogna essere credibili, seri ed onesti intellettualmente, e non bisogna fare sconti a nessuno sulla pelle delle gente. L'attuale comitato ha fatto sconti ai soliti noti, è collegato alla politica negativa, vedi ultime elezioni, e per questo non ha mugliorato di niente la qualità della vita del quartiere. A casa e avanti un altro Monti.

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  30. E bravo sig. Monti, persone che cercano di svilire l'operato di una grande realtà come la nostra sono la conferma che il comitato è ancora forte. Comunque se crede che l'associazione abbia bisogno di persone come lei si candidi , magari ottiene la fiducia di sua moglie hmmm. Essere attaccati da persone di destra e sinistra conferma che il nostro operato è stato obiettivo e imparziale.....

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  31. Piena fiducia al Presidente Angelo Galanti, non mollare.

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  32. Se questo sig. Monti è quello che penso io voglio ricordargli che è uno dei pochi che non ha firmato contro l'iceneritore, forse il problema non èra suo ma del comitato, in quanto solo loro respirano l'aria di Anagni. Quì si scrive solo a vanvera, gli unici che non sono scesi a compromessi con la politica sono stati i componenti del direttivo del comitato di Osteria della Fontana. Molti ci hanno attaccato, sia da destra che da sinistra come sta facendo qualcuno su questo blog, ma quel qualcuno ancora non è stato in grado di fare nulla, di far vedere cosa realmente sa fare oltre che chiacchierare, solo immenze chiacchiere, come tutti i venditori di fumo che circolano per Anagni. Il nostro comitato a comunque ottenuto dei grandi risultati, grazie a l'impegno di persone che hanno messo il loro tempo, energie e, in molti casi anche soldi di tasca propria per la collettività e nessuno di noi è diventato Presidente della Repubblica, anzi, tutt'altro. Ci siamo fatti dei nemici, sia a destra che a sinistra proprio perchè non siamo scesi a compromessi, il risultato adesso è che invece di dare aiuto a chi vuole fare qualcosa per il futuro non mio ma di tutti noi si critica, come si dice? l'Anagnino è fatto così. Voglio ringraziare tutti i componenti del Comitato di Osteria della Fontana, per l'impegno messo, a tutti quanti si sono fatti partecipi e sono stati vicini al comitato per il bene della collettività e non per quello privato come invece qualcuno fa. Ce ne fossero di comitati così. Franco

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  33. ma quale comitato, ognuno di voi si fa gli affari suoi.i veri comitati sono altrove qui non funziona <NIENTE< mettetevelo in testa,le cose non cambieranno mai.

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