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Frosinone. ASL. I superstipendi

Qualche sera fa, stanco e con il solo desiderio di rilassarmi, son sprofondato sul divano e ho fatto una cosa che non faccio da mesi, direi anche anni, guardare la tv. Ritengo che la televisione sia diventata - per me che analizzo sempre “quel che vien comunicato” - priva di contenuti. Dopo dieci noiosissimi minuti di zapping salto letteralmente dal divano a causa di un titolo di testa del Tg1: “Asl di Frosinone, stipendi gonfiati”. Mi son svegliato e ho seguito il Tg fino al servizio che interessava Frosinone. Al mattino non avevo letto i giornali locali, neanche quelli nazionali come faccio di solito on line, poiché preso da altro. Ma la cosa mi interessava non poco, considerato lo stato in cui versa da anni la sanità locale e provinciale, considerato che determinate scelte politiche della sanità regionale e provinciale, non le condivido e non le considero in grado di valorizzare l’area in cui vivo.

La notizia “data in pasto” a media locali e nazionali giovedì 8 settembre è questa: circa 150 medici specialisti della Asl di Frosinone , avrebbero ricevuto compensi extra per attività ritenute “eccezionali”, ma in realtà ordinarie. Ore di straordinario pagate in busta paga da 15 mila a 18 mila euro. Pensate che un medico della Asl prende dai 3 mila ai 3500 euro. A  condurre l’indagine i Carabinieri dei Nas di Latina, che hanno ipotizzato un danno erariale pari a oltre 10 milioni di euro. Secondo le notizie diffuse dall’Ansa, “la Procura Regionale presso la Corte dei Conti ha emesso un invito a fornire deduzioni a carico di 20 persone”. Le indagini sono ancora in corso dunque.


Il giorno dopo ho dato un’occhiata alla stampa locale. Dove non ho trovato grandi dichiarazioni da parte della Politica, ma i soliti titoli a difesa di quello che ormai definisco “andazzo generale”. Su alcuni quotidiani nazionali e on line, ma anche al Tg1, hanno parlato di un incremento di spese pari a dieci volte quello che si spendeva nel 2001, con un incremento vertiginoso nell’ultimo quinquennio. Cinque anni che andiamo vanti così ed è triste doversi confrontare con la gente, parlandone anche per strada, e sentirsi dire: ma ormai è tutto normale.


La Polverini, presidente del Lazio, “applaude” l’operazione dei Nas di Latina e definisce l’indagine un “contributo importante a garanzia del sistema sanitario, che si unisce all'attività di vigilanza e di controllo che la Regione, anche attraverso la proficua collaborazione avviata con i Nas dei Carabinieri, sta portando avanti”. (Agenzia Asca). Avrei alquanto da ridire su questa affermazione, perché il sistema sanitario – opinione personale – l’attuale amministrazione regionale, lo sta distruggendo, considerato che devono essere un manipolo di cittadini a dover far ricorso in Consiglio di Stato per tenere aperto un ospedale. E poi: ma è possibile che servano i Nas per controllare queste cose? Mi chiedo il perché, a livello regionale, siano riusciti a stabilire che la sanità qui, aveva costi eccessivi, ma non a stabilirne i motivi. Inoltre, alla luce di questa storia, i tagli sulle strutture ospedaliere potrebbero essere considerati alquanto inadeguati.
Ok, basta con le polemiche contro la Polverini, potrei esser tacciato di comunismo. Vado avanti nell’analisi – ci provo – dell’accaduto.


A rompere il silenzio degli amministratori locali di centrodestra e di centrosinistra, ci ha pensato… nessuno! Non ho letto niente di concreto, in quanto a volontà di agire, fino a quando non mi sono imbattuto nelle dichiarazioni di Ignazio Marino (su varie agenzie e media on line ma per comodità riporto quelle prese su agenziaparlamentare) il quale – in veste di presidente della Commissione d'inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale – si dice allibito dell’accaduto: “I responsabili di questa frode hanno colpito irresponsabilmente il sistema sanitario regionale del Lazio già afflitto da molte difficoltà, ma soprattutto hanno sottratto risorse preziose per la cura e l'assistenza agli ammalati, danneggiando di fatto il loro diritto alla salute”. Marino quindi parla di “responsabili” e di “frode” e se a farlo è lui, possiamo in un certo senso smentire i tromboni che si sono affrettati a giustificare l’accaduto. Marino ha spiegato ancora: "La Commissione che presiedo la settimana scorsa aveva già avviato una istruttoria ora intendo chiedere l'acquisizione degli atti d'indagine dei carabinieri del Nas di Latina, con l'autorizzazione della Procura regionale della Corte dei Conti. I documenti dovranno essere discussi dall'Ufficio di Presidenza per valutare la possibilità di inserire questa vicenda nella più ampia indagine della Commissione sulla corruzione in sanità".
Non possiamo far altro che aspettare e sperare che venga fatta giustizia, sempre che si debba farne. Ma le acque della politica locale sembrano sempre troppo tranquille. Non parla nessuno, non si indigna nessuno. Tutto tace, come se in questi giorni stampa e tv avessero parlato solo di temporali o altro genere di eventi naturali. Oppure, come dicono negli Usa, stiamo assistendo ad una bella operazione “quagmire” sugli organi di stampa e da parte del mondo politico locale.


A microfoni del Tg1 nella serata di giovedì scorso, il direttore della Asl di Frosinone - che noi conosciamo perché per le vicende dell’Ospedale di Anagni, l’avremo nominato chissà quante volte - aveva dichiarato qualcosa come: Si sappiamo di queste somme, però se c’è carenza di personale, è chiaro che si debbono fare gli straordinari. Dico “qualcosa come” perché non ho registrato l’edizione serale del telegiornale, quindi non sono sicuro della precisione delle parole, ma del senso si. E ricordo che sentite quelle affermazioni mi stava per scoppiare una vena nel cervello. Si, dire che mi stavo arrabbiando sarebbe un eufemismo. Giustificare un simile fatto, in un periodo come questo è uno sfregio. Non si può dire che gli straordinari devono esser fatti perché c’è carenza di personale, quando invece la Asl di Frosinone non assume personale. Non si può dire, soprattutto perché in molti vorremmo sapere che fine ha fatto il bando per la ricerca personale – in base ai soli titoli – emanato dalla Asl di Frosinone qualche anno fa, nell’imminenza dell’apertura del nuovo ospedale del capoluogo, di cui ora non si sa più nulla. Conosco ragazzi qualificati, medici e tecnici laureati e specializzati, che hanno partecipato e non hanno avuto mai risposta, mai una spiegazione. Più vicino a noi è accaduto qualcosa di simile, con un concorso se non erro. Devo dedurre quindi che questo modo di agire fa parte ormai della prassi, della norma (magari non scritta), non più solo un fenomeno di costume!


Non si può far passare la cosa in secondo piano, semplicemente perché “probabilmente verrà dimostrato che è tutto regolare”. Stiamo parlando di cifre, caricate sulle buste paga di medici - alcuni dei quali esercitano anche la libera professione - che già percepiscono circa tremila (o tremilacinquecento) euro al mese. Chi giustifica un fatto del genere dovrebbe provare vergogna: non è un mantra che amiamo ripetere ogni volta, ma in Italia c’è veramente gente che mantiene la propria famiglia con mille euro al mese, quindi dovremmo avere più rispetto per queste persone. Quindici mila euro è il netto di uno stipendio di un lavoratore dipendente appena assunto. Con diciotto mila euro al mese, di stipendi se ne possono pagare tanti. Quindi di operatori nella sanità locale, se ne potevano prendere.


Non siete convinti anche voi che siano state fatte delle scelte non tanto azzeccate? Non vi viene il dubbio che invece di pagare gli straordinari, si poteva del personale? Ma soprattutto: se i soldi per tenere aperti gli ospedali non c’erano…  questi milioni di euro degli straordinari da dove sbucano fuori? L’assordante silenzio del politica provinciale, soprattutto del centrosinistra, mi infastidisce e mi rende irrequieto. Queste non sono parole di un qualunquista, bensì quelle di un cittadino indignato, di sinistra, impegnato in politica, nei movimenti e nel sindacato. Un cittadino che vorrebbe vedere più giustizia sociale e il riconoscimento dei diritti, soprattutto quelli al lavoro e alla salute, perché quando lavoro e salute divengono “un favore” fatto a tizio o caio, diveniamo schiavi: e diviene impossibile pensare, agire e alla fine votare, nel modo in cui vogliamo.


Sono indignato in quanto cittadino che crede ancora nella politica, dalla quale spesso ne viene deluso ma, testardo come un mulo, non si arrende. Quindi credo sia lecito, almeno, domandare.

Valerio Ascenzi

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