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I cessi pubblici salveranno Anagni?


Il triste precipitare della situazione dell'ospedale cittadino mi ha costretto a congelare alcuni pensierini. Quelli nati qualche giorno fa. In occasione del rimpasto amministrativo. Quello che avrebbe dovuto sancire, ufficialmente, il famigerato cambiamento di rotta. Forse è giunto il momento di scongelare quei pensierini. E di offrirli alla discussione pubblica.

Non so se ci avete fatto caso. Ma quando il Sindaco Noto deve diffondere un suo comunicato particolare, allega al documento una certa foto. Diciamo così, ufficiale. Non c'è che dire. E' una foto interessante. Mi sono sempre chiesto verso dove stia guardando, il signor Sindaco. O magari verso cosa. Lo sguardo è spostato verso l'alto. L'espressione un po' indecifrabile di chi non è particolarmente contento. Ma preferisce riparare l'insoddisfazione dietro una maschera formalmente molto composta. La barba impeccabile. Il primo piano ad escludere qualunque altra distrazione. Una formale, ma precisa, manifestazione di potere. Sono io al comando. Io la guida. Voi non potete vederla, la meta, ma è proprio là che vi sto portando.

Ecco. E' proprio questo che la città vorrebbe tanto capire. Verso dove ci sta portando, signor Sindaco? Verso dove sta trascinando Anagni? Potrebbe non essere inutile tentare di rispondere con un minimo di precisione a questa domanda, signor Sindaco. Prima che, magari, le capiti l'imprevisto di doverlo fare in diretta televisiva, così su due piedi. Magari davanti ad un irriverente come Jimmy Ghione. Dio non voglia, signor Sindaco, che la città si perda un altro po' nei circuiti nazionali. Meglio tenersi allenati.

Lei lo sa molto bene, signor Sindaco. Proprio come lo sa tutta la città. Che l'esperienza politica della sua maggioranza è arrivata al capolinea. E' finita. Ma, contrariamente all'alibi dietro al quale molti si stanno nascondendo, questa esperienza non è finita in virtù delle vicende fioritiane. No. E' finita molto, molto tempo prima. E' andata in frantumi di fronte all'evidente ed impacciata incapacità di gestire, a vantaggio degl'interessi cittadini, tutta una serie di importanti vicende che hanno investito Anagni.

Dovrò perdere tempo ad elencare quali sono queste vicende, signor Sindaco? Suvvia. Si è tra gentiluomini. Lei. Io. Tutti i cittadini ce l'hanno bene impressa, questa lista. Possono cambiare le posizioni. Può essere diverso l'ordine d'importanza che ognuno dà a questa piuttosto che a quella problematica. Ma la lista è fatalmente uguale per tutti noi. Proprio come il disagio e, in qualche caso, persino la sofferenza.

Eppure, signor Sindaco. Sembra davvero tutto un gioco. Una di quelle prese in giro che, in tv, finiscono su Scherzi a parte. Prendiamo il documento ufficiale della pax politica che, faticosamente, avete raggiunto. In quello lei parla di «incontri e riunioni politiche», aggiunge di «aver ascoltato i consiglieri ed i capigruppo», e mette nel conto persino «attente valutazioni scaturite da riflessioni popolari e considerazioni politiche e tecniche». Ma cribbio. A parte il mistero buffo dell'espressione riflessioni popolari, che non si capisce bene a cosa si riferisca (riflessioni fatte CON il popolo? oppure IN MEZZO AL popolo?). Quanti pifferi d'incontri e quante tonnellate di parole vi son servite per decidere, tutti quanti voi insieme, che il rilancio della città passerà improrogabilmente attraverso la «costruzione nuovi bagni pubblici nelle vicinanze del Duomo di Anagni»? Punto cinque dell'accordo di programma. Su nove. Per non parlare di quell'altro capolavoro del punto sei. «Apertura Palazzo Bacchetti». Tre parole che dicono tutto, indubbiamente.

Tutte queste discussioni, facile immaginare snervanti, a proposito dei bagni del Duomo. Con varianti annesse. Metterli a destra. No, a sinistra. Più su. Più giù. Maschi da una parte. Femmine dall'altra. Tutto questo lavorìo mentale sui cessi. Non avrà per caso sottratto le energie indispensabili per passare ad occuparsi anche di altro, con pari impegno? Tanto per dire. Qui in città c'era una volta una cosa chiamata lavoro. Esemplificata da una azienda che adesso è fallita. Tra diretti ed indiretti un 3.000 lavoratori a spasso. Ebbene. Per la tematica lavoro neanche uno straccio di cesso, nell'accordo di programma. Solo un generico «stati generali sulle tematiche dell'occupazione». All'ultimo posto della lista, per giunta. Pari merito con quell'altra bazzecola. Quella quisquilia chiamata ospedale. Anche qui s'invocano «stati generali sulle tematiche della sanità del territorio». Nono punto dell'accordo. L'ultimo. Il lavoro e la sanità non hanno nemmeno meritato l'onore di conquistarsi un punto autonomo all'interno della lista. Sono stati accoppiati. Quasi a significare, simbolicamente, che troppo spazio, queste tematiche, non l'hanno occupato mai. E mai l'occuperanno. Lavoro e sanità accoppiati. Stavo per dire accorpati. Termine in voga nelle realtà scolastiche. Ho preferito evitare per rispetto dell'accordo di programma. Nel quale la scuola, o meglio «le tematiche scolastiche», per adeguarmi al suo linguaggio, non si sono meritate neanche uno straccio di «stati generali». Completamente cancellate dall'azione di rilancio della città. Evidentemente, fa ancora fede l'antica e celeberrima definizione dell'(ex) responsabile dell'istruzione cittadina: «Anagni ha scuole di eccellenza».

Che poi, insomma. Il ricorso agli Stati generali potrebbe risultare particolarmente impegnativo. Tanto per dire nel 1789 quelli del Re Luigi XVI, non proprio uno qualsiasi, finirono in tragedia proprio per chi li aveva convocati. E resta comunque da capire, caro signor Sindaco, quale sia l'effettiva proposta di rilancio sulla quale vi siete accordati. Perchè in verità invocare gli Stati generali non è una proposta programmatica. Non è un contenuto. Ma un contenente. Una forma. Insomma una scatola. All'interno della quale non è dato rintracciare neanche un'idea. Un progetto. Niente a che vedere con la salda certezza. E concretezza. Dei cessi pubblici. In quel caso forma e contenuto hanno trovato una sublime compenetrazione. La scatola di prima, invece. Rimane fatalmente vuota.

Su tutte le tematiche più importanti si rimanda, sic et sempliciter, agli Stati generali. Lavoro. Sanità. Ma anche commercio (punto numero sette). C'è pure chi sospetta che, tra i diversi refusi contenuti nell'accordo di programma, ci sia anche quello riguardante il punto numero uno. «Area ex deposito militare». Poichè non s'intravede, neppure in questo caso, alcuna proposta operativa, forse a causa di una trascrizione frettolosa, non sarà saltata l'espressione Stati generali anche da lì?

E l'ambiente, caro Sindaco? Solo all'ottavo posto. «Monitoraggio e determinazioni sul risanamento Valle del Sacco». Qual è la proposta? Quale l'idea? Cosa farete, concretamente? Ahimè. Non so voi. Ma io sento puzza di Stati generali pure qua. Personalmente nutro, nei confronti della discussione a tutto campo, libera, accanita e profonda, un amore viscerale. Pertanto non sarò certo io a dire che l'idea degli Stati generali sia, per sua stessa natura, negativa. Ma, caro Sindaco, è il contesto che proprio non quadra.

In tanti anni di potere, infatti, nonchè di sinergie, non avete saputo fare di meglio che rinchiudervi nel bunker. Lontani dalla città. Lontani dai cittadini. Nessuna idea di sviluppo. Neanche accennata. Nessun progetto di grande respiro. Nessuna idea di cosa dovrebbe essere questa città il prossimo anno. E poi fra cinque. Dieci. Non è esistito club più esclusivo del vostro. Voi sempre da una parte. La città ed i cittadini dall'altra. A penare. A sopportare gli esiti tragici di tanta indifferenza. Inutile, anche qui, mettersi ad elencare. Basta farsi una passeggiata in giro, signor Sindaco, per rendersi conto della realtà. Per avere il coraggio di guardarla dritta negli occhi, una buona volta.

Noialtri. Noi cittadini. La realtà invece la conosciamo assai bene. La guardiamo tutti i santi giorni negli occhi. Con lo stesso sguardo attonito col quale abbiamo seguito la penosa sceneggiata accaduta qualche giorno fa durante il Consiglio Comunale. Con il mistero della firma che ora c'è ora non c'è più. Mentre l'ospedale muore, e con lui anche il diritto ad una sanità pubblica per un territorio di oltre 80.000 anime. Lo stesso sguardo, incredulo, col quale abbiamo visto un noto assessore tentare maldestramente di oscurare, con la mano, la telecamera di una grande tv. Mentre un altro, al suo fianco, era inutilmente impegnato a celare una medaglietta col duce. Tutto in diretta nazionale.

Davvero vale la pena, signor Sindaco, salvare questa sua maggioranza? Prolungarne l'agonia politica sulla base di quegli incredibili, impalpabili, indimenticabili 9 punti? Di fronte agli enormi problemi irrisolti della città? Davvero percorrerà fino in fondo il tunnel di queste forche caudine per un altro anno e mezzo?

Forse è là che ci sta portando, signor Sindaco? Alla fine di quel tunnel? E crede davvero che saranno quei 9 punti. Quelle risposte non date. Quelle idee non avute. Quei progetti non sognati. Che faranno uscire la città dal buio sociale, economico, culturale? Sarà una tragedia politica, dottor Noto. Lo sa lei. Lo so io. Lo sanno i cittadini. Nella quale non le sarà possibile smarcarsi da coloro dai quali è stato accompagnato e sostenuto per tanto tempo. Ma sarà una tragedia anche per la città. Che si sfalderà un altro po'. S'impoverirà un po' di più. Diventerà più sporca. Triste. Brutta.

Si fermi, signor Sindaco. Non è mai troppo tardi per un atto di responsabilità. Faccia in modo che il suo futuro politico. E quello dell'intera città. Non rimanga legato ai cessi pubblici.

[Ave]

Commenti

  1. Bell'articolo. Ma resto. Dell'idea. Che soggetto. Complemento oggetto. E complemento di specificazione. Vadano tutti nella stessa frase. Senza punti.

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  2. E lasciamoli in pace ad impegnarsi sulla questione dei cessi pubblici! Le orde di turisti che vengono ad Anagni, quando dovranno fare i bisogni, mica li vogliamo mandare al Parco della Rimembranza o a Piscina o meglio a sporcare il nostro gioiello di parcheggio a S. Giorgetto?
    E poi, ci credo che il problema lavoro o quello della sanità stanno relegati agli ultimi posti degli ordini del giorno! [...] E' vero, siamo così. Ci siamo fatti chiudere le fabbriche, l'ospedale, senza una protesta da parte di noi cittadini che possa definirsi tale. Ci siamo fatti bastare le dichiarazioni di intenti di tutti i nostri politici, di destra, centro e sinistra. TUTTI COLPEVOLI perchè chi vede un delitto e non fa niente è comunque colpevole. Il problema è che si RICICLANO e oggi parlano delle cose che non vanno con un distacco che a me fa inc.......come se, visto che loro sono un po' di anni che occupano queste poltrone, non fossero un po' colpevoli delle situazioni che oggi viviamo.
    [...]

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  3. CAR-FLUFF= TABU'
    Da quando non se ne può più parlare?

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  4. Ma lo sciopero della fame? Troppo faticoso? La ASL ha dato un risposta che peggio non poteva esse e il sindaco? E tagliaboschi? Questi so proprio scollegati dalla realtà! ANAGNINI INDIGNATEVIII!!!

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  5. Anagni caput Italiae: qui si aprono bagni pubblici e si chiudono gli ospedali, in Italia ci si accapiglia per l'election day mentre la scuola va a rotoli (di carta igienica, da portare rigorosamente da casa...), l'università verrà nelle prossime settimane definitivamente aggiogata nelle mani dei baroni grazie a un megaconcorso spacciato per esempio supremo di meritocrazia, il lavoro non precario è diventato un privilegio per pochi...
    Maria

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  6. Per cacciare laPolverini si dovrà aspettare fino a marzo... Continueremo ad eleggere70 consiglieri anziché 50, consiglieri che continueranno ad andare in pensione a 50 anni anziché 66, e con una sola legislatura anziché 2 ... Lo scandalo fiorito non sembra servito a NIENTE! È con queste premesse di fioriti ce ne ritroveremo ancora... ANAGNINI INDIGNATEVIII !!! Non se ne può più!

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  7. ma perchè non ripulisconoi bagni pubblici vicino a una scuola sul viale principale scusate io non so i nomi delle strade perche pur abitanto da queste parti da 4 anni evito di andare in paese perchè mi da fastidio cmq è di fronte a un azienda di telefonia mobile a presto. ci dovrò andare perchè devo fare una serie di analisi ................ma funziona l'ospedale ??

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