Erano tutti d'accordo. Di più. Qualcuno aveva iniziato a raccogliere le firme. Altri l'avevano messo nella lista delle promesse elettorali. C'era persino chi era pronto, immantinente, alle dimissioni. Ed invece. Adesso che il governo gliel'ha mandato a dire in modo fermo e deciso: «Dovete chiudere!», le province non ci sentono proprio. E stanno organizzando una resistenza senza se e senza ma. Faranno le barricate nelle strade e nelle piazze.
Ma, per il momento, hanno scelto la strada del ricorso al TAR. Ha cominciato Latina. A breve seguirà Frosinone. Tutte le assicurazioni e le garanzie del passato, tese a dimostrare che si vuole davvero tagliare il costo della politica, eliminando una fonte di spesa inutilissima ed inefficientissima come le province, buttate al mare. Promesse da marinaio, vien da pensare. Peggio. Promesse da politico.
Ciò che sorprende è la raffinatezza con la quale il signor Iannarilli Antonello difende l'esistenza del suo doppio incarico. Con conseguente doppio stipendio e doppie prebende. Si appella niente meno che all'articolo 133 della Costituzione. In base al quale, secondo il suo ragionamento, questo provvedimento sarebbe addirittura incostituzionale. Com'è spiegato dal Messaggero.
Da dove avrà tirato fuori tutta questa saggezza legislativa? E'un vero peccato che, in altra circostanza, come ad esempio il provvedimento di dimensionamento scolastico voluto dal celeberrimo Quadrini Gianluca, defenestrato per l'occasione, tale competenza non sia stata impiegata. I Convitti non si possono dimensionare. Questo affermavamo noialtri. E questo ha riconfermato il giudice del TAR. Ma la provincia, l'ente superfluo che speriamo sarà spazzato via con tutto il suo caravanserraglio costosissimo, ha opposto ulteriore ricorso al Consiglio di Stato. A breve vedremo.
Sempre che, nel frattempo, qualcuno non decida di apporre i sigilli al palazzo della provincia. E di liberare tutti noi cittadini, finalmente, dal peso di un club senza alcun senso che ci costa milioni di euro.
[Ave]
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