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[da Repubblica] |
Che paese può mai essere il nostro, se un candidato come l'ex giudice Ingroia, benemerito della lotta alla mafia, subisce un'intimidazione come quella che vedete in foto? La notizia ha immediatamente fatto il giro del mondo. E ci qualifica per l'ennesima volta come il paese del mandolino, dell'amore... e dei mafiosi.
Perchè se ne è parlato assai poco, di mafia, in questa campagna elettorale. Ma, ahimè, il problema è rimasto qui. In mezzo a noi. A cominciare da quello sciagurato miscuglio che lega indecentemente politica e mafia. Con un parlamento che fatica a liberarsi di quei personaggi impresentabili che, però, qualcuno si ostina pervicacemente a ri-presentare.
Personalmente non voterò il candidato Ingroia. Non voterò Rivoluzione Civile. Ma mi dispiace molto che questo gruppo sia rimasto fuori dalla coalizione di centrosinistra. Avrebbe potuto aumentare il peso della componente civicamente rivoluzionaria. E di quella sinistra umile ed intelligente che è capace solo di pensare, ma per davvero, a chi ha meno. A chi è più in difficoltà. A chi è più svantaggiato. A chi ha bisogno di uno stato che sappia offrirgli sicurezza. Assistenza sanitaria. Istruzione gratuita.
Ma, come al solito, i sinistri italiani sono i migliori del mondo nel trovare sempre qualche cavillo imperscrutabile sufficientemente buono per dividersi. Quasi quanto non riescono mai a scorgere le montagne di motivi per i quali, invece, sarebbe più saggio fare fronte comune. Quel cinque per cento ch'era accreditato alla lista d'Ingroia, e che nel frattempo potrebbe anche essere lievitato, potrebbe avere gran peso sulle sorti finali di queste elezioni. E la polemica sul famoso voto utile, lessicamente antipatico ma politicamente sensato, si sarebbe potuta evitare del tutto se Ingroia fosse stato inserito nella coalizione. Perchè, allora, anche il suo voto sarebbe stato estremamente utile. E non avrebbe giocato, come di fatto accadrà, a favore delle destre.
Ma oramai, come è noto, il dado è tratto. Così come rimane intatta la vergogna. Anzi. Lo schifo. Per quella lettera di minacce che umilia non solo il candidato Ingroia. Ma tutti gl'italiani onesti. Tutti i milioni di cittadini di questo stramaledetto paese. Quelli che stanno aspettando queste elezioni per esercitare, democraticamente e civilmente, quel desiderio rivoluzionario che spazzerà per sempre lo scempio del berlusconismo.
Io non voterò Ingroia nè Rivoluzione Civile. Ma intatta è la mia stima per il personaggio. E per le idee e le proposte delle quali si è fatto interprete. Un argine di civiltà contro tutti i populismi. Quelli di chi pensa di comprare il tuo voto con un inganno epistolare. E quelli di coloro che, invece, pensano basterà un comico urlante con la bava alla bocca.
[Ave]
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