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Direzione PD. Se non è zuppa, è pan bagnato

Ho ascoltato con molta attenzione l'intervento di Matteo Renzi alla direzione del PD, e butto giù qualche pensierino in proposito.


Voglio dirlo subito: ci sono stati elementi che mi sono piaciuti molto. Il primo elemento che ho apprezzato è stato il tentativo di alzare l'asticella della discussione. E' indubbio che, nell'era Renzi, gl'italiani sono stati abituati a confrontarsi con un "movimentismo" riformatore importante. La prospettiva della discussione politica, nel regime renziano, è sempre stata rivolta verso il futuro. Le famigerate riforme, i cambiamenti, le novità, le promesse. Ossia, detto in modo semplice, con Renzi abbiamo avuto un governo che ha voluto davvero governare, ossia "fare" cose. Ora che gli scissionisti, invece, sembrano aver rimontato delle posizioni, tutta la discussione politica sembra incentrata sulle lacerazioni dovute a congresso si/congresso no, e poi la data delle elezioni, e poi le dimissioni del segretario del pd, e poi ancora la nascita di un nuovo soggetto politico dalle costole del pd. Insomma: il paese intero sembra apparentemente concentrato esclusivamente su piccole beghe spartitorie interne al partito. Come se, all'improvviso, tutti i problemi reali fossero spariti. Come se del futuro non ci fosse più bisogno. Come se le cose da fare fossero già state tutte quante fatte.

Il secondo elemento che ho apprezzato, del discorso di Renzi, è stato poi il richiamo al confronto politico. Tanto per dire: lui a suo tempo ha vinto democraticamente il congresso del suo partito. E lo ha fatto presentando un programma politico. Mettendo in campo una visione. Ora. Tutti coloro che, all'interno dello stesso PD, desiderano inaugurare una nuova stagione, con un altro leader, hanno il dovere di spegnere i caminetti e di definire una visione alternativa della politica, degli ideali, del partito, dell'Italia e pure del mondo. Ma questa alternativa, appunto, ha bisogno di contenuti. Reali. Politici. Di prospettiva. Ha bisogno di un percorso che indichi esattamente dove si vuole andare. E quali tappe si vogliono fare per giungervi. Insomma ha bisogno di idee. Finora, eufemisticamente, tale visione alternativa non è apparsa in maniera esplicita. Perchè non può far fede, naturalmente, una generica volontà di "cambiare passo". Tanto meno mi è parso credibile il mite Cuperlo, che ha parlato subito dopo Renzi, il quale ha dapprima ricordato alla platea che l'avversario non è Renzi, bensì la destra. Ma poi ha genericamente invitato la platea stessa a chiedersi se la politica attuata da Renzi sia adatta a sconfiggere la destra. Ecco. Sarebbe stato molto più interessante capire in cosa consisterebbe, esattamente, la politica "diversa" di Cuperlo. Quali scelte, diverse, andrebbero fatte. 

La sensazione è che, con Renzi, il PD stia per buttare via anche ciò che Renzi ha tentato di rappresentare: il desiderio di "fare" realmente delle cose. Insomma. Provare a realizzare una "democrazia governante", per usare la definizione cara al PD.

Ed è proprio nell'ambito delle cose fatte realmente. Ossia delle scelte. Delle idee messe in campo. Che nasce l'opposizione feroce al renzismo ed a tutto ciò che Renzi ha rappresentato nei suoi 1000 giorni di regime. Insomma è proprio nelle idee che Renzi va contestato. E' proprio nella sua visione liberista, capitalista e centrofascista che è possibile rintracciare la scintilla di quell' "odio" politico del quale lui stesso si è stupito, confessando di non averne avuta neppure la percezione.

Eppure. Una politica dell'istruzione che ha distrutto la scuola pubblica, che ha inserito volutamente e forzosamente il clientelismo nella scuola, che ha umiliato oltre ogni limite centinaia di migliaia di professionisti dell'educazione e della formazione, deportandoli e sottoponendoli a vessazioni inimmaginabili, che ha ulteriormente abbassato per legge i livelli culturali, che ha lasciato gli edifici scolastici coi problemi di sempre, compresa la carta igienica, che ha azzerato quasi completamente le risorse a disposizione; ed una politica sanitaria che ha chiuso ospedali e pronto soccorso, che ha privatizzato i servizi, che ha aumentato i farmaci a pagamento, che ha diminuito quelli forniti gratuitamente, che ha lasciato i cittadini senza assistenza, che ha visto aumentare tragicomicamente i tempi per le analisi "urgenti"; ed una politica del lavoro che ha cancellato ogni diritto del lavoratore a favore dei soliti squali confindustriali, che ha abbandonato i lavoratori in un deserto pieno di "voucher" e privo di qualsiasi sostegno, che non ha creato nuovi posti di lavoro, che ha trasformato il "tempo indeterminato" in un "tempo determinato" dal padrone, dalle sue esigenze, dalle sue voglie. Ecco. Una politica che ha "fatto" realmente tutte queste cose, a prescindere dal resto che si omette per reale mancanza di tempo, va condannata a prescindere. Va respinta e bocciata senza se e senza ma. Eppure, quando c'è stata l'opportunità di scegliere, realmente, qualcuno ha preferito allinearsi col padrone e votare quella stessa politica distruttiva che, adesso, si afferma di voler cambiare. Dove stavate, di grazia, cari Bersani e cari Cuperlo? Sappiate che questa politica fallimentare è passata anche grazie ai vostri si.

Gl'italiani, dopo il regime di Renzi, stanno realmente peggio. Sono diminuiti i diritti legittimi e sono aumentate le imposizioni. A cominciare da quelle fiscali. Che però hanno prodotto un ulteriore abbassamento dei livelli dei servizi di cui i cittadini possono usufruire. E' per questa politica disastrosa, indecente, fallimentare ed antidemocratica che Renzi deve essere condannato ad un perpetuo esilio politico. Tutto il resto è fuffa. E non c'interessa.

Ecco perchè la speranza di una nuova sinistra, SINISTRA ITALIANA, nasce proprio sul terreno della politica. Ossia delle idee. Delle scelte concrete. Reali. Che dovranno avere contenuti diversi, obiettivi diversi e modi diversi di parlare alle legittime aspettative dei cittadini.

Perchè non abbiamo bisogno di un futuro qualsiasi. Per quello c'è già stato Renzye. E ci è abbondantemente bastato. Adesso vogliamo un futuro che sia nostro. Per davvero.

[Ave]

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