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«Il lavoro di Renzie»



Io non lo so, in effetti, dove stavano i sindacati quando in Italia ha cominciato a prodursi questo corto circuito sul lavoro. Ma, almeno, sono sicuro che non stavano a cena da Berlusconi.




E non stavano neppure apparecchiando per contraccambiare l'invito, al Nazareno. Sentire un Presidente del Consiglio per caso, non votato da nessuno, che dovrebbe venire da sinistra, affermare che i sindacati hanno difeso una ideologia e non delle persone, non ha prezzo. Il nuovo autoritarismo della pseudosinistra confonde l'ideologia con i diritti, che son diventati improvvisamente orpello pesante in un mondo che, velocemente, deve andare verso il pensiero unico. L'economia unica. Il mercato unico. La democrazia unica. Ossia ostaggio di uno solo. In questo caso, del signorino Renzie.

In Italia il lavoro non riparte non perchè abbiamo infrastrutture fatiscenti. Non perchè abbiamo una burocrazia elefantiaca. Non perchè abbiamo una corruzione da ottavo-nono mondo. Non perchè abbiamo una classe politica indecente e parassita. Non perchè abbiamo organizzazioni criminali potentissime infiltrate ovunque. In Italia il lavoro non riparte perchè, se non c'è giusta causa, il lavoratore licenziato deve essere reintegrato. E' questo il problema del lavoro italiano, secondo il vangelo di Renzie. Come per la sanità, per la quale si prevedono tagli mostruosi ma «senza intaccare i livelli assistenziali», così per il lavoro: «dare libertà assoluta di licenziamento, per aumentare il numero di lavoratori». Il primo problema, serio, di questo indecente Pd è la logica.

Chi lo sa dove stavano i sindacati. E chi lo sa dove stava il padre di Renzie. Quello che adesso è indagato per bancarotta fraudolenta. Vicenda che ha lasciato del tutto indifferenti i giornali di destra. Abituati a ben altre inchieste ed indagini. Questi stessi giornali, quotidianamente impegnati nello smontaggio del bluff governativo, hanno pensato bene di fare una pausa. E si son schierati in massa col povero papà. «La solita magistratura». «L'ostaggio dei giudici». Dimostrando chiaramente che il bluff, quello vero, è questa finta rivalità tra una destra ed una pseudosinistra che, invece, nascono dalla stessa pianta. E puntano allo stesso obiettivo. Una volta, la guerra non era che la continuazione della politica con altri mezzi.

Oggi, Renzie non è che la continuazione di Berlusconi con altre bandiere.

[Ave]

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