Saremo coraggiosi
saremo forti
Non pioverà per sempre
(It can't rain all the time)
Prima o poi doveva capitare. Anche in questa maledetta città. Ebbene. Accadrà questa mattina. Forse. Se le nuvole avranno pietà della nostra condizione, e decideranno di concederci una qualche forma di tregua. Dunque, se gli dei lo consentiranno, anche ad Anagni si realizzerà finalmente la congiuntura di ciò che rimane di quelli che un tempo, per i nostri padri, erano due essenziali servizi pubblici: la scuola e la sanità.
Al netto delle intemperie, infatti, questa mattina sfilerà per le vie della città il corteo, che si prevede e si spera lungo e compatto. Nel quale il grido per salvare il nostro ospedale pubblico dalla chiusura, si salderà con le proteste che gli studenti, come già in precedenza i docenti, hanno messo in atto per difendere la scuola pubblica dagli ultimi, ennesimi, deliranti e scellerati attacchi. Scuola e sanità pubbliche unite nell'agonia. Martoriate e depredate dagl'interessi volgari ed interessati di chi ha in testa, e da sempre, un solo pensiero: smontarle pezzo per pezzo.
Dietro la bandiera sempre più sfilacciata del risanamento economico è oramai possibile individuare, chiaramente, il vero disegno. Privatizzare. Scuola e sanità. Svendere il servizio pubblico, volutamente fatto affondare in un mare di inefficienze certosinamente e capillarmente organizzate e provocate dall'alto.
Una miriade di strutture private. Più o meno convenzionate. Più o meno finanziate da quello stesso Stato che, invece, dovrebbe occuparsi di investire nelle strutture affidate alla sua responsabilità diretta. Una pletora di scuole e centri sanitari di varia consistenza non aspettano altro che questo. La scomparsa definitiva ed irreversibile del servizio pubblico. Per lanciarsi nello spolpamento succulento e redditizio dell'istruzione e della sanità pubbliche.
Il corteo di questa mattina proverà a dire basta ai manager compiacenti. Privi di professionalità. Di competenze. Meri esecutori politici pagati (profumatamente) solo per distruggere. E non vedere. Non parlare. Non sentire il grido di dolore che sale dai cittadini che non sanno come curarsi. Proverà a dire basta anche ai diplomifici ed alle scuole confessionali mantenute dalle tasse pubbliche. Ed al definanziamento della scuola e dell'università. Che si reggono sul lavoro sottopagato e sottoriconosciuto di una quantità straordinaria di giovani ed anziani capaci e meritevoli. Precari destinati a rimanere tali per un tempo infinito.
Ma, sopratutto, il corteo di questa mattina proverà a ribadire che un futuro, i cittadini di questo territorio così come tutti gli studenti della città, vogliono continuare a sognarlo. Oltre le nuvole cariche di pioggia che accompagneranno il suo cammino. Oltre il cielo senza luce che accompagnerà i sogni futuri.
Per provare, finalmente, a riveder le stelle.
[Ave]
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