In questi giorni di campagna elettorale c'è un susseguirsi mass-mediatico di promesse e qualità del prossimo governo per far fronte alla crisi di lavoro ed economica. Allo stesso tempo, grandi gruppi di potere ostentano la propria posizione di dominio economico che per lungo tempo ha dilaniato la società civile italiana. Se da un verso la continua "sovraesposizione" mette alla luce alcune reti occulte del governo italiano, dall'altra si stanno svelando situazioni di crisi gravi del sistema: ospedali costretti alla chiusura, assistenza sociale ridotta all'osso, condizioni ambientali a rischio, presìdi dello Stato ridimensionati nella loro funzionalità. Su questo non c'è distinzione tra Nord e Sud, tra potere d'acquisto e livello di sussidiarietà dello stato.
Progressivamente queste notizie stanno creando una frattura sempre più ampia dalle condizioni promesse in modo poco convincente dai precedenti governi. L'emergenza principale di un prossimo governo è la mancanza di coesione sociale, vera espressione di rilancio per le politiche innovative della macchina amministrativa, vero motore di produttività e di lavoro sia in ambito locale che nazionale. Una ragione per governare non può restare ingabbiata alla riduzione delle tasse, al rimborso, all'andamento economico del tessuto sociale italiano. Le ragioni di governo - e con questo la responsabilità di condurre battaglie per il rinnovamento della politica- si basano sul principio della coesione sociale, del rispetto di un programma di governo definito, dell'essere parte attiva del rinnovamento, in termini di competenza, impegno, moralità.
Orma Rapace
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