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Anagni. PD. Alla ricerca della dignità perduta

Ho fatto il bravo. Talmente tanto da fare quasi schifo, effettivamente. E' passata esattamente una settimana dal congresso PD di Anagni. Ed io, da bravo, ho dato la notizia e punto. Assoluta neutralità. Neanche una parolina. Pubblica.
E tutta questa bontà mentre, al contrario, nei commenti è accaduto di tutto, e molti si son proprio sfogati. Senza contare, poi, tutti quelli che ho dovuto censurare al punto tale da buttarli direttamente nel cestino, e non son stati pochi.
Ho voluto aspettare un pochino per vedere bene. Ascoltare meglio. Capire un tantinello di più. Riflettere con calma. A distanza di una settimana però, una delle più lunghe in casa PD da oltre un anno, mi sembra che molte carte, se non tutte, siano state giocate. Il quadro ha assunto una forma intellegibile. E forse non sarà inutile provare a fare il punto della situazione. Che, tanto per essere chiaro ed evitare fraintendimenti, a me pare malinconicamente disastrosa.

Nei commenti che son seguiti all'elezione dei nuovi dirigenti PD di Anagni son spuntate fuori cose pesantissime. E' sufficiente un veloce riassunto per dare la misura di quanto grave sia la situazione. Partiamo da Antonella Bizzarro. Era il segretario reggente ed uscente del PD cittadino. E proprio in questo blog ha dichiarato niente poco di meno che sono state sovvertite le regole democratiche: «Quello che chiamano congresso è stato fatto senza darne comunicazione agli iscritti, gli unici titolati a scegliere. Se la sono cantata e suonata come hanno voluto!!! [...] Si dovrebbero vergognare. Non è questo il PD che vogliamo, noi che vorremmo fare politica seria». Creando anche, come si vede, una frattura ideologica importante tra il gruppo dirigente appena eletto (e coloro che lo hanno sostenuto) e chi, invece, vuole «fare politica seria».

In aggiunta alle parole di Antonella ci son state, poi, quelle di un vecchio militante, che ha preferito rimanere anonimo, il quale a proposito del neoeletto Save Sardaro ha scritto: «questo signore, d'accordo con gli altri che avevano già avversato Sansoni, ha organizzato un congresso semi-familiare e clandestino, cui sono intervenuti non già gli iscritti, che NON SONO STATI INFORMATI A MEZZO LETTERA, NE' CON SMS, NE' CON TELEFONATE, bensì solo amici, e parenti, e famigli, che si sono presentati nella migliore tradizione vetero-democristiana sbardelliana, vere e proprie truppe cammellate, che ovviamente ora spariranno di nuovo. E il nuovo Direttivo? Chi ne farà parte? Giunge voce dell'inserimento di nominativi che non ne erano neanche al corrente, e che ovviamente non ne vogliono sapere...». Ed arriva a parlare di «cancro che alligna nel partito». Nei confronti del quale non ci sarebbe altra soluzione che «abbandonare il campo».

Infine è stata la volta di Salvatore Aresti, segretario dei Giovani Democratici di Anagni, a fare dichiarazioni al vetriolo. Prima sui metodi:  «il nuovo segretario non solo si dimentica di invitare i Giovani regolarmente iscritti, ma caso strano si dimentica di avvisare anche il loro segretario senza far in modo che i giovani avevano il loro giusto ruolo e posizione all'interno del partito e negli organi dirigenti». Quindi sui risultati: «Con questa nota ho deciso pubblicamente di esprimere la mia personale non condivisione delle scelte che sono state fatte decidendo di uscire dal PD di Anagni con grande rammarico molti compagni che avevano fatto questa scelta prima di me avevano ragione».

La cosa davvero grottesca è confrontare queste dichiarazioni con quelle rilasciate dai nuovi vertici del partito. Sentite il neosegretario, Vittorio Save Sardaro: «Il PD di Anagni in questo congresso ha ricercato l'unità e l'ha trovata. Grazie all'unione il PD tornerà forte e vincente e grazie ad essa la nuova classe dirigente ha trovato linfa per lavorare e ripartire...» (COG, 13 aprile). E che dire di Riccardo Strufaldi?: «...riscoprire l'essenza ed il significato di essere un partito unito» (idem).

Io, per davvero, sono quasi senza parole. Quasi. Perchè quelle che mi son rimaste dentro sono la fotografia di pensieri molto tristi. La fotocopia di un'amarezza profonda. Di una delusione che non riesco ad arginare.

Di fronte a questo smottamento politico l'unico che ha avuto il coraggio di uscire dal bunker, e difendere le posizioni, è stato il neo vicesegretario Peppe Russo. Il quale ha inviato un lungo intervento che ho pubblicato interamente. Voglio dirlo chiaramente. Va fatto un grande applauso a Peppe. Perchè in una situazione non facile ha avuto il coraggio di interpretare in modo responsabile il proprio (neo)ruolo. Non ha fatto finta di niente, come altri. Ha raccolto le idee ed ha difeso le posizioni. Anzi. Ha provato a rilanciarle. Poichè Peppe è persona intelligente, ha provato a fare l'unica cosa che, obiettivamente, era possibile fare. Ha provato a spostare la discussione su un altro terreno. Sul programma e sulle cose che il partito deve (ri)cominciare a fare. Mica poco.

Ma, proprio perchè considero Peppe una persona intelligente, sono convinto che anche lui si renda perfettamente conto che la questione è estremamente grave. E non riguarda per niente, non ancora, il programma delle buone intenzioni. Il problema sta da un'altra parte. E non risolverlo non farà che gettare un ennesimo, malefico, avvelenato seme dal quale non potranno che nascere altri problemi, altre ripicche. Altri giochi al massacro. Altre «aristocratiche ed autoreferenziali beghe interne» che deflagheranno al momento opportuno, magari quando si tratterà di scegliere il candidato di coalizione.

Perchè un grande partito. Ma pure un piccolo partito. Insomma un partito vero, serio, non si lascerebbe mai travolgere da un malessere e da una critica così devastanti come quelli denunciati dai suoi segretari uscenti. Il senior e lo junior. Perchè le cose sono, purtroppo, molto semplici nella loro devastante evidenza. O la Bizzarro ed Aresti sono dei pazzi scriteriati. Persone inaffidabili che mentono sapendo di mentire. Oppure sono persone degne di fede. E ciò che hanno denunciato corrisponde a verità.

Nel primo caso parlare del programma potrebbe essere utile soltanto DOPO averli sbugiardati ufficialmente e pubblicamente, portando con forza a sostegno le ragioni della verità. Ma nel secondo caso, semplicemente, sarebbe più serio porre fine alla farsa. Chiedere scusa, come ha chiesto non senza ragione Salvatore, ed annullare ciò che non può avere alcun valore.

Il primo problema, infatti, riguarda semplicemente la legittimità. Un congresso di partito è l'occasione durante la quale un'anima politica collettiva si riunisce e si confronta. E sceglie, sulla base di un progetto, il proprio futuro per sè e per la comunità che intende rappresentare. Sia essa locale o nazionale. Futuro che deve essere rappresentato da coloro che riscuotono maggior fiducia in riferimento al progetto stesso. Alla partecipazione al congresso di partito occorre chiamare, direttamente, tutti gl'iscritti. E' stabilito dagli statuti, non è invenzione fantastica. E non è neppure previsto che attizzi o meno. Così come non è previsto che la gente s'attizzi o meno di fronte al semaforo. Semplicemente, occorre rispettarne le regole.

Allora io mi chiedo, semplicemente: queste regole sono state rispettate oppure no? Secondo molti, no. Ed è su questo, prima di tutto, che il partito dovrebbe esprimersi in modo chiaro ed inequivocabile. Perchè quale valore potrebbe mai avere un congresso al quale NON sono stati invitati pezzi importanti del partito? Quale grado di legittimità potrebbe mai avere una dirigenza emersa da un congresso del genere? Che qualcuno si sia riunito nei bar. O al circolo. O alla radio. O dove piffero gli pare. Che durante il congresso non abbia avuto il coraggio di esternare la situazione. Che i riusltati del congresso siano stati avallati personalmente e direttamente dalle più alte cariche rappresentative del partito. Ebbene. Tutto questo non sposta neppure di un millimetro la questione di fondo. Ossia che ci sono delle regole per svolgere il congresso del PD. E che, se queste regole non sono state rispettate, il congresso di fatto non è valido. Punto.

Ma ciò sarebbe (notate il condizionale) ancora niente, se da questo peccato originario non ne discendesse un altro assai più grave e pericoloso. Che è squisitamente politico. Perchè, a quanto è dato capire, non sarebbero stati chiamati certi gruppi di persone ben individuati. Insomma non si sarebbe trattato di scelta casuale, voluta dal destino cinico e barbaro. Sarebbe stata volontà umana. Precisa. Mirata.

Questo non lo dico io. Emerge dalle devastanti accuse che sono state rivolte al partito. Si badi. Accuse formulate da personaggi che, fino ad una settimana fa, ricoprivano ruoli di grande responsabilità all'interno del partito stesso. Sono improvvisamente diventati dei furibondi da rinchiudere? Addirittura uno di costoro, Salvatore, ha annunciato in diretta qui sul blog la sua fuoriuscita dal partito.

Allora io mi chiedo, semplicemente, se c'è qualcuno nel PD di Anagni in grado di rendersi conto del problema. Politico. Che questa situazione ha creato. Non solo abbandona colui che aveva lavorato per recuperare consenso intorno al partito. Se ne va un giovane che aveva lavorato tra i giovani. E se ne va piantando una bella croce sulle prospettive di recupero che il partito può avere nella realtà del paese: «Questa scelta ha portato alla morte dei Gd che si sono sentiti traditi e non rispettati nonostante le promesse che erano state annunciate dalla Nuova classe dirigente... Le sensibilità nuove che portavano non solo un valore aggiunto in una classe ormai troppo indietro rispetto alle esigenze della maggior parte dei cittadini hanno deciso che i Giovani NON SERVONO».

Insomma. La realtà pare davvero peggiore rispetto anche alle peggiori previsioni che erano state fatte. Dopo un tempo infinito nel quale il PD cittadino ha mostrato un'assoluta incapacità politica di lavorare concretamente per il bene di Anagni. Dopo che è parso chiaro a tutti che il personale politico, in senso molto ma molto ampio, espresso dal PD non si è dimostrato all'altezza del compito assegnatogli. E' arrivato questo congresso che poteva rappresentare il momento di svolta. L'occasione per ripartire verso la città. Verso i cittadini.

In quante riunioni s'è sentita la parola rinnovamento? Quanta gente. Quanti cittadini. Quanti iscritti hanno chiesto. Hanno invocato, nel corso di questi ultimi mesi, il rinnovamento? Ebbene. Nonostante tutta questa pressione, il partito ha preferito rimanere muto. Sordo. E cieco. Di fronte a questa pressione ha letteralmente voltato la testa dall'altra parte.

Non è necessario parlar male di nessuna persona. Perchè qui si svolgono esclusivamente ragionamenti politici. E dunque, proprio perchè ognuno di noi è portatore di una storia. E' possibile dire che il partito non solo ha espresso un gruppo dirigente che non può rappresentare alcun rinnovamento. Nè generazionale nè ideologico nè culturale. Ma, addirittura, sulla base delle devastanti critiche mossegli dall'interno, ha scelto proprio di farlo completamente fuori, il rinnovamento. Ha soffocato proprio quella parte di se stesso dalla quale poteva venire l'aria nuova. Il vento del cambiamento generazionale, ideologico, culturale. Quella finestra è stata chiusa. Definitivamente.

E, a quanto pare, l'operazione sarebbe stata condotta applicando esplicitamente e nel modo più cinico e volgare proprio quei metodi e quelle logiche che, invocando la parola rinnovamento, i cittadini vorrebbero cancellare. Come dicono a Napoli, cornuti e pure mazziati. I giovani del PD. Ma pure i giovani di Anagni in senso lato. Ed i cittadini tutti. In definitiva, l'intera città.

E per rendersi conto che questa è la sconfortante e tristissima realtà. Che da questo gruppo dirigente non potrà venire alcuna spinta riformatrice. Nessun sussulto. E' bastata una semplice settimana. Durante la quale è stato detto di tutto. Sono state formulate le accuse e le considerazioni peggiori. Si è già solidificato un senso di depressione e di delusione fortissima, nel popolo sinistro. Ma solo Peppe Russo ha avuto il senso di responsabilità del proprio ruolo. Ha accettato di scendere nell'arena. E pur non potendo far altro che sottolineare la leggerezza e, in fondo, l'inconsistenza della sua difesa operativa rispetto alle accuse pesantissime, non rinuncio a ribadire il plauso per chi è capace di dare un senso concreto al proprio impegno.

E' bastata una sola settimana per avere la conferma di ciò che già si sospettava. Ossia che il PD di Anagni è oramai un partito di ectoplasmi. Ma che non fanno proprio paura a nessuno. E non ne faranno a questa destra fantozziana che non è mai stata così priva di idee come in quest'epoca di regime. Ma che almeno è bravissima a sopravvivere sulle disgrazie altrui.

L'unica cosa che il PD non può permettersi di fare è lasciar perdere. Far finta che in città non si sia diffuso questo scandalo. Girare gli occhi ignorando una parte del suo popolo che, di fronte agli esiti ed ai metodi del congresso, mostra seriamente i sintomi di una disaffezione profonda. Che rischia di portare il partito verso un'irrimediabile deriva. Riesce a rendersi conto, la nuova dirigenza, che il congresso doveva essere il momento ufficiale del rilancio, e si sta trasformando nel momento ufficiale del tracollo definitivo?
 
Come può il PD essere credibile quando promette di tornare ad occuparsi (e sarebbe ora!) dei gravissimi problemi della città, se dimostra di non esser capace neppure di occuparsi seriamente dei propri problemi interni? L'omissione non è mai un bel biglietto da visita. E c'è una cosa assai peggiore dell'aver commesso uno sbaglio. E' ostinarsi a volerlo nascondere o celare quando oramai è sotto gli occhi di tutti. La gente sa apprezzare chi riconosce un errore e lavora per rimediarvi.

Non esistono mai soluzioni semplici a problemi complessi. Ma solo fintanto che non si sceglie. Una volta che però se ne ha il coraggio, le cose diventano più facili. Ecco. L'unica soluzione decente, per il PD di Anagni, sarebbe commissariarsi. Riconoscere un difetto di fabbrica, e restituire il prodotto con tanto di scontrino fiscale. Restituire dignità ad una storia che adesso magari non sembrerebbe, ma è stata anche piena di dignità e di conquiste importanti per questo paese.

Ecco. Per quella storia. E sopratutto per quella che ancora deve venire. Fermatevi. Non fate finta di niente. Calpestare i diritti degli altri oggi spingerà gli altri a calpestare i vostri domani. Non è questo che serve alla città. Non è un partito in questo stato che potrà ottenere la fiducia necessaria per tornare a governare. Fermatevi. Non potrebbe esserci modo migliore, in questo momento, per dimostrare che il PD è in grado di assumersi responsabilità importanti.

Oggi per se stesso. Domani, magari, per la città.

[Ave]

Commenti

  1. Analisi precisa dello stato dei fatti.Io non sono bugiarda ,ho solo rispetto delle regole e degli altri e pretendo lo stesso!
    Distrarre ,poi, l'attenzione su questi problemi ,evidenzia la voglia di non fare chiarezza; ma ,anzi,da' ancora piu' ragione a chi ,come me, denuncia il sovvertimento delle regole democratiche. Dove andranno con queste premesse?
    Non mi sembrano metodi e modi diversi da quelli'' berlusconiani''
    Sic! Sic!

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  2. Un Consigliere Comunale18 aprile 2011 alle ore 13:38

    Condivido tutto. Il PD si fermi un attimo. Si commissari e si ritorni alle regole. Un Partito in queste condizioni non può essere in grado di avvresare Fiorito. Se fanno così la gente non trova l'alternativa. Un appello per il bene della città: fermatevi. Guardate, fare un passo indietro, a volte, è più dignitoso e apprezzabile che farne uno avanti. Ragazzi fermatevi finché siete in tempo. Ave

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  3. No, veramente. state a fa' più danni che niente

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  4. Scusate, ma il signor Bladassarre Sansoni? Quel tizio che ha preso il 49 per cento dei voti, quel tizio, sì proprio quello quello dei 7223 voti, dove sta? Ciò che doveva rappresentare?
    Sta in Africa? Bene, siamo contenti. Ma qui avrebbe un ruolo. E da quando è tornato dove è andato? A scià? E in consiglio comunale come mai non ci va? Perché non se demette?

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  5. Il Pd prenda atto del proprio fallimento.
    Si dimettano Sardaro Russo e Strufaldi.
    Si dimetta Sansoni.
    E se gli altri vogliono restare si diano una mossa.
    Altrimenti si dimettano anche loro.

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  6. tre allegri GD morti18 aprile 2011 alle ore 17:42

    ci saremmo noi Giovani democratici anche: e ci chiediamo una cosa. Perchè non siamo stati resi partecipi del congresso? Perchè non si fa politica come abbiamo chiesto diverse volte? La domenica e il mercoledi vediamo tutti gli altri partiti fare volantinaggio (ad esempio perchè lasciamo che sia SEL a monopolizzare il referendum?) e noi non facciamo una iniziativa che sia una? Organizziamo una riunione congiunta PD+GD e parliamone. Gli altri partiti ci stanno scavalcando anche sulle battaglie più basilari e noi stiamo fermi. Addirittura la destra fascista fa i banchetti e i gazebi. E noi?

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  7. Una domanda per la Bizzarro: visto che era lei la reggente, non sarebbe stato innanzitutto suo compito organizzare il congresso e provvedere alla convocazione degli iscritti? Perché ha lasciato che fosse qualcun altro ad occuparsene? Perché ha atteso così tanto tempo senza far niente?

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  8. Basta litigare, siete uno spettacolo indecoroso.

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  9. IL PROBLEMA DEL PD è CHE, SI PREOCCUPA DI COSA FANNO GLI ALTRI PARTITI DI SINISTRA E PERDE LA BUSSOLA, GLI AVVERSARI NON SONO SEL, IDV E PRC CHE NON MONOPOLIZZANO I REFERENDUM, QUESTI HANNO RACCOLTO LE FIRME PER I REFERENDUM CARI GIOVANI GD, MENTRE IL PD LI SNOBBAVA, GLI AVVERSARI SONO QUELLI DEL CENTRODESTRA NON I POTENZIALI ALLEATI. SIETE TUTTI GENERALI SENZA TRUPPE ECCO COS'è IL PD ANAGNINO

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  10. Alla Bizarro non è stato permesso organizzare niente perchè il PD è un partito organizzato gerarchicamente e maschilista. Gli uomini decidono, le donne obbediscono. Dietro gli uomini burattinai, davanti i burattini. Ed ecco il risultato.

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  11. Beh allora dica chi gli ha impedito di organizzare cosa e perché non l'ha denunciato subito; non è possibile che una si tenga la reggenza di un partito (tra l'altro lasciandolo praticamente morire) per un tempo indefinito senza cercare un modo per sbloccare la situazione. Poteva lei stessa convocare il congresso e avvisare tutti; altrimenti uno potrebbe anche pensare che stesse di proposito dilatando i tempi (preciso che non è quello che penso della Bizzarro: voglio solamente dire che questa divisione in buoni o cattivi in base a delle regole formali lascia il tempo che trova)

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  12. basta guardare il dito e non la luna! Si sta ripetendo lo schema.Ora è colpa della Bizzarro ,e non sapete le cose come stanno.Gli strateghi si erano impegnati a organizzare tutto e non l'hanno fatto.Questa è la verità vera.Ma se vogliamo afare le discussioni sterili sul sito fate pure.....intanto la gente si allontana sempre di piu' e nel PD rimangono cric e croc!!!!! fate ridere!

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  13. Notizia per gli utenti. Dopo il disatro delle Comunali, di cui non si è mai discusso per capire le ragioni della sconfitta, la segretaria pro-tempore, anche lei pesantemente sconfitta alle Provinciali (e questa candidatura non è mai stata esaurientemente discussa), si è dimessa. Il partito si è praticamente dissolto, sono spariti tutti, dirigenti e consiglieri, e per mesi e mesi non si è mossa foglia. La primavera successiva, quindi un anno fa circa, e non due come qualcuno sostiene, nell'attesa del congresso, si è deciso di affidare la reggenza della segreteria alla Bizzarro. E' bene precisare, e se si fosse corretti nessuno potrebbe smentire, che si trattava di un incarico meramente burocratico e non politico. ANCHE PERCHE' GLI INCARICHI POLITICI PUO' DARLI SOLO UN CONGRESSO REGOLARMENTE CONVOCATO. Compito assegnato alla Bizzarro era soltanto quello di convocare le riunioni, e poco altro, perchè i cd. maggiorenti non hanno mai, dico mai, ceduto un mm. di spazio che ritenevano di loro competenza. Ed hanno continuato a lavorare nelle segrete stanze. Ora, se ne sono usciti con questo congresso farsa, il primo dopo la debacle elettorale alle comunali, e tutto era già stato deciso. Sempre le stesse facce, gli stessi zombie da 20 anni a questa parte. Nessuno ha fatto una analisi di questi due anni passati invano, nessuno si è assunto responsabilità, ANCHE PERCHE' SE FOSSERO VENUTE FUORI QUESTE RESPONSABILITA' OGGI QUESTI SIGNORI SAREBBERO TUTI A SPASSO, E NON IN GIRO A PONTIFICARE SU PROGRAMMI & CO. Ave.

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  14. Condivido il pensiero dei Giovani Democratici. Io pensavo che si potesse fare qualcosa di più e dare più spazio ai giovani. Inoltre, la cosa che più mi preoccupa è che i fascisti stanno monopolizzando il mondo giovanile. Siccome ho un amico che sta con La Destra, so che hanno molto seguito. Questi fanno i gazebi anche con il brutto tempo.......e noi? Francesco

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