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foto da ViniLazio |
ho trascorso ad Acuto la mia infanzia e parte della mia giovinezza, sono perciò legata a questo paesino dai ricordi di persone care e dalle immagini che, nel tempo, si sono succedute e trasformate come accade per tutti, uomini e cose. Da qualche decennio ho constatato, con dispiacere, il progressivo, inarrestabile deteriorarsi dei luoghi che ne costituivano l’identità profonda, senza che ciò voglia dire rimpianti o nostalgie banali del passato ma riflessione sulla realtà attuale.
Acuto che godeva di requisiti privilegiati che lo rendevano particolarmente grazioso e accogliente, come le splendide pinete, le belle passeggiate, i vicoli animati e le piazzette ombreggiate, si è trasformato in un agglomerato disordinato ed anonimo di case che hanno stravolto i luoghi caratteristici, la loro collocazione nel tessuto urbano, la loro funzione sociale, a causa di interventi cosiddetti di rinnovamento e modernizzazione.
Ogni autentica ristrutturazione conservativa e/o innovativa, secondo le più accreditate e note teorie urbanistico-architettoniche, non snatura né deturpa l’esistente ma lo ingloba in un progetto organico e complessivo che ne conserva la memoria e si apre all’innovazione. Gli interventi urbanistici realizzati ad Acuto hanno ignorato queste esigenze. Sono stati abbattuti alberi (mai più sostituiti da altri come pure si prometteva) per avere qualche miserabile posto macchina in più, si sono preferite colate di cemento per improbabili strutture a qualche spazio verde.
Tale corsa dissennata verso la bruttezza ha raggiunto ora Piazza Regina Margherita che ha subito l’amputazione degli alberi che la ornavano da decenni. Esiste, certamente, un progetto di lavori che giustifica la decisione e ci sono, certamente, le scontate e grossolane giustificazioni che raccontano di alberi malati, di alberi che rubano spazio alle solite onnipresenti macchine, alle cui esigenze sembra si debba sacrificare il rispetto e la bellezza dei luoghi e la qualità della vita delle persone.
Caro Sindaco, non si illuda, come anche i suoi predecessori, che un parcheggio in più, una licenza edilizia concessa su un luogo paesaggisticamente da tutelare la farà ricordare nella storia di Acuto. Il tempo, come si dice, è galantuomo e farà giustizia delle scempiaggini autorizzate nel corso degli anni e scambiate per interventi urbanistici avanzati, mentre si tratta di progetti di mediocrissima categoria, privi di ogni aspirazione a realizzare il bello e non solo l’utile.
Queste operazioni ci rendono tutti più poveri, perché ci privano di una parte di memoria e, senza memoria, il passato si fa confuso e illeggibile, il presente incerto e il futuro difficile da progettare.
Tuttavia ritengo che sia sempre possibile riconsiderare le decisioni, nello sforzo di migliorare gli interventi, purché si sia convinti che gli amministratori pubblici debbano dare priorità alla cura e alla valorizzazione della bellezza dei luoghi e del paesaggio, oltre che alla efficienza dei servizi.
Mi auguro, infine, che gli Acutini rivendichino il diritto di essere consultati per le scelte che li riguardano tutti e avvertano il dovere di non accettare, con inerzia e rassegnato asservimento, qualsiasi tipo di decisione.
Con questa speranza, La saluto cordialmente. Buon lavoro.
Anna Natalia - Anagni, 22 settembre 2010
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