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Ospedale di Anagni. Il miglio verde

Poche righe di comunicato burocratico. Ed il nostro ospedale, istituzione storica che ha sostenuto la storia di questa città, garantendone lo sviluppo, è virtualmente chiuso. In questo modo, con l'ennesima forzatura burocratica, la scellerata politica sanitaria riguardante questo territorio si prepara all'atto finale. Quando infatti, a dicembre, il TAR riprenderà in mano il destino del ricorso che le associazioni dei cittadini hanno avviato da più di un anno, si parlerà solo di un fantasma. Una larva incancrenita nell'impossibilità di essere operativa ed efficiente. Perchè letteralmente smontata pezzo dopo pezzo.

Sono tanti i padri nobili di questa tragedia. Innanzitutto la politica delle destre. In virtù dell'accanimento scientificamente organizzato con il quale è stata spazzata via la sanità pubblica dell'intera provincia. E' stata fatta terra bruciata. I Romani sparsero il sale a Cartagine, per impedirne il risorgere. Alla Polverini è bastato molto meno. Poche pagine di piano sanitario. Per condannare il futuro di un'intera regione.

Ma il tradimento più spettacolare che le destre hanno realizzato a danno di questo territorio, e di questa città, ha avuto le fattezze ingombranti del cittadino Fiorito Franco. Il cui smisurato e sbandierato amore per Anagni non gli ha impedito affatto, tra le tante cose fatte a Roma, di essere in prima fila nel sottoscrivere e controfirmare tutto l'impianto del progetto sanitario regionale. Quello stesso per colpa del quale la città di Anagni, ed un comprensorio assai più vasto, di oltre 80.000 anime, perderà l'ultimo avamposto rimasto di sanità pubblica. E gratuita.

Per non parlare della classe politica destra. Locale. Variante perfettamente conservata dell'Homo Politicus, attivo milioni di anni or sono. Aver dato fiducia a questa classe politica è stata una punizione divina. Aver creduto che questa classe politica avrebbe saputo e potuto gestire la salvezza di una città in agonia è stato errore che rischia di diventare, se già non è tale, fatale. Assai più dignitoso evitare di parlarne.

Ma colpevole è stata anche, a seguire, la politica delle sinistre. O presunte tali. Oramai capaci soltanto di scribacchiare manifestini indignati dai bei colori sfarfallini. Parole infuocate. Parole di solidarietà. Parole di opposizione. Parole, appunto. Talmente concentrate sulla fondamentalissima esigenza di insultarsi. Per dimostrare chi è il mejo fico del bigonzo. Da non accorgersi che, nel frattempo, i problemi dei cittadini sprofondano. Questa specie di sinistra è rimasta ancorata ad un'altra storia. Ed ora è capace di mobilitare i propri, solitari iscritti solo per congressi straordinariamente inutili. Nei quali si blatera di progetti inesistenti. Di correnti inconcludenti. Della politica di carta che sarà. Mentre intanto, qui fuori, le città muoiono. E la speranza diventa merce rara.

Il nostro ospedale è stato tradito anche da questa certa sinistra. Che preferisce perdere tempo appresso a sedicenti guru politici. Diventati obsoleti come le antiche banconote da 100.000 lire, che non valgono più neanche un fico secco. E' quella certa sinistra che fischietta intorno ai problemi senza affrontarne mai neppure uno. Preferendo i grandi sistemi delle alleanze. Degli inciuci. Degli accordi sottobanco. E' una sinistra oramai buona solo per le scampagnate. Le gare a bocce. Il tresette sotto casa. Non s'è fatto in tempo a mandarla a casa. Neanche per salvare il nostro ospedale.

Ma, nonostante tutte queste colpe siano reali e gravissime, all'appello manca ancora il colpevole più grande di tutti. Quello al quale, in definitiva, è spettata l'ultima parola. Ma anche la prima. Il più colpevole di tutti è il cittadino.

Quello che non s'è lasciato mobilitare. Che non si è incazzato. Che non è stato capace neppure di spaventarsi. Il cittadino che il sabato pomeriggio, quando i volontari in passeggiata montavano il tavolino e le quattro sedie canoniche, col caldo e col freddo, per diffondere un briciolo di coscienza. Ha sorriso con aria pietosa. E non si è avvicinato. Non ha voluto parlare. Ha preferito non sapere. Non ha firmato. Non ha dato. Non è venuto neppure a depositare un briciolo di solidarietà. Merce talmente umile e semplice da essere assolutamente gratuita.

Io l'ho visto, qualche volta, questo cittadino. In mezzo a noi. A spasso per le vie della città. L'ho riconosciuto nell'indifferenza. Nell'egoismo. Nella noia primitiva. Nella certezza che la volgarità del denaro guarirà tutte le ferite. Se capiterà anche a voi d'incontrarlo, questo cittadino, diteglielo. Che è proprio tutta colpa sua. Per questo io lo odierò.

Per sempre.

«Ho visto le migliori menti della mia generazione distrutte dalla follia (...)
Quale sfinge di cemento ed alluminio scoperchiò loro i crani
e divorò i loro cervelli e l'immaginazione?»

(Allen Ginsberg, Howl) 

[Ave]

Commenti

  1. Le spese legali affrontate dopo il ricorso al Consiglio di Stato (chiusura Ortopedia, UTIC) superano le riserve che il Comitato "Salviamo l'ospedale di Anagni" ha a disposizione.
    Per questo occorre una nuova sottoscrizione; i cittadini hanno già dato, come sa bene il sottoscritto che insieme a pochissimi altri ha percorso il territorio in lungo e in largo e che possiede l'elenco di tutti coloro che hanno contribuito con la relativa cifra.
    Adesso tocca alla politica muoversi anche dal punto di vista finanziario. Ricordiamo che in alcuni comuni, p. es., Guardiagrele (CH) le spese per evitare la chiusura del locale ospedale sono state sostenute dai gruppi consiliari di opposizione.
    Quanto alle forze politiche locali, di governo e di opposizione, sottoscrivo pienamente la bella e profonda analisi di Mauro Meazza.
    Qui chiediamo che sia devoluto da parte dei consiglieri comunali almeno un gettone di presenza. Questa soluzione era già stata proposta da Aurelio Tagliasboschi; poi non se ne fece nulla; comunque Tagliaboschi è stato tra i pochissimi consiglieri che hanno dato un contributo per l'ospedale.
    La stessa richiesta vale anche per i consiglieri regionali.
    Chiediamo a questo sito e ad altri di registrare le sottoscrizioni dei consiglieri per la massima trasparenza e questo tanto più visto che in prossimità delle elezioni molti poltici hanno fatto della lotta per l'ospedale una loro bandiera.
    Tutti coloro che sono seriamente motivati e hanno proposte concrete da avanzare sono invitati a partecipare alla riunione che si terrà oggi, 6 novembre, alle ore 18.30 presso la sede di Anagni Viva. Carlo Ribaudo

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  2. Allora, caro sindaco e cari assessori e cari consiglieri, che volimo fà??????
    Apparte caccià i sordi, che a quanto pare manco i site cacciati, ve volite i a 'ncatenà alla statua de padre pio che site messa aiu spedale pe' proteggijo aiu posto vostro????

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  3. Caro Carlo come sai sono la tesoriera del PD e anche noi abbiamo contribuito gia' allora come gruppo politico oltre ai contributi personali di qualche consigliere.

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  4. Ma il ricorso? E' mai possibile che questa magistratura non interviene in maniera decisa ed esemplare. E' mai possibile i cittadini devono sempre subire.
    Abbiamo bisogno di giustizia.

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  5. Se, come mi hanno appena detto,il gettone dei consiglieri comunali è di 15 euro ne occorre qualcuno in più. Visto che siamo sotto per le spese legali e la strada è lunga anche l'amministrazione deve fare il suo dovere, se non altro perchè il ricorso del Comune è a sostegno del nostro. Carlo Ribaudo

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  6. Caro professore, mi dispiace ma non sono d'accordo. Tu parli delle responsabilità di Fiorito, e di quelle della destra e della sinistra, e poi metti il carico sulle responsabilità dei cittadini a tuo dire indifferenti e proni al destino che hanno loro riservato i nostri politici, evidentemente incapaci di tutelare le ricchezze che Anagni aveva fino a poco tempo fa. Tutto bene. Però a mio avviso fra i diritti che ogni comune cittadino vanta c'è, ci DEVE essere, quello di essere difeso nelle questioni più puramente politiche dagli amministratori che elegge, e la questione dell'ospedale era chiaramente una di queste. Insomma non si può chiedere ai cittadini di armarsi di bastoni ogni volta che si parla di inceneritori, di scuole, di ospedale, perché questi sono temi che dovrebbe difendere l'amministrazione in quanto tale, e le associazioni -come tanti singoli cittadini- finora hanno supplito fin troppo alle gravissime lacune che i nostri rappresentanti hanno dimostrato. In una comunità democratica c'è anche il diritto sacrosanto di delegare agli eletti la cura della cosa pubblica, e questo è un diritto a cui non è giusto pretendere che ogni cittadino rinunci. Fortunatamente molte associazioni si sono fatte carico sinora di combattere ciò che l'amministrazione ha dimostrato di trascurare o (peggio) di non saper curare, ma va rispettato anche il diritto dei cittadini di pensare ai propri (non pochi) problemi, e di non dover mettere ogni volta le mani al portafogli per difendere diritti che il Comune dovrebbe tutelare. Ed allora, va benissimo inca...arsi per l'ennesima agghiacciante offesa alla nostra città, ma nel giudicare le responsabilità di ciascuno francamente darei le giuste attenuanti ai cittadini...
    Saluti, Alberto Floridi

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  7. Tranquilli, chiude perchè ne fanno uno grande a Sora ovviamente metà pubblico e metà privato....
    amen!

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  8. Non vorrei che al Consiglio Comunale l'amministrazione dichiarasse di voler presentare un proprio ricorso sul blocco dei ricoveri: a parte il fatto che mi sembra inutile, temo che si risolva ancora una volta in un nulla di fatto, solo chiacchiere e poi niente.Visto che il ricorso presentato dal Comune è ad adiuvandum e visto che il conto del Comitato è in rosso per le molte spese legali sostenute,per supplire l'assenza della politica, sarebbe opportuno che il Comune finanziasse direttamente il nostro ricorso.
    Tanto se fallisce il nostro, fallisce anche il loro. Carlo (Comitato Salviamo l’Ospedale di Anagni)

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  9. Ma pensate di risollevare il conto in rosso attraverso le donazioni di consiglieri che prendono gettoni da 15 euro? Ma non vi sembra di essere ridicoli? Siete veramente alla frutta.

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  10. Purtroppo l'anonimo non ha ancora capito che tutta la città è alla frutta, quindi anche lui se anagnino. Caro Professore ti invito ancora una volta a non accettare commenti anonimi utili solo ad inquinare ulteriormente l'informazione e la qualità del dibattito.
    Alessandro Compagno

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  11. Solo un mentecatto può pensare che ridicolo è chi si è dato da fare, senza risparmiarsi, per salvare l'ospedale. Della città. Non del sottoscritto oppure della DAS. Ma di tutti. E per tutti.

    Ed è vero. Siamo alla frutta. Nel senso che abbiamo fatto tutto il possibile. Continueremo a farlo finchè ci rimarranno le forze. Finchè l'ospedale avrà ancora una porta da aprire. Quindi probabilmente arriveremo persino al dolce. Eppoi al caffè. E pure all'ammazzacaffè.

    Invece l'anonimo, ahimè. E' già arrivato al riposino pomeridiano. Dorme. Proprio come il suo buonsenso.

    Se ci riuscirà di salvare l'ospedale, non ce lo faremo entrare. Neanche per un'analisi del sangue.

    [Ave]

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  12. Sono venti anni che sento le stesse chiacchiere.
    Non si potrebbe tentare di essere un pò più propositivi?
    Perché,se ci si arrocca solo e sempre in modo conservatore a difesa dell'esistente, senza mai mostrare di saper concepire una elaborazione alternativa, alla fine si perde tutto. Quello che oggi voi state, anche giustamente,per certi versi,difendendo, non è altro che il lascito della politica clientelare della Dc andreottiana. Anagni si è fermata lì. E quello non era certo il top. Sinceramente devo dire che fatico a prendere posizione per l'una o l'altra parte. Gli organi governativi (regionali e nazionali) cercano di far passare per razionalizzazione quella che è invece per molti versi, camuffata da roboanti affermazione, la solita spartizione. Dall'altre parte una posizione perdente, inconcludente. Non serve un approccio estremistico, oltranzistico,buono solo per la propaganda. Bisogna saper interpretare il momento storico, capire quel che ragionevolmente può essere salvato - magari anche cercando di migliorare un pò il servizio che chiedono i cittadini, nonquello che fa comodo ai dipendenti - e sul quel fronte predisporre una linea di difesa invalicabile. Insomma, ci vuole una proposta, e questa proposta deve andare, per potere essere sostenuta, nell'ottica della razionalizzazione e dell'efficienza.
    Sento dire che serve un Ospedale ogni centocinquantamila abitanti. Bene: allora ci vogliono tre Ospedali in Provincia - decidete voi dove metterli.
    Altri sostengono (i numeri in Italia prescindono dal rigore intrinseco della matematica) che ci vuole un Ospedale ogni ottantamila. Le cose no è che cambino molto. Sei Ospedali in tutto in provincia di Frosinone. Quel che trovo indifendibile è per esempio che a distanza di cento metri ci sia una Asl che fa per molti versi le stesse cose dell'Ospedale. Quanto meno ci vorrebbe una riunificazione degli immobili, per procedere poi anche ad una riorganizzazione dei servizi. Ma queste cose non si può lasciarle decidere ai dipendenti, coinvolgendo i cittadini solo per avere gli applausi, perchè questo è il contrario della democrazia. C'è invece qyesta riorganizzazione degli enti territoriali. Per Anagni nonsarebbe male - è difficile, ma tentar non nuoce - cercare di essere aggregati all'Area Metropolitana di Roma, lasciando questa provincia al destino che merita per essersi sempre storicamente affidata a politicanti presuntuosi e furbastri. Chissà che in un diverso contesto territoriale siano meglio difendibili anche le strutture esistenti?

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