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Trasparenze, VII

La luce è spenta da un po'...




La luce è spenta da un po', ma il crepuscolo non disturba. Ti sento entrare. Ti siedi proprio davanti a me. Non vedo i tuoi occhi, ma distinguo i contorni del tuo profilo nei colori attenuati del crepuscolo. E ti sento bella come non mai.

Vorrei allungare una mano e accarezzarti, ma qualcosa me lo impedisce. Forse il crepuscolo mi rende timido. Forse ho paura che questo sia un incantesimo, ed un gesto potrebbe dissolverlo improvvisamente.

Nell'immobilità assoluta mi pare di sentire il tuo respiro. Dolce. Tiepido. M'illudo di distinguere il tuo petto che si solleva per far entrare l'aria, ma penso che sia solo un'illusione. Però, se lo è, è dolcissima. E vorrei solo rimanere così per un tempo infinito.

Non so da dove, ma una luna gigantesca spunta nel cielo oscuro. Adesso il buio è meno intenso. Ed ecco, un brivido mi corre dentro. L'illusione è sparita. Ed io vedo davanti a me una poltrona malinconicamente vuota. Non ti ho sentito alzarti. Non ti ho sentito andare via. Forse non ci sei mai stata, davanti a me. Forse non tornerai mai più.

Muovo la mano verso una lampada. Di fronte ai miei occhi ancora il mondo triste della luce. Quello nel quale non ci sono illusioni. Neppure quelle tanto amate. Mi pare ancora di vederti, trasparente nelle cose. Ma adesso lo so. Lo so che sei proprio tu. Ne sono certo. Che respiri dentro di me. Senza fretta.

Nella favola bella che ieri t'illuse. Che oggi m'illude.



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