Passa ai contenuti principali

Anagni. La città non è più fiorita


Ve lo ricordate? Raccontano che un tempo Anagni era fiorita. Mazzi di rose sbocciavano al passaggio. Fresche e profumate brezze soffiavano tra i capelli. Il cielo era sempre blu. Le fontane gorgogliavano di liquido d'oro. Pesciolini pieni di energia guizzavano e saltavano allegri tra bollicine e goccioline. Anagni era fiorita, raccontano. Ed il futuro s'intravedeva al di là di una grande, gigantesca bolla di un delicato color rosa. Così i pensieri della gente erano come certi post di certe imbrattacarte su FB: smielature da baci Perugina. Sbattimenti di ciglia a smuovere un'aria assolutamente immobile. Perchè perfetta.

Son passati pochi anni. Eppure. Cos'è mai accaduto? Adesso girare per Anagni equivale ad entrare in un girone dantesco. Ignoranza e volgarità. Inciviltà e menefreghismo. Ovunque. Negozianti che entri e non rispondono neppure al tuo saluto. Altri che ti vendono merce scaduta. O fallata. Oppure che non ti fanno lo scontrino. Mamme volgari che lasciano il Suv dove fa comodo loro, e chissenefrega della circolazione bloccata. Giovani maschietti che riescono a divertirsi solo azzuffandosi ubriachi in passeggiata. Vergini fanciulle che agitano la borsetta arrampicate su trampoli arditi, lo sguardo pericoloso di chi non vuole perdere troppo tempo.

E poi le scuole. Abbandonate a loro stesse. Nessun progetto per loro. E niente cure. E l'ospedale. Paziente terminale trattenuto solo dalla buona volontà dei Comitati di cittadini. E l'ambiente. Massacrato da veleni di ogni tipo, che non lasciano molte speranze. I rifiuti. Che hanno trasformato la città in un guazzabuglio maleodorante, parco divertimenti solo per topi e batteri. Per non parlare delle mura storiche crollate. Delle strade franate. Delle perdite d'acqua insanabili. Che, specie in questo periodo di gelate, trasformano le vie cittadine in allucinanti piste di pattinaggio.

La trasformazione della città. Il suo precipitare in un abisso senza fondo. E' iniziato esattamente il giorno dopo l'elezione del signor Fiorito Franco a sindaco di Anagni. Nello spazio di un battito di ciglia, tutta la città ha scoperto con orrore nelle mani di chi s'era andata a mettere. E la città, che credeva di essere fiorita, ha cominciato invece a sfiorire. Sempre di più. Sempre più velocemente. Con un movimento indirettamente proporzionale. Più cresceva il successo politico (personale) del signor Fiorito Franco, più la città s'è inabissata nel baratro.

La fotografia politica dell'incubo nel quale Anagni è precipitata ce l'ha data qualche giorno fa il signor Cicconi Afredo. Capogruppo consiliare della lista che si chiama, guarda caso, «Anagni fiorita». Il signor Cicconi, infatti, s'è dimesso. A causa di un disaccordo profondo, e a quanto pare insanabile, con l'impalpabile signor Viti Giuseppe, che viene descritto da LaPro con le seguenti parole: «Sempre in piena forma, irridente ed ironico come sempre».

Insomma. Di fronte alla tragedia di una città agonizzante, c'è qualcuno che riesce ad essere tranquillo nonostante le importanti responsabilità istituzionali che ricopre. Come se la sconfitta della città non lo riguardasse. Come se non fosse (anche) dovere suo porvi rimedio.

Nelle parole del quotidiano spicca due volte il vocabolo «sempre». Voglio usarlo pure io. Sempre a questo punto, siamo? Sempre ad avere a che fare con le stesse persone? Sempre gli stessi a gestire (male) la politica della città? E dunque. E' mai esistita davvero, un'Anagni fiorita? E' esistito davvero quel tempo mitico, fatto di roselline e profumini e cieli azzurri? O non s'è trattato, piuttosto, del più tragico malinteso nel quale mai questa città, nella sua millenaria storia, è caduta?

Questa gigantesca bolla d'illusione è scoppiata. Prepariamoci a fare politicamente piazza pulita, ragazzi, in modo definitivo. Alle prossime elezioni. Sommergiamo la città con un voto innovativo. Rivoluzionario.

Perchè Anagni la finisca di essere sfiorita.

[Ave]

Commenti

  1. Purtroppo gli anagnini non si sono resi conto in che mani finivano e,ho l'impressione, purtroppo, che continuino a non capire che stanno facendo solo prosperare questa gente.
    Non sono piu' sicura che cambiera' qualcosa

    RispondiElimina
  2. Egregio Ptrofessore, credo proprio che lei si illuda. Gli anagnini non cambieranno. Hanno votato Fiorito sia perchè stufi del gerontocomio (politico-amministrativo, intendo), sia perchè abbagliati dalle fantasmagoriche promesse clientelari; ma anche se sono stati disillusi dal non avverarsi di quanto promesso, sono sempre pronti a rivotarli "perchè non si sa mai". E vedrà che un nuovo [...], prenderà il posto del vecchio. Non ho speranze, come Bianca.

    RispondiElimina
  3. Nessuno ha mai detto che sarà facile nè che sarà scontato. Ma non capisco da dove nasca tutto questo pessimismo. Millenni fa l'umanità viveva sugli alberi. Adesso non è più così. Oddio. Qualcuno, magari, ancora oggi. Ma si tratta di casi pietosi. Eccezioni, appunto.

    Al contrario, invece. Occorre volere fermamente il cambiamento ed il miglioramento. Occorre crederci. E lavorare per prosciugare quelle sacche di inciviltà ed ignoranza che hanno ispirato una politica clientelare. E che, in certi settori della società, hanno favorito politiche contrarie allo sviluppo equilibrato e collettivo della comunità.

    Vincere le prossime elezioni è possibile. Ridare un futuro a tutta la città è un dovere.

    [Ave]

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Anagni. Aspettando i nuovi barbari

Ritornare (ad Anagni) è un po' come morire

Anagni. Il NON-partito fa NON-propaganda (NON-politica)

Emanuele Mattozzi, reo confesso grillino, ha avuto la bontà di rispondere con una decina di commenti ad un articolo dell'altro giorno . E, sopratutto, ad alcuni commenti seguenti l'articolo stesso. Non ho trovato nessun altro modo per ringraziarlo del primo, vero (ed attualmente unico) discorso grillino diverso dall'insulto, che rispondergli in modo adeguato qui. Per l'occasione, ho tirato fuori dalla naftalina il faccione, come vedete. Spero ne sia valsa la pena.